Italo, di Alessia Scarso

Gli argomenti affrontati non riescono a trovare il giusto peso all’interno di una sceneggiatura priva di mordente che tenta di fondere diversi piani di rappresentazione (il fiabesco con il reale, il sentimentale con il sociale, il privato con il corale) in modo poco armonico. Nonostante la buona prova attoriale, il film è un timido esordio che avrebbe meritato un trattamento migliore

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C’era una volta un cane che un giorno arrivò in un piccolo comune siciliano. Le persone del luogo erano contrarie ai randagi, eppure in poco tempo il gentile animale si guadagnò la fiducia e la simpatia di tutti. In particolare di un bambino che aveva perso la madre ed era cresciuto col padre, spesso assente perché era il sindaco del paese. Grazie all’amicizia con Italo, questo il nome del cane, il bambino e l’intera cittadina impareranno un’importante lezione di umanità.

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L’opera prima di Alessia Scarso (montatrice diplomata al Centro Sperimentale) procede sospesa tra favola e realtà. Raccontata da una voce narrante alquanto familiare (fa piacere risentire Leo Gullotta al cinema) e basata su una vicenda di cronaca, la storia sembra uscire dal tempo per collocarsi in una dimensione quasi magica che ha il sapore di antico. Scicli, in provincia di Ragusa, con le sue stradine vivaci ricche di arte e di storia, non è solo la cornice della commedia ma ne diventa parte integrante traducendo quella quotidianità popolare fatta di incontri al bar, pomeriggi in piazza, messe domenicali e accese campagne elettorali. L’altro e indiscusso protagonista è Italo, un meticcio di Labrador, che dalla sua bassa prospettiva contribuisce a ricucire il rapporto tra padre e figlio, ad abbattere i pregiudizi e avvicinare tra di loro gli abitanti. Tanti dunque i temi che la regista sceglie di trattare – dall’amicizia al randagismo, dall’emarginazione alla diffidenza nei confronti dello straniero – adottando un registro leggero che non disdegna un pizzico di romanticismo. Leggendo la tagline del film, “in amore serve un colpo di coda…”, si resta ancora una volta stupiti dalla capacità italiana di banalizzare i prodotti cinematografici spacciandoli per ciò che non sono seguendo logiche meramente economiche. Invece Italo, al di là dell’intreccio amoroso presente in secondo piano, cerca di essere qualcosa di più.

Purtroppo alle buone intenzioni non corrisponde un risultato altrettanto adeguato. Gli argomenti affrontati non riescono a trovare il giusto peso all’interno di una sceneggiatura priva di mordente che fonde diversi piani di rappresentazione (il fiabesco con il reale, il sentimentale con il sociale, il privato con il corale) in modo poco armonico. Gli unici sprazzi di originalità sono affidati al montaggio, che usa il ralenti come cifra emotiva, e alla fotografia carica di suggestioni. Nonostante la buona prova attoriale (spiccano l’esuberante Barbara Tabita e la verace Lucia Sardo), il film della Scarso è un timido esordio che avrebbe meritato un trattamento migliore.

Regia: Alessia Scarso
Intepreti: Marco Bocci, Elena Radonicich, Barbara Tabita, Vincenzo Lauretta, Martina Antoci, Matteo Korreshi, Tuccio Musumeci, Lucia Sardo
Origine: Italia, 2014
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 105’

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