Crushed Lives – Il sesso dopo i figli, di Alessandro Colizzi

Dopo due drammi di introspezione, Alessandro Colizzi passa alla commedia ma non la centra e il film resta impigliato su se stesso

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Dopo due drammi di introspezione (L’ospite, Fino a farti male), Alessandro Colizzi passa alla commedia ma non la centra. Le note quasi jazz sui titoli di testa sembravano anticipare un qualcosa di diverso, un respiro di aria nuova, ma poi ecco che la spiegazione della voce narrante sul senso del film, con tanto di metafora sui paracadutisti che nel momento in cui non si apre neanche il paracadute di scorta sarebbero come una coppia di genitori dopo la nascita dei figli, ci fa schiantare (così come si schiantano gli attori urlanti) nel panorama italiano più scontato e noioso.

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Da sempre affascinato dal tema dei rapporti umani e delle loro complicazioni, soprattutto quelle di coppia, questa volta Colizzi sceglie di raccontare, insieme alla cosceneggiatrice Silvia Cossu con cui ha scritto il libro omonimo da cui il film è tratto, quel che succede nella vita coniugale dopo l’arrivo dei figli: non si riesce più a stare tranquilli, soli, non si “scopa” più e vengono al pettine tutti i nodi accumulati nella fase precedente.

Lo spunto per una commedia c’è ma è come se non riuscisse poi a svolgersi per rimanere impigliata su se stessa: anche la scelta di inserire l’idea di un film nel film (il protagonista sta realizzando un film proprio sul tema) può esser vista come una scorciatoia, alternativa a qualcosa di più originale che invece non è stato trovato e che anzi ha appesantito il film con finte interviste imbarazzate. Colizzi ha scelto due registri: uno è quello formato dalla coppia Leonardi/Romanoff, unica coppia realistica e quasi normale che nonostante piccoli problemi si ama davvero e quindi riuscirà a venire fuori dalla crisi genitoriale, e un secondo registro formato dalle altre quattro coppie (sulle quali Saverio/Leonardi sta realizzando un film-inchiesta) che invece sono al limite della deriva, devastate dal non detto e dalla falsità della vita pseudo borghese, pseudo intellettualoide, pseudo felice o pseudo spiritual di sorta. Gli attori non reggono lo spirito della commedia, sembrano imbarazzati, rallentati, come se volessero far durare di più la scena.

La scrittura è ripetitiva (nella scena iniziale col protagonista in bicicletta è ripetuta due volte la stessa frase!) e nonostante piccoli frammenti irriverenti (come il dizionario erotico elencato dal bizzarro sessuologo campano), è farcita da eccessive spiegazioni, battutine che non riescono a volare troppo più in alto della volgarità o della banalità.

Se l’intento del film era quello di far ridere, certamente qua e là ci riesce, così come ci riesce qualche comico televisivo che però raggiunge lo stesso effetto in soli quindici minuti.

 

 

Regia: Alessandro Colizzi

Interpreti: Walter Leonardi, Nicoletta Romanoff, Bob Messini, Euridice Axen, Jacopo Cullin, Leonardo Sbragia, Paola Migneco, Melissa Bartolini, Alberto Basaluzzo, Caterina Capodilista, Carmen Giardina, Chiara Martegiani, Cesare Apolito

Distribuzione: Film Daedalus

Durata 94’

Origine: Italia 2014

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