Il libro della vita, di Jorge R. Gutierrez

La notte di Ognissanti le anime dei morti salgono sulla terra per confondersi tra i vivi, ma la loro presenza si percepisce appena, come un rapido brivido sulla schiena, perché il loro unico desiderio è ricongiungersi con i loro cari e continuare a vivere nel loro ricordo. Il villaggio messicano di San Angel,  che si affaccia sul mare ricalcando il contorno di una chitarra decorata con un coloratissimo teschio di zucchero, onora come ogni anno il Día de los Muertos riunendo tutta la città nel cimitero locale. Il piccolo Manolo Sanchez, l’ultimo discendente di una famiglia di toreri, ricorda la madre scomparsa suonando la chitarra, mentre il suo fedele amico Joaquin sogna di onorare la memoria di suo padre diventando un grande guerriero come lui. Entrambi sono innamorati di Maria, una ragazzina estremamente vivace che adora gli animali e non smette mai di combinare guai, ma il loro destino è nelle mani di coloro che dal regno dei morti giocano a manipolare la realtà dei vivi.

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La Muerte, la bellissima sovrana della terra dei ricordati, il paradiso variopinto delle anime ancora vive nel ricordo dei loro cari, scommette con il malvagio Xibalbache che sarà la sensibilità di Manolo a conquistare il cuore di Maria, mentre lui, custode della terra dei dimenticati, patteggia per il coraggioso Joaquin. Mentre i due pretendenti sfoderano tutte le loro armi per fare colpo su Maria, Xibalba ordisce un terribile piano per ottenere la vittoria al noncurante dei sentimenti della ragazza, e fa sprofondare Manolo nel regno dei morti.

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Questa terra straordinaria esplode di colori e musica e le anime, mascherate da calacas, sono eternamente in festa e intente a danzare intorno ai ricchi banchetti che gli ha riservato La Muerte, fino al momento in cui il loro ricordo non si dissolve nella terra dei dimenticati. Catapultato prematuramente in questa tavolozza variopinta al di là di ogni immaginazione, Manolo si ricongiunge con i suoi gloriosi antenati ma, l’idea di passare una non-vita gioiosa al loro fianco non lo alletta e, deciso a capovolgere la triste sorte che gli hanno riservato gli dei, intraprende un viaggio surreale tra le anime dei defunti alla ricerca della strada per tornare indietro sulla terra dalla sua amata.

Oscillando costantemente tra il regno dei vivi e quello dei morti, proprio Tim Burton nel suo La sposa cadavere, Gutierrez dipinge un universo scoppiettante e gioioso che capovolge completamente la cupa interpretazione dell’oltretomba insita nella cultura occidentale. L’aldilà di Gutierrez è il regno della luce più che dell’ombra, ed è solo il ricordo dei vivi a tenere acceso il mare di candele in cui le anime continuano a brillare. Ogni passo verso il cuore dell’oltretomba apre a Manolo una scena diversa, folle, colorata, curata in ogni dettaglio, suscitando curiosità verso questa straordinario culto dei morti, che si affaccia per la prima volta sulla scena dei un film di animazione, esplodendo con tutti i buoni sentimenti che porta con sè e con una carica visiva che stupisce. Con lo straordinario potere di mescolare e riscrivere gli archetipi della fiaba in un racconto originale, Il libro della vita, oltre che una narrazione fuori dal comune, è un’esperienza sensoriale , che apre le porte a una nuova era per l’animazione.

 

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