Tomorrowland – Il mondo di domani, di Brad Bird

La Disney ha soggiogato anche Damon Lindelof alla sua idea di cinema. Tomorrowland è l’ennesimo mattone di una costruzione votata all’illusione collettiva della coabitazione tra profitto e speranza

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Il giudizio complessivo su Tomorrowland è sicuramente eterogeneo ma il film ha dato un risposta significativa ad una domanda che si aggirava da tempo tra le ombre del cinema americano. Damon Lindelof aveva usato l’ampia fiducia che aveva accumulato con i credits di LOST per rovinare una serie di progetti importanti. Ridley Scott ne è talmente consapevole che sta ancora cercando qualcuno in grado di districare la matassa di Prometheus e di portare avanti il suo prequel della saga di Alien. La questione era semplice: qualcuno sarebbe mai riuscito a fermarlo? La sceneggiatura di Tomorrowland era decisiva perchè se non ci fosse riuscita la Disney allora non ce l’avrebbe fatta più nessuno… L’autore non si è risparmiato la ricorrenza dei salti temporali e delle realtà parallele ma lo studio gli ha tolto il potere di decidere il carattere generale della storia e questo ha contenuto i lati più nocivi del suo talento. Il tema prediletto della scissione tra l’aspetto razionale e quello passionale dell’individuo ha dato vita alla brillante revisione del vulcaniano Dr. Spock nel reboot di Star Trek di J. J. Abrams ma in questo caso è servita ad un altro scopo. Il film di Brad Bird si svolge in due mondi coesistenti e comunicanti ma la versione finale dello script annulla sapientemente la tipica proliferazione dei gimmick su cui Damon Lindelof ha costruito la sua carriera. La giovane protagonista deve seguire gli indizi che le vengono suggeriti dal contatto fisico con una spilla/portale ma la strada verso Tomorrowland è un campo di grano che assomiglia molto di più al sentiero dorato di The Wizard of Oz che ad un intricato percorso di setup/payoff. La tecnocrazia del mondo di domani è disposta a sacrificare il genere umano pur di preservare la sua specie. Il despota che ne tiene il governo assomiglia molto al ciarlatano che dominava il suo regno con una serie di terrorizzanti trucchi magici ma il suo personaggio serve soprattutto a confermare le polarità tipiche del cinema disneyano. La scrittura di Damon Linderlof è stata semplicemente inglobata in una delle tante operazioni di assimilazione che lo studio ha compiuto con successo negli ultimi decenni. Non è un caso che la regia sia stata firmata da un figliol prodigo come Brad Bird che dopo aver lasciato l’alveo pixariano si era cimentato nella brillante rinascita di Ethan Hunt e di Mission Impossible: Ghost Protocol. La divisione manichea del mondo è addirittura esplicitata da una lezione morale che il padre ingegnere impartisce all’eroina del film: il sentimento del mondo si divide in disperazione e speranza. L’idea che una casta di umani ipersviluppati abbia seminato attraverso i media il timore e la rassegnazione per un futuro inevitabilmente catastrofico può essere considerata banale ma serve a riaffermare il ruolo storico che la Disney ritiene di dover ricoprire. Il suo discorso si rivolge per estensione a tutto il cinema e alla sua vocazione di costruire delle storie edificanti attraverso un’illusione collettiva e salvifica. Il disincanto di George Clooney verso il suo idealismo giovanile deve essere riconvertito allo stesso modo in cui il pubblico è una pecorella smarrita che deve essere ricondotta all’ingenuità infantile. Lo studio inizia ad essere chiaramente autoreferenziale ed è come se i suoi film avessero la necessità di difendere i propri principi da un generale senso di sconforto verso la propria missione. La Disney si esalta e si assolve quando rievoca la terrazza della Tour Eiffel in cui si ritrovano Jules Verne e Thomas Edison e la combriccola arricchita da Nikola Tesla e da Gustave Eiffel incarna la sua doppia natura sognatrice e cinicamente imprenditoriale. Tomorrowland è gradevole ed ha una struttura narrativa abbastanza sostenuta da essere convincente per gli umani. Il robot che ha le sembianze di una bambina non riesce a ridere e a commuoversi: l’effetto disneyano sull’intelligenza artificiale si limita ancora ad un’insolita reazione nel software empatico. Non c’era alcun dubbio che avesse almeno più anima del suo epigono Michael Fassbender di Prometheus con cui condivide solo un nome archetipico come Athena. E Damon Lindelof? La sensazione è che l’esplosione del negozio di fumetti e di collectibles che faceva da copertura ai cattivi sia stata costruita apposta per avvertirlo di non indugiare troppo su quello che funziona solo con i fan di The Big Bang Theory.

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Tomorrowland – Il mondo di domani

Titolo originale: Tomorrowland

Regia: Brad Bird

Interpreti: George Clooney, Britt Robertson, Hugh Laurie, Raffey Cassidy, Tim McGraw, Thomas Robinson

Origine: USA, 2015

Distribuzione: Walt Disney

Durata: 130′

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