STARDUST MEMORIES – Stacy Keach. Bigger than Life

Voce, calda, profonda, avvolgente, da tragedia shakespeariana. La sua carriera che passa da John Huston a Walter Hill, da Hammer fino a Nebraska. Il nostro profilo dell’attore

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Stacy Keach è innanzitutto una voce, calda, profonda, avvolgente, da tragedia shakespeariana. E non è un caso che la sua voce narrante abbia accompagnato una serie infinita di documentari di Discovery Channel e National Geographic fino ai recenti World’s Amazing Videos. La sua presenza monumentale e la sua impostazione teatrale gli hanno sempre conferito un’aura di rispetto che da un lato lo ha imposto in particolari ruoli dalle diverse sfumature drammatiche dall’altro gli ha consentito l’accesso a una parte del cinema “mainstream”.

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stacy keach e jeff bridges in fat cityNato nel 1941 a Savannah in Georgia, Stacy Keach ha iniziato la sua carriera formandosi come attore teatrale alla Yale School of Drama e alla London Academy of Music and Dramatic Art: le sue magistrali performance nelle tragedie shakespeariane (King Lear, Amleto, Macbeth, Riccardo III) gli faranno ottenere il titolo di “Laurence Olivier” americano. Dopo alcune comparsate in film minori, i primi importanti passi nel cinema sono sotto l’egida di Frank Perry che gli fa interpretare la parte di Doc Hollyday nell’anti western Doc (1971) e di John Huston che lo coinvolge nell’importante progetto di Città amara-Fat City (1972) triste metafora di ascesa e caduta nel mondo del pugilato. In entrambi i film, Stacy Keach riesce a lasciare una impronta indelebile donando ai suoi personaggi una grandezza tragica. La bravura del grande attore americano si manifesta anche quando compare in piccoli camei (L’uomo dei 7 capestri di John Huston 1972) o in ruoli più da commedia classica (Up in Smoke,1978 e Nice Dreams,1981). Ma è nel 1980 che Stacy Keach si ritaglia un posto nella storia del stacy keach e james keach in the long riderscinema scrivendo insieme a Walter Hill il capolavoro I cavalieri dalle lunghe ombre (1980). Stacy e suo fratello James interpretano i fratelli James, rinvigorendo la saga del bandito Jessie James che, nella seconda metà dell’800, divenne leggenda vivente con le sue scorribande e fonte di bibliografia e filmografia sconfinate. Keach insieme alle altre star presenti nel film (i fratelli Carradine) propone un eroe post romantico, disilluso e ormai prossimo all’estinzione che rimane impresso nell’immaginario collettivo. L’ascesa di Keach sembra ormai inarrestabile, amplificata dal successo della serie televisiva Hammer (1984-1987) nella quale interpreta il misogino e misantropo detective hard boiled (uscito dalla fervida immaginazione di Mickey Spillane) che ricorda nella rudezza e nella illegalità il modus operandi dell’ispettore Callaghan di Clint Eastwood. Nel frattempo viene spedito in carcere per sei mesi perché trovato all’aeroporto di Heathrow con addosso un bel po’ di cocaina: nella sua autobiografia All in All: An Actor’s Life On and Off the Stage, pubblicata da Lyons Press, Keach rivela che quella condanna (che molti giudicarono esagerata) in realtà fu il primo passo verso la disintossicazione e la riabilitazione. Da tale esperienza trarrà ispirazione per disegnare l’indimenticabile personaggio di Henry Pope, dirigente carcerario del penitenziario di Fox River in Prison Break.

Nel 1988 vince il Golden Globe per la mini serie dedicata a Ernest Hemingway: la somiglianza fisica con il grande scrittore americano è impressionante e Keach ne riproduce fedelmente il grande carisma e la sregolatezza. Dopo la partecipazione a due film importanti come Fuga da Los Angeles (1996) di John Carpenter e American History X (1998) di Tony Kaye, è tra i protagonisti della serie Titus (54 episodi tra il 2000 e il 2002) dove dà prova delle propria bravura interpretando il bigotto e arrogante papà di Titus (vincerà il Satellite Awards nel 2001 proprio per questo ruolo).

stacy keach in nebraskaNel 2009, mentre è alle prese con la pièce teatrale Frost/Nixon di Peter Morgan, viene colpito da un leggero ictus che comunque non ne compromette le funzioni cognitive e verbali. La sua popolarità è sempre in rialzo anche tra le nuove generazioni e Keach, dopo la parte del reverendo Hudd in W. di Oliver Stone (dove disegna la figura di un padre spirituale capace di influenzare le decisioni del presidente Geroge W. Bush), viene coinvolto in produzioni ad ampio respiro e più leggere come Machete (2010) di Robert Rodriguez, The Bourne Legacy (2012) di Tony Gilroy e Sin City 2- Una donna per cui uccidere (2014) di Robert Rodriguez e Frank Miller.

Tra le ultime opere, Nebraska (2013) di Alexander Payne è il film in cui il grande attore regala ancora una meravigliosa performance vestendo i panni dell’amico-nemico di Bruce Dern e mostrando un particolare lato avido e luciferino.

Attraversando i vari generi con una versatilità sorprendente, Stacy Keach si è ritagliato un ruolo importante come attore di teatro, di cinema, di televisione, come doppiatore, come voce narrante. Non c’è campo che non l’abbia visto protagonista, alla faccia del destino che lo ha fatto nascere con un difetto al labbro e al palato: decine di operazioni chirurgiche per correggere la malformazione e un paio di baffi inconfondibili a nascondere la cicatrici. Una carriera davvero strepitosa. Bigger than life.

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