Left behind – La profezia, di Vic Armstrong

Apocalisse dello sguardo, Left behind trova un senso compiuto, l’unico possibile, nella presenza di Nicolas Cage. Che si conferma elemento fondamentale di un cinema senza una direzione apparente.

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C’è ben poco di profetico nel Left behind di Vic Armostrong. L’evento apocalittico spazza via qualsiasi necessità di chiarezza o spiegazione, così come non richiede una prospettiva futura. E così, quando milioni di persone spariscono improvvisamente dalla faccia della terra sotto gli occhi increduli dei propri cari, neanche il vago sapore biblico della vicenda riesce a dare consistenza ad un immaginario vuoto. La lotta per la sopravvivenza del capitano Rayford Steele (Nicolas Cage), al comando di un aereo di linea durante l’inspiegabile smaterializzazione, si sovrappone al disperato vagabondaggio della figlia Chloe Steele (Cassi Thomson) in una New York in preda al panico. Ma è appunto il collasso a interessare maggiormente il regista (nonché leggendario stuntman) Vic Armstrong, incapace di incanalare la distruzione (fisica e spirituale) in una narrazione compiuta. E se ormai tentare la spettacolarizzazione dell’apocalisse è un tentativo fallimentare in partenza, cosa rimane di Left Behind?

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A rimanere (dietro) lo sguardo è ancora una volta l’incredibile presenza di Nicolas Cage. Massiccio, granitico, sbagliato: la sua figura, l’abbiamo già detto, è uno dei volti imprescindibili di Hollywood. Quel cinema scorretto e inspiegabile ha bisogno di un suo araldo, di qualcuno che ci metta la faccia. Non è spirito di sacrificio, nulla di così edonistico, è (qui giustamente) profetica predestinazione.
Una scena su tutte: il pilota Rayford Steele rimane chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio dove aveva lasciato ai comandi dell’aereo il suo copilota, misteriosamente scomparso come tanti altri. E in questa straziante e involontaria parodia della vera tragedia, dove il pilota implora il suo collega di aprire la porta (ma bastava inserire il codice di sicurezza…), capiamo il vero ruolo dell’attore. Nicolas Cage è l’uomo sbagliato al momento sbagliato. L’assurda testimonianza fotografica di un film mai nato di Tim Burton su Superman, il ruolo di protagonista nel film disconosciuto da Paul Schrader. Chi, se non Cage? Infiniti ruoli interpretati, dove si susseguono senza soluzione di continuità i registi più disparati. Dai nomi altisonanti a quelli più dozzinali, allo spettatore decidere dove collocare Vic Armstrong, la costante di Nicolas Cage è quella di aver dato solidità ad una storia del cinema americano altrimenti irriconoscibile. Un carattere di inadeguatezza cronica, capace di attraversare sempre illeso la mutabilità dell’essere attore.
E in una catastrofe come Left behind, l’unica ancora di salvezza rimane la certezza dello sguardo di Nicolas Cage: un volto indelebile del cinema.

 

Titolo originale: Left Behind
Regia: Vic Armstrong
Interpreti: Nicolas Cage, Chad Michael Murray, Cassi Thomson, Lea Thompson, Nicky Whelan
Distribuzione: Notorious Pictures
Origine: USA, 2014
Durata: 110′

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