Unfriended, di Levan Gabriadze

Osa nella tecnica, più che nel contenuto, mostrando la consueta girandola di morte attraverso una lente nuova. E la verità tangibile scompare attraverso la lente in una dimensione virtuale

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Laura Barns è bella, popolare, circondata da amici, ma una notte fatale perde il controllo durante una festa, e la sua vergogna si trasforma nel video più cliccato di youtube. Disgusto e orrore la perseguitano, insieme ai commenti spietati dei suoi compagni, che dopo ciò che ha fatto la incitano a togliersi la vita, a scomparire dal mondo. Il peso del video schiaccia Laura al punto da spingerla a spararsi a bruciapelo nel cortile della scuola, sotto gli occhi dei suoi falsi amici e le lente vigile della telecamera, che dopo l’umiliazione brama la spettacolarizzazione della sua morte. Il video è virale, si diffonde sulla rete ad una velocità inimmaginabile, e in una manciata di muniti il mondo intero sa cosa ha fatto Laura Barns, nel bene e nel male.

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unfriendedIl suo spirito inquieto medita vendetta sui suoi carnefici e sceglie di colpirli con le stesse armi con cui, goliardicamente, hanno spezzato la sua vita. Si insinua silenziosamente, con il profilo di utente senza volto, nei loro profili facebook, nelle loro frivole conversazioni su Skype e li distrugge, uno dopo l’altro, smascherando le loro serpeggianti menzogne, i tradimenti e i finti sorrisi, fino a penetrare nel buio delle loro stanze per massacrarli senza pietà.

unfriended Levan Gabriadze non stacca neanche per un istante la macchina da presa dallo schermo del computer di Blaire, una delle vecchie amiche di Laura, realizzando per la prima volta un film interamente in screencasting, in cui gli omicidi brutali dei ragazzi si consumano in diretta, nel tempo di una conversazione su Skype. L’orrore corre sulla rete e parla la stessa lingua di questa allegra brigata di cyberbulli, ossessionati dall’immagine e stupratori seriali della realtà attraverso l’obiettivo tagliente dei loro cellulari di ultima generazione. La verità tangibile scompare attraverso la lente di Gabriadze in una dimensione virtuale distorta, in cui le immagini restituite dalla webcam fanno da contrappunto a una realtà drammatica, asettica, plasmata in pixel, che fa più paura del sangue.

Unfriended osa nella tecnica, più che nel contenuto, mostrando la consueta girandola di morte attraverso una lente nuova, che trasforma l’ultra abusato found footage in un video caricato su youtube e i fastidiosi sobbalzi delle telecamere a spalla in un solido MacBook, che segue a vista i movimenti di tutti personaggi davanti alle loro fedeli webcam. I click frenetici si materializzano in strazianti sentenze di morte e i desideri più nascosti in sanguinosi omicidi, che non concedono né sollievo né perdono ai carnefici, costretti a piegarsi al volere supremo del dio internet, per prendere parte del tragico spettacolo della loro morte in diretta.

 

Titolo originale: id.

Regia: Levan Gabriadze

Interpreti: Heather Sossaman, Matthew Bohrer, Renee Olstead, Shelley Henning

Distribuzione: Universal

Durata: 82′

Origine: Usa 2014

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