Mortdecai, di David Koepp

mortdecaiIl film è oltremodo distante dalle polifoniche orchestrazioni edwardsiane e dalla demenzialità sfrontata dei vari Johnny English e Austin Powers: le numerose gag che si susseguono sullo schermo – alcune riuscite – non bastano a sorreggere una commedia in cui i personaggi sono solo abbozzati e le dinamiche tra di loro si riducono a meccanismi ripetitivi

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Charles Mortdecai (Johnny Depp) è un truffaldino mercante d’arte che viene ingaggiato dal detective Alistair Martland (Ewan McGregor), agente dei servizi segreti inglesi, per recuperare un dipinto rubato di Goya che dovrebbe contenere un codice nazista per accedere a una fortuna rimasta a lungo nascosta. Con il suo fedele domestico Jock Strapp (Paul Bettany) si mette alla ricerca della preziosa opera sfidando russi spietati, miliardari americani e terroristi rivoluzionari. Intanto anche sua moglie Johanna (Gwyneth Paltrow) inizia le indagini, aiutata dal vecchio amico Alistair, che ha una cotta per lei dai tempi del college.

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Johnny Depp sembra essere rimasto vittima dei suoi personaggi. Intrappolato in una recitazione sopra le righe che rischia di farne una macchietta. Lo avevamo lasciato nei panni (quasi irriconoscibili) del bizzarro detective Guy Lapointe e lo ritroviamo in quelli dell’altrettanto eccentrico Mortdecai. Baffi inclusi. Tuttavia, se in Tusk il ruolo era commisurato alla sua breve apparizione ed era inserito in un contesto straniante (un horror condito di humour nero), risultando quindi divertente, nella commedia di David Koepp diventa inevitabilmente ridondante e privo di fascino. Tanto che viene spontaneo chiedersi perché Depp abbia accettato di fare questo film. 

La base di partenza, la serie di romanzi di Kyril Bonfiglioli pubblicati nel Regno Unito negli anni ’70-80, offriva un ottimo spunto per una action comedy vecchio stile. Eppure, al di là di una sceneggiatura (scritta dal novello Eric Aronson) piuttosto macchinosa che riesce a incastrare i due piani della storia (i momenti di intimità della coppia con la corsa in giro per il mondo), il film manca di qualsiasi mordente a causa di un linguaggio che vorrebbe intrattenere, e finisce per stancare. Mortdecai è infatti oltremodo distante dalle polifoniche orchestrazioni edwardsiane e dalla demenzialità sfrontata dei vari Johnny English e Austin Powers: le numerose gag che si susseguono sullo schermo – alcune riuscite – non bastano a sorreggere una commedia in cui i personaggi sono solo abbozzati e le dinamiche tra di loro si riducono a meccanismi ripetitivi (i baffi che causano una reazione di vomito nella moglie ogni volta che tenta di baciare il marito, per citarne uno). La regia di Koepp, che ha accumulato sulle spalle sceneggiature brillanti (La morte ti fa bella, i primi due capitoli di Jurassic Park, Panic Room e Secret Window, dove ha anche diretto lo stesso Depp), si lascia così inghiottire dal ritmo frenetico della storia affidandosi a continui cambi di scenario (Londra, Mosca e Los Angeles) ma riproponendo le stesse situazioni.


Titolo originale: Id.
Regia: David Koepp
Interpreti: Johnny Depp, Ewan McGregor, Gwyneth Paltrow, Olivia Munn, Paul Bettany, Jeff Goldblum
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 107’
Origine: Usa, 2015

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