The Salvation, di Kristian Levring

Tra un’estetica stancamente laccata e vertiginose ellissi narrative, Levring non porta nulla di nuovo o d’incisivo in una tradizione che non sa cosa farsene del suo inerme punto di vista sul western.

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Nelle terre della frontiera americana del 1870, Jon (Mads Mikkelsen) e Peter (Mikael Persbrandt) sono due fratelli, affamati di agguantare finalmente una seconda occasione, la possibilità di redenzione. Fratelli glaciali, ex soldati dell’esercito scappati dalla Danimarca con tutto il peso dei fantasmi di una guerra disastrosa, i due uomini forse hanno finalmente trovato la Terra Promessa dove ricominciare, e il ricongiungimento tra Jon e la sua famiglia sembra poter essere l’inizio definitivo di una nuova vita. Purtroppo, come il genere ci insegna, il destino di Jon si scontrerà con quello della banda di aguzzini guidata dallo spietato Delarue (Jeffrey Dean Morgan), scatenando un vortice di dolore, vendetta e violenza.
Il danese Kristen Levring passa dai fasti del Dogma 95 per cimentarsi con un western dalle grandi ambizioni autoriali, imbevuto in ogni inquadratura e dialogo del suo “buon gusto” europeo.
Con uno spirito decisamente presuntuoso, il regista decide con The Salvation di mettere insieme un esercizio di stile snob, un tentativo di rilettura del genere che in questo progetto bizzarro, scade presto nell’autoreferenziale.

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Tra un’estetica stancamente laccata e vertiginose ellissi narrative, Levring non porta nulla di nuovo o d’incisivo in una tradizione che non sa cosa farsene del suo inerme punto di vista su concetti e situazioni già affrontate da altri con più efficacia e intelligenza. La ricerca vana della Salvezza (sottolineata dal ridondante titolo), la liricità della perdita della speranza o la dura e amorale vita della frontiera sono temi che il film danese cerca di fare propri ma senza troppo successo.
Senza scomodare sciocchi paragoni con i capisaldi del genere, The Salvation per il confronto anche con le più recenti e “sporche” riletture, dove con umiltà e gusto per la scrittura si fa ben altro servizio all’eredità del Western Classico. Nell’incertezza di un autore che usa questi mezzi per confermare a se stesso la propria presunta statura da cineasta, ben poco possono i bravi interpreti, rilegati in personaggi che ben presto perdono dimensione e carattere.
Mads Mikkelsen, attore chiave per gran parte del Cinema nordeuropeo, è costretto a trascinare il misero spunto narrativo per farlo diventare una vera storia. Di fronte allo sguardo muto di una Eva Green mai mortificata come in quest’occasione.

Titolo originale: id.
Regia: Kristian Levring
Interpreti: Eva Green, Mads Mikkelsen, Jeffrey Dean Morgan, Jonathan Pryce, Eric Cantona, Mikael Persbrandt
Distribuzione: Academy Two
Durata: 90′
Origine: Danimarca/Gb/Sudafrica 2014

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