"Wonderland", di James Cox

Il mito infranto di John Holmes e… una vita per il cinema. Il promettente James Cox punta decisamente a ricomporre i pezzi della violenza realistica dei "b-movies" nei primi anni ottanta, alla libertà della macchina da presa, al colore giallognolo, all'incastro tra fatti di cronaca immortalati ed effetti cinestetici in divenire.

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Big John Phallus, John Duval, John Rey, Johnny Wadd, sono la stessa persona, o meglio, indicano lo stesso strumento. É John Holmes, il re del porno, migliaia di pellicole hard girate, migliaia di donne. Il mito infranto di "mister 35 cm" e… una vita per il cinema. James Cox punta decisamente a ricomporre i pezzi della violenza realistica dei "b-movies" nei primi anni Ottanta, alla libertà della macchina da presa, al colore giallognolo, all'incastro tra fatti di cronaca immortalati e movimenti filmici in divenire. Wonderland Avenue è a Los Angeles, come Mullholland Drive: incroci di Hollywood dove delitto, il mito, l'immaginario eccessivo e visionario, il cinema, confluiscono e finiscono per ripetersi ritualmente. Siamo lontani da Lynch, perchè si procede alla ricostruzione storica coinvolgendo sia la prima moglie sia l'ultima fidanzata di Holmes. Brandelli di memoria, flashback interferenti, scompensi temporali, non danno la sensazione del colpo ad effetto o dell'esasperato ricamo formale, ai quali sembra ormai subordinato il cinema di Innarritu. Da un fatto di sangue del 1981, in cui perdono la vita, a colpi di randellate, degli "strafatti", Holmes è travolto. La contestualizzazione è rigorosamente al servizio delle svariate verità prospettiche. Sussulti mnestici improvvisi, ritrattazioni di una coscienza esausta e messa al muro, sporcano il credo di un'intera cultura falcidiata e mai più ritrovata. Senza soluzione di continuità, tutti i personaggi sono coinvolti nel viaggio di non ritorno della figura mitologica, metà uomo e metà "fallo". Holmes non ama più le sue misure, è un peso che mortifica e umilia. Il suo corpo non è più un luogo di alterità ma d'identificazione altrui: va riparato, rifinito, reso un oggetto ideale. Per tutto il "Paese delle meraviglie" è un feticcio, l'oggetto di un culto autistico, di una manipolazione quasi incestuosa. Il corpo come modello diventa fonte di "sballo": non è più muscoloso, è gonfiato, alterato.    

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Titolo originale: Wonderland


Regia: James Cox


Sceneggiatura: James Cox, Captain Mauzner, Todd Samovitz, D. Loriston Scott


Fotografia: Michael Grady


Montaggio: Jeff McVoy


Musiche: Cliff Martinez


Scenografia: Franco Giacomo Carbone


Costumi: Maryam Malakpour, Kate Healey


Interpreti: Val Kilmer (John Holmes), Lisa Kudrow (Sharon Holmes), Kate Bosworth (Dawn Shiller), Dylan McDermott (David Lind), Josh Lucas (Ron Launius), Eric Bogosian (Eddie Nash),


Produzione: Lions Gate Films, Killer Films, Emmett/Furla Films


Distribuzione: Dnc Entertainment


Durata: 99'


Origine: USA, 2003


               

 


 


 


  

 


 

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