Bif&st – Frammenti delle lezioni di cinema

andrzej wajda

Appunti sparsi sulle 8 lezioni di cinema che si sono tenute al festival appena concluso con Alan Parker, Jean-Jacques Annaud, Costa-Gavras, Ettore Scola, Andrzej Wajda, Edgar Reitz, Margarethe von Trotta e Nanni Moretti

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andrzej wajdaLezioni di cinema al Bif&st 2015: 8 giorni, 8 registi, 8 mattine di proiezioni e conversazioni. 8 film dai quali partire: Fuga di mezzanotte, Sette anni in Tibet, Amen, Una giornata particolare, Katyn, Heimat Hermännchen (1955-1956), Anni di piombo e Caro diario. 8 registi a raccontarlo, il cinema: Alan Parker, Jean-Jacques Annaud, Costa-Gravas, Ettore Scola, Andrzej Wajda, Edgar Reitz, Margarethe von Trotta e Nanni Moretti. Con loro, a dialogare, i critici (Derek Malcolm con Parker, Michel Ciment con Annaud e Costa-Gravas, Enrico Magrelli con Scola, Grazyna Torbicka con Wajda, Klaus Eder con Reitz e von Trotta, Jean Gili con Moretti). E il pubblico del Teatro Petruzzelli, soprattutto, lì per loro. Seguono brevi appunti sparsi di questi incontri.

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PRINCÌPI e FUTURO

 

alan parkerAlan Parker

Fare spot è stato molto importante per me, ho imparato molte cose, la tecnica. Al cinema ci sono arrivato da quel mondo, sono stato uno dei primi in questo senso, e ciò ha comportato una sostanziale diffidenza della critica, che non è mai stata molto tenera con me, e con altri che hanno effettuato lo stesso percorso, come Ridley Scott ad esempio.

 

Costa Gavras

Tra le prime immagini che ricordo di aver visto c’è quella di Claretta Petacci e Benito Mussolini appesi a testa in giù a piazzale Loreto, con la gente intorno che rideva. È  stato allora che ho capito che il macabro e la gioia potevano essere accostati.

 

Jean-Jacques Annaud

Ho avuto un’infanzia perfetta. La domenica con mamma e papà andavano al cinema e mi immergevo in un mondo diverso. Ho visto Sciuscià, Ladri di biciclette… Tre sono i miei registi di riferimento: Ettore Scola, Alan Parker, Costa-Gavras, e sono tutti qui al festival.

 

jean-jacques annaudAndrzej Wajda

In Polonia cercavamo la forma cinematografica, e il Neorealismo è stato un esempio tangibile della strada da seguire. Aspettavamo con ansia i film dall’Italia per aprirci gli occhi. Era un cinema nuovo, sincero, vero, personale, come noi lo volevamo fare.

 

Margarethe von Trotta

Il film della mia vita, l’ho visto a 16 anni, è stato I bambini ci guardano di Vittorio De Sica. Per me e la generazione cinematografica tedesca a cui appartengo, Neorealismo e Nouvelle vague sono stati determinanti.

 

Edgar Reitz

Noi che volevamo fare cinema non avevamo esempi a cui ispirarci in Germania, dopo il nazismo. Intanto era nata la Nouvelle vague in Francia,  ma il mio vero modello è stato il Neorealismo e lo è ancora oggi.

 

Ettore Scola

Un paese si può cambiare, noi l'abbiamo cambiato, perfino dopo vent'anni di fascismo dal quale sembrava impossibile uscire. Ragazzi, nessuno vi chiede di prendere il mitra e andare in montagna. Oggi per fortuna non c'è bisogno di armi, ma c'è bisogno di idee.

 

 

nanni morettiSCRITTURE e SOLLIEVI

 

Nanni Moretti

Alla fine degli anni Ottanta, in Italia si era tornati a dare importanza alla sceneggiatura. Era qualcosa che osservavo non tanto da uomo di cinema, ma proprio come spettatore. Era senz’altro positivo ma allo stesso tempo notavo un po’ troppo accademismo, un rispetto esagerato delle regole. Palombella rossa è stata anche una sorta di reazione a questo, un raccontare in modo più libero che avrei continuato anche dopo. La sceneggiatura è una traversata, è il momento più difficile, mentre quello più faticoso riguarda le riprese. Al montaggio si è già più sollevati, si è soltanto in due.

 

margarethe von trottaMargarethe von Trotta

I film che faccio devo scriverlo io: sono qualcosa di personale, non riesco a realizzare un film su commissione.

 

Costa-Gavras

Mi piace il rapporto che stabilisco con lo sceneggiatore, si crea un’amicizia, un legame. In America, invece, ordini qualcosa e la ricevi. 

 

 

 

IMMAGINI e TEMPO

 

Andrzej Wajda

C’era la censura ma noi volevamo un dialogo con il pubblico, non fatto di parole ma di immagini. I quadri sono più interessanti dei dialoghi. Se la censura ci toglieva la parola, noi avevamo le immagini.

 

edgar reitzNanni Moretti

L’ultima immagine di un film è molto importante, quella che spesso rimane in maniera più forte negli occhi dello spettatore.

 

Edgar Reitz

Per me è il tempo lo strumento principale, un tempo che dura, non che termina, e che cerco di misurare attraverso le emozioni, i sentimenti.

 

 

 

 

 

TECNICA e DIGITALE 

 

ettore scolaEttore Scola

Il digitale non ti fa aggiungere sentimenti o idee al film.

 

Jean-Jacques Annaud

Il film è prima di tutto una storia e bisogna raccontarla senza che la tecnica la “superi”. Ne L’ultimo lupo ho usato il 3D per avere prossimità con i cuccioli di lupo, per percepire condivisione con il sentimento del lupo. Ma del 3D professo un uso soft. Come registi dovremmo metterlo al servizio della storia, non andare oltre.

 

 

Edgar Reitz

Con il digitale si può fare tutto ma non si deve fare tutto.

 

 

ATTORI e MADONNE

 

Alan Parker

Sarebbe bello far molte prove con gli attori ma questo non è possibile perché di solito costano molto. C’è peraltro una tesi secondo cui un numero elevato di prove vada a danno della spontaneità, Troppi ciak possono innervosirli. Ho amato gli attori di The Commitments e odiato quelli di Saranno famosi. Madonna voleva disperatamente la parte di Evita e sul set è sempre stata molto rispettosa nei miei confronti. Terribile, invece, con tutti gli altri.

 

Costa-Gavras

Ho lavorato con Jacques Perrin, Yves Montand, Simone Signoret e tanti altri. Considero centrale il ruolo degli attori, passo molto tempo con loro. Sono i collaboratori principali del regista perché portano la storia al pubblico.

 

Margarethe von Trotta

Sarebbe stato bello dirigere Mastroianni e Volonté. Se fossero stati ancora vivi, forse oggi non mi sarebbe mancato il coraggio di chiederglielo.

 

Andrzej Wajda

In Generazione, Zbigniew Cybulski rifiutò gli abiti di scena per recitare con quello che indossava al momento:  giacca e pantaloni americani, strane scarpe da tennis e occhiali scuri che, in Europa, erano all’epoca molto rari.

 


costa gavrasCINEMA, LUCE e SEGRETI

Jean-Jacques Annaud

Per me il cinema è un gioco meraviglioso di creazione. So di essere ancora un bambino con lo stesso entusiasmo di quanto ricevevo regali. Quando siamo bambini non avvertiamo il tempo passare, abbiamo l’emozione della scoperta, ci prendiamo il rischio di cadere e di avere paura.

 

Edgar Reitz

I film in bianco e nero mostrano i personaggi nella loro vera luce. La luce è il presente degli uomini, nel loro tempo e nel loro spazio.

 

Alan Parker

Un regista deve avere resistenza, resilienza. Fare è cinema è diverso da qualsiasi altra forma d’arte, è costoso e per questo subisce delle interferenze.

 

Ettore Scola

Che cosa saremmo stati senza il cinema o se da Omero a Eco ci fosse stato un vuoto? Difficile immaginarlo, sarebbe stato un vuoto la stessa umanità. Il segreto di un film? Un film si finisce solo quando il regista lo congeda e diventa qualcosa che appartiene al pubblico. A volte mi dicono di aver visto un mio film dieci volte, pensa che rottura di palle!.

 

 

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