Singularity: una videoinstallazione veneziana per Albert Serra

Un nuovo progetto per il regista catalano, che troverà spazio nei padiglioni degli Eventi Collaterali della 56. Biennale di Venezia.

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Dall’Institut Ramon Llull arriva una commissione per il regista catalano Albert Serra, amato e odiato cineasta senza compromessi che con poche ma fondamentali opere come Honor de Cavalleria, El Cant dels Ocells (ospiti entrambi della Quinzaine des réalisateurs di Cannes) e l’ultimo, premiato a Locarno con il Pardo d’Oro nel 2013, Historia de la meva Mort, si è imposto sul panorama internazionale affiancando il suo nome a quello di altri autori come Lisandro Alonso, Pedro Costa e numerosi altri, con cui condivide uno stile basato sul long take, il silenzio e l’uso di attori non professionisti. L’ultimo lavoro di Serra sarà Catalonia in Venice: Singularity, un’installazione audiovisiva che troverà spazio nei padiglioni degli Eventi Collaterali della 56. Biennale di Venezia. L’autore si avvarrà di schermi multipli per costruire una narrazione che emerge da diversi angoli e che allo stesso tempo ricostruisce storie differenti tramite immagini generate da macchine. Il titolo Singurality, infatti, si riferisce al momento in cui l’intelligenza artificiale sorpasserà la capacità umana e il controllo umano, così come alla nozione matematica di singolarità, ovvero un punto in cui un ente matematico “degenera”, per esempio una funzione non definita o tendente all’infinito.
Singularity - Albert Serra (5)Secondo il curatore Chus Martínez: “Serra userà questa nozione come punto di partenza del film. Sarà un indagine su come le immagini agiscono in diversi contesti: il progetto offrirà agli spettatori uno spazio filmico che investiga la gamma di applicazioni che la nozione di singolarità contiene. Designa un punto di svolta nel modo in cui ci relazioniamo all’informazione, alla materia, alle immagini generate dalle macchine, alla rappresentazione, all’interazione tra cultura e natura. Si tratta di una nuova era in cui questi dualismi non sono più contemporanei. Una cosmologia generata da una macchina, un capitale di conoscenza capace di alterare i nostri sogni, l’immagine che abbiamo e avremo del mondo. Il film di Serra è spezzato in diverse prospettive  – modi di vedere, modi di narrare il mondo. Il suo cinema è la dichiarazione che essere consapevoli dell’esistenza del mondo non è solo una conseguenza dell’esistenza della mente, ma piuttosto è la mente in azione. L’intelletto non è un occhio che ci osserva da un vago luogo interiore, ma piuttosto l’atto stesso del pensare. Collegare il cinema alla condizione di singolarità significa incoraggiare il credo secondo cui il pensiero, la volontà e l’immaginazione non sono fatti della stessa sostanza del mondo, degli oggetti e delle cose, ma delle immagini, dei sentimenti e delle idee. Niente può accadere aldilà di ciò che è reale, e ciò che è reale può essere compreso solo attraverso il linguaggio. Ciò implica una rivoluzione: non potendo aspettarci di trovare correlazioni tra il mondo delle idee e il mondo della materia, le nostre domande non possono sperare di trovare risposte, ma piuttosto sperare di diventare operazioni in grado di generare significato. Come nel districare un nodo, risolvere un problema implica cambiare  l’ordine di ciò che conosciamo. L’Esposizione è un sito che offre sia all’artista che il curatore l’opportunità di porre la domanda: come può la macchina-cinema creare una mente?“.

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La 56. Biennale d’Arte, diretta da Okwui Enwezor, sarà inaugurata il 9 maggio. Nella nostra gallery troverete numerose foto dall’opera di Serra.
Il catalogo del progetto, realizzato in coproduzione con Mousse Magazine, sarà disponibile in free download dal 6 maggio sul sito ufficiale.

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