La prima volta (di mia figlia), di Riccardo Rossi


Il palcoscenico e la cucina, la tavolata, ovvero i due poli su cui oscilla la figura di Riccardo Rossi: a far funzionare l'allestimento è  con ogni evidenza la sensazione di grande sincerità e onestà nelle intenzioni e nella messinscena del regista esordiente. E inconsapevolmente anche altro, il punto di non ritorno di un cinema romanocentrico oramai in crisi

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

L'esordio alla regia di un personaggio che il cinema italiano lo ha sempre attraversato in disparte sembrerebbe in partenza confermare una certa tendenza alle storie minime in interni di design da cui non ci riusciamo a liberare: Alberto riunisce a cena in un locale alla moda di Roma uno squinternato gruppo di amici per aiutarlo ad affrontare con la figlia 15enne Bianca l'argomento della “prima volta” della ragazza, che il padre ha scoperto essere imminente leggendo di nascosto il diario di lei.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Se l'incipit sulla routine quotidiana (colazione al bar e visite agli anziani) del medico Alberto è traballante, legato com'è alla prevedibile aria di romanità-di-una-volta, sull'attacco della cena Riccardo Rossi ha già una prima intuizione felice: quell'inquadratura dall'alto sulla tavolata, mentre i personaggi continuano a scambiarsi di posto per decidere qual è la formazione migliore per parlare alla ragazza che sta per arrivare, richiama subito l'impianto teatrale che poi sorreggerà l'intero script.
Il palcoscenico e la cucina, ovvero i due poli su cui oscilla la figura di Riccardo Rossi (e la televisione, verrebbe da mettere tra parentesi: registicamente la concezione della situazione-cena non è forse troppo lontana dal corredo stilistico al tavolo dei giudici di Cuochi e Fiamme – che però ok è tondo; e Stefano Fresi inanella battute mangerecce su amatriciane e baccalà di pura poetica rossiana…).

A far funzionare l'allestimento è allora con ogni evidenza la sensazione di grande sincerità e onestà nelle intenzioni e nella messinscena del regista esordiente. Nei teneri finali giusto suggeriti, in cui lasciamo aperte le varie traiettorie di coppia che il film incrocia (Riccardo finirà o no con Anna Foglietta?), per un attimo sembra anche far balenare l'idea di una piccola ambizione quasi “autoriale”, di certo “cinefila”.

Eppure inconsapevolmente La prima volta (di mia figlia) racconta anche qualcos'altro, ovvero il punto di non ritorno proprio di quella romanità che al cinema oramai vive di una cartucciera ben precisa di immaginari-tipo da poter far riaffiorare e imbastire a piacimento: nei flashback che interrompono la struttura da pièce, in cui vengono rievocate le prime volte dei vari commensali, ritrovi l'armamentario dell'urbe alternativa dei centri sociali anni '90, e quello della Capitale-alto-borghese degli anni '80 – due situazioni che hanno fatto gioia e fortuna di intere filmografie di cineasti romanocentrici, a cui si aggiungono gli accenni contemporanei alla vita di Bianca, perfettamente generazionali.

E' così che il film di Rossi diventa improvvisamente e inaspettatamente oggetto di studio su di una forma probabilmente giunta al capolinea (dato il feroce ritorno in vetta di storie "napoletane", all'ombra del Vesuvio: in qualche modo La prima volta (di mia figlia) racconta lo stesso triangolo padre-figlia-genero alla base di Perez. – sarebbero davvero da analizzare dunque analogie e differenze tra i due film…). Il frammento tra i boyscout con Maria Roveran è perciò forse il più felice, seppur riporti anch'esso ad un'altra tendenza del nostro cinema che è quella dei casolari, agriturismi, fughe in campagna, ecc.
Un campionario pressoché perfetto.

Regia: Riccardo Rossi
Interpreti: Riccardo Rossi, Anna Foglietta, Fabrizia Sacchi, Stefano Fresi, Benedetta Gargari
Origine: Italia, 2015
Distribuzione: Universal
Durata: 80'

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative