Road 47, di Vicente Ferraz

Nella rappresentazione dell’impresa bellica che ha aperto il passo sulla Linea Gotica, Ferrez si concentra sul dramma umano più che sulla celebrazione delle grandi azioni militari

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Italia, dicembre 1944. L’esercito alleato sta avanzando rapidamente verso una popolazione sfiancata dalla guerra, denutrita e disorientata dalla guerriglia tra le fazioni in cui si è scomposto l’esercito italiano, ma per raggiungere l’avamposto di San Giusto gli americani devono superare la Road 47, che i tedeschi hanno costellato di mine. Per liberare la via da ogni pericolo, gli alleati hanno mandato in avanscoperta un piccolo gruppo di soldati brasiliani della FEB, addestrati in fretta e furia e inviati sull’Appennino Tosco-Emiliano nel cuore dell’inverno per disinnescare i campi minati lungo la linea gotica. Stremati dal lungo cammino nella neve e da un gelo al quale non sono avvezzi, i cinque soldati procedono lentamente, affrontando con coraggio gli attacchi dei tedeschi e stringendo amicizie inusuali, da un giornalista loro connazionale, a un partigiano italiano, a un soldato tedesco che di dichiara disertore e si unisce alla loro missione pur di aver salva la vita.

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Il regista brasiliano Vicente Ferraz prende spunto da questo capitolo dimenticato della storia italiana per raccontare la guerra dal punto di vista di chi l’ha combattuta senza che lo riguardasse, di chi è stato inviato a compiere una missione suicida per spianare la strada agli americani liberatori degli oppressori, e poi è stato lasciato in disparte, privo degli onori di cui ha goduto chi è stato salutato come il salvatore della patria. Nella rappresentazione dell’apparentemente insignificante impresa bellica che ha aperto il passo sulla Linea Gotica, Ferraz si concentra sul dramma umano più che sulla celebrazione delle grandi azioni militari amplificate dagli effetti speciali, e porta la mdp in fondo alle trincee e nei nascondigli più angusti per porgere l’orecchio alle preghiere sussurrate e alle paure soffocate del piccolo gruppo di commilitoni disperso in terra straniera.

I soldati si conoscono per la prima volta, per caso o per destino, nell’istante in cui hanno le armi puntate gli uni contro gli altri, parlano lingue diverse e comunicano a malapena a gesti ma, al di là degli schieramenti politici e del colore della divisa, nel momento incui sono l’uno di fronte all’altro, a un click dalla morte, la paura li rende uguali. Ognuno di loro ha mogli, figli, fratelli e sorelle che li aspettano da qualche parte nel mondo, e ogni minuto passato ad annusare mine antiuomo con i piedi necrotici immersi nella neve li allontana dal momento in cui li riabbracceranno e svela l’insensatezza di una guerra fratricida. Sulla Linea Gotica di Ferraz si abbattono le differenze tra partigiano, disertore o combattente perchè tutti indistintamente sono in attesa della fine dell’inverno del conflitto e, attraverso una conoscenza reciproca più intensa di un brutale spargimento di sangue, si scava a fondo in quei ritratti di esseri umani che non hanno trovato abbastanza spazio tra le pagine dei libri di storia e nella memoria di chi oggi sta scrivendo la nostra.

Titolo originale: A Estrada 47
Regia: Vicente Ferraz
Interpreti: Sergio Rubini, Daniel de Oliveira, Francisco Gaspar
Origine: Brasile, Italia, Portogallo, 2015
Distribuzione: Cinecittà Luce
Durata: 108′

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