Predestination, di Michael e Peter Spierig

Da un racconto di Robert A. Heinlein, un film sui viaggi del tempo come ricerca della propria identità. Il risultato non è esente da fascino, ma la logica del twist narrativo raffredda le emozioni.

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Dopo due horror (Undead, 2003, e Daybreakers – L’ultimo vampiro nel 2009), i gemelli Michael e Peter Spierig passano alla fantascienza adattando il racconto Tutti i miei fantasmi (All You Zombies) dello scrittore americano Robert A. Heinlein, incentrato sul tema dei viaggi nel tempo.

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Ethan Hawke è un agente che viaggia attraverso il novecento per impedire una serie di sanguinosi attentati dinamitardi a New York che culmineranno nel 1975, anno in cui un’esplosione nel cuore della città provocherà migliaia di vittime; il suo obiettivo e sospettato principale è un giornalista dal passato tormentato, il quale gli racconterà una storia incredibile fatta di dolore e frustrazione…

predestinationQua ci fermiamo. Impossibile raccontare di più, dal momento che Predestination fa del twist narrativo una delle proprie attrattive principali: il film dei fratelli Spierig è infatti un congegno ad orologeria calcolato fin nei minimi dettagli, nel quale lo spettatore è costretto a mantenere un elevato tasso di concentrazione per evitare di perdersi negli sviluppi di un plot (apparentemente) intricatissimo, nonostante le vicende si facciano man mano più scontate e prevedibili. L’impressione è la stessa avuta per il precedente Daybreakers, ovvero che i due giovani autori costruiscano un mosaico di storie e vite troppo grande per la durata di un singolo film: come se questi universi narrativi facessero intendere (e immaginare) molto più di quanto in realtà mostrato, lasciando una sensazione di incompiuto e non detto. Stimoli che forse, attraverso un linguaggio diverso, potrebbero funzionare molto meglio nella serialità televisiva, chissà.

cate wolfe in predestinationAll’interno di un discorso di genere, in ogni caso, la struttura è coraggiosa: Predestination rifiuta la politica della scena madre, facendo a meno di tutto ciò che ci si aspetta di vedere da un momento all’altro (gli attentati del bomber) a favore di un continuo spostamento attraverso i decenni alla ricerca di una serenità data dall’ottenimento di una certezza, un’identità. In questo il film si avvicina molto all’ottimo Looper – In fuga dal passato, utilizzando il pretesto del viaggio del tempo per spostare il discorso su un piano esclusivamente emotivo; peccato però che questa sua struttura calibratissima si traduca tragicamente in freddezza, perdendo per strada numerosi frammenti di una riflessione tutt’altro che banale sull’impossibilità di modificare (e quindi scegliere) il proprio ruolo all’interno della Storia. L’interpretazione della giovane Sarah Snook prosegue però là dove i registi invece si fermano: ovvero nel mettere in scena la disperazione di chi è stato privato di una scelta, pagando a caro prezzo le conseguenze di un amore (nonostante tutto).

 

Titolo originale: id.

Regia: Michael e Peter Spierig

Interpreti: Ethan Hawke, Sarah Snook, Noah Taylor, Christopher Kirby, Freya Stafford

Distribuzione: Notorius Pictures

Durata: 97′

Origine: Australia, 2014

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