Soldato semplice, di Paolo Cevoli

Soldato semplice, di Paolo Cevoli
L'abito non fa il monaco
…o meglio non lasciarsi condizionare dalle apparenze. Mai detto poteva essere più appropriato per questo primo lavoro di Paolo Cevoli: l'idea essenziale di portare tutti insieme a confronto sul campo di battaglia i dialetti di un Italia non italia(na), dentro un clima dove si perdono le coordinate drammatiche, è piuttosto riuscita.

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Soldato semplice, di Paolo CevoliGrande Guerra, fronte italo – austriaco. Uno stagno al confine di un conflitto armato, in territorio italiano, brilla della luce lunare interrotta bruscamente da un bisogno esistenziale. Il nostro eroe urina sulla luna dentro uno stagno, come aveva gettato il Libro Cuore fuori dalla finestra della sua classe elementare. Bruscamente perchè questo è il modo più consono ad un patacca romagnolo di dissacrare la brutalità della guerra.

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Un approccio ateo alla vita permea dalla superficie al fondo l'essenza di colui che disprezza le armi, pur 'andando spontaneamente' al fronte, che non accetta la favoletta della piccola vedetta lombarda che si immola su un albero bellico, che ama il libertinaggio, e che non si preoccupa di orinare alla luna. Paolo Cevoli, che pure è noto al grande pubblico per la figura stereotipata del romagnolo doc, in veste di regista ma anche ideatore, sceneggiatore e produttore del progetto ci mette l'anima per condurlo in porto sicuro. Ci mette l'anima di un patacca, è vero, ma quello che al primo sguardo potrebbe sembrare uno scherzo da palcoscenico zelighiano, improvvisamente può trasformarsi in altro. L'idea essenziale di portare tutti insieme, a confronto sul campo di battaglia, i dialetti di un' Italia non Italia(na), dentro un clima dove si perdono le coordinate drammatiche a favore di una revisione assolutamente sarcastica e nettamente ironica di queste, non è blanda quanto piuttosto riuscita. La 'romagnolità' del patacca che sulle prime può risultare scostante, soprattutto per la visione già condizionata dal teatro televisivo, diventa (con più facilità per l'occhio privo di annebbiamenti zelinghiani), con lo scorrere del tempo filmico, nettamente rappresentativa di una storia che, nel suo essere intrinsecamente surreale, non manca di narrazione.

Una storia che vince perchè retta da un cast eccezionale, da una fotografia estremamente curata e da un montaggio raffinato capace com'è di cucire musiche d'altri tempi ad intarsio perfetto con l'immagine. Gli attori sono tutti, escluso Luca Lionello e Massimo De Lorenzo, non proprio da cartellone del cinema italiano. Eppure ognuno, in particolare Matteo Cremon (Toni), è capace di dare con grande e mai eccessivo slancio la giusta collocazione territoriale alla propria persona, rafforzando al contempo (come nella natura del carattere umano) le contraddizioni di una guerra 'necessaria'. Da Napoli al Friuli perchè il mare è come la montagna basta toglierci i monti e metterci l'acqua e la montagna (in guerra e non solo) forse è come una donna la devi fregare prima che lei t'incastri.

 

Regia: Paolo Cevoli

Interpreti: Paolo Cevoli, Luca Lionello, Massimo de Lorenzo, Antonio Orefice, Cremon, Nicola Adobati, Beppe Salmetti, Giuseppe Spata, Paola Lavini, Toomas Kaldaru, Massimo Fanelli, Silvana Bosi, Ernesto Mathieux

Distribuzione: Koch Media

Origine: Italia, 2015

Durata: 99'

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