Wenn Aus Dem Himmel…Quando dal cielo… di Fabrizio Ferraro

Allo scorrere visivo delle immagini per una volta ci si può sottrarre mettendosi in ascolto. Bisogna chiuderli gli occhi e immergersi nella musica, sentirla fin dentro l’orecchio. Ma se l’atto del musicare dentro uno studio di registrazione come quello di uno dei più grandi produttori esistenti è perfetto e naturalmente artificioso il risultato filmico è figlio di riflesso dello stesso procedimento

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Un pentagramma di fili elettrici solca lo schermo, alternanza binaria tra linea (silenzio) puntellata di lampioni bianchi in sovraimpressione e spazio nero (rumore) su cui la linea spalanca la propria visione. Il bianco e il nero suadentemente dark accompagnano i percorsi artistici (e individuali) dai luoghi natii a Lugano. Sfumature anticipatrici di un sonno non assuefatto o moribondo, nè senza sogno, in cui calarsi necessariamente. Allo scorrere visivo delle immagini per una volta ci si può sottrarre mettendosi in ascolto. Per assistere al rumore sporco in fase preparatoria (e ancora individuale) bisogna chiuderli gli occhi e afferrare lo scricchiolio delle assi del parquet dentro un auditorium vuoto solcate dai passi frenetici di Fresu, di Bonaventura, Eicher. Si dilatano e restringono facendo eco a quelle di una barca su una spiaggia sotto il sole. Per captare la perfezione post prove bisogna chiuderli gli occhi e afferrare il rumore che ora è quello delle assi che trovano refrigerio come inondate dalla freschezza dell’acqua dentro una grotta. Bisogna chiuderli quegli occhi e immergersi nella musica, sentirla fin dentro l’orecchio. Ma se la prima parte (preparatoria) respira spontaneità con la macchina da presa ferma e il suono di presa diretta colto con eccezionale maestria, funzionali allo scopo; la necessità di refrigerare con la perfezione duale le proprie più note creazioni perde freschezza nella seconda parte (studio di registrazione). L’acqua che aveva pervaso le interiora fino le ossa diventa improvvisamente doccia fredda quando la pura ripresa di suono ed immagine si svela nel suo impattante distacco laboratoriale. Se l’atto del musicare è naturalmente artificioso dentro uno studio come quello di Eicher, uno dei più grandi produttori al mondo di musica contemporanea che mette mano alla creazione in fase di registrazione per produrre dischi non più perfettibili, il risultato (filmico) non può che essere (data l’assenza d’intervento esterno) figlio di questo procedimento. E quando Ferraro cerca di metterci del suo nel finale, non fa che amplificare, con una serie di sequenze in sospensione sul mare, la medesima sensazione. Quel Rumore bianco che chiude il film di Alberto Fasulo con lo schermo nero e la voglia di ascoltare…per un pelo e un abuso di ‘manierismo’ sfugge di mano a Ferraro

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Titolo originale: Wenn Aus Dem Himmel…Quando dal cielo…

Regia: Fabrizio Ferraro
Interpreti: Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura, Manfred Eicher
Origine: Italia, 2015
Distribuzione: Boudu
Durata: 93′

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