La Scelta, di Michele Placido

la scelta
Ecco il destino di un cinema costretto in maniera agghiacciante a districarsi tra le pratiche mercantili dell'industria italiana dei nostri tempi tristi, l'animo profondamente respingente che mostra ancora una volta tutta la disperazione e il dimenarsi puntualmente sgraziato e visceralmente eccedente di uno sguardo rifiutato, mai davvero compreso, anzi tenuto alla lontana quando non apertamente deriso

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

A chi appartiene il figlio nel ventre del personaggio di Ambra Angiolini? Chi è il padre? Pirandello? Placido e la sceneggiatrice Giulia Calenda? Il cinema francese per cui il progetto era stato pensato e scritto in partenza, come il regista ha più volte raccontato? Oppure la paternità spetta alla fine dei conti al cinema italiano?
I tratti somatici sembrano effettivamente quelli più vicini all'ultima ipotesi: cast di volti ritornanti delle nostre uscite “leggere”, una Puglia di mare impetuoso, masserie e viuzze perlacee da Film Commission, il product placement di perentoria aggressività.
Eppure c'è un istante abissalmente rivelatore, un'immagine che non può essere casuale se ricordiamo l'attenzione di Placido e Arnaldo Catinari per gli aspetti fotografici e formali di un film (il rimando è alla lunga chiacchierata con l'autore contenuta nel numero 7 di Sentieri Selvaggi Magazine): Ambra e Valeria Solarino si incontrano per parlare nello showroom di una ditta di divani gestito dalla seconda, e nascoste dietro una vetrata si confidano. I volti delle due restano sfocati al riparo del nome della marca che, scritto sul vetro in primo piano, li copre e riempie del tutto l'inquadratura.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Il marchio surclassa e svela allo stesso tempo il destino di un cinema, quello di Placido, costretto in maniera agghiacciante a districarsi tra le pratiche mercantili dell'industria italiana dei nostri tempi tristi: il risultato non può che essere allora l'animo profondamente respingente di quest'ultimo La Scelta, che mostra ancora una volta tutta la disperazione e il dimenarsi puntualmente sgraziato e visceralmente eccedente di uno sguardo rifiutato, mai davvero compreso, anzi tenuto alla lontana quando non apertamente deriso.
Esagerare, allora, è l'unica arma di Michele Placido, dentro e fuori lo schermo
: in quest'ottica va letto ad esempio l'utilizzo (di sapore davvero bellocchiano) di musiche buffe (come il Duetto di due gatti) che inglobano nelle arie d'opera i versi d'animale o le risate spontanee.
Placido sembra voler far sentire lungo tutto il film lo stridore forte di un autore incastrato, quando le sorelle sulla scena parlano della figura strabordante e passionale del padre defunto sembrano davvero in realtà parlare di Placido stesso, anima di un cinema in pena che si aggira tra le impalcature e le corti delle strade strette di Bisceglie, spettro sospeso, fantasma persistente in purgatorio per colpa di qualche buco al botteghino, e di una coriacea insofferenza verso la modestia obbligata purché presentabile di un sistema al collasso.

Da sempre ci sembra chiaro come il conflitto insanabile della figura e della filmografia di Michele Placido, da una parte e dall'altra dell'obiettivo, sia nella tensione per far saltare il confine tra pubblico e privato: in questo caso La Scelta racconta davanti a tutti la rabbia della rassegnazione all'istituzione, e insieme mostra il protagonista Raoul Bova fare i conti con gli argini saltati dell'intimità del dramma che ha colpito lui e sua moglie.
Sono chiaramente obblighi di finanziamento quelli per cui i litigi sofferti e violenti tra i due personaggi avvengano puntualmente per strada, sul lungomare o tra scorci caratteristici, ma è come se Placido volesse così dirci anche dell'altro, sul giudizio morboso e compiaciuto della comunità, sulla sofferenza dell'essere sempre sotto gli occhi di tutti, sulla folle oscenità di chi sragiona e dunque appare inaccettabile e ingiustificabile, da trattare come un matto che va assecondato con accondiscendenza.
E' tutto in quell'istante magnifico in cui Ambra si offre al plauso “morale” del paese dopo l'esibizione del suo coro di voci bianche, e negli occhi di Placido che la guarda e ci guarda in piedi tra il pubblico: a chi sta in realtà ora la scelta da compiere?

Regia: Michele Placido
Interpreti: Raoul Bova, Ambra Angiolini, Michele Placido, Valeria Solarino, Manrico Gammarota, Monica Contini, Gennaro Diana, Marcello Catalano, Vito Signorile
Origine: Italia, 2015
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 86'



--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array