#Venezia72 – Looking for Grace, l’ironico dramma di Sue Brooks

Dopo il successo a Cannes con Japanese Story nel 2003, Sue Brooks sbarca per la prima volta al Lido con un dramma connotato dal tipico tocco ironico della regista australiana

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Mai come quest’anno Festival del Cinema di Venezia “scopre” l’Australia. Early Winter di Michael Rowe e The Daughter di Simon Stone parteciperanno alla Giornata degli Autori, Tanna di Bentley Dean e Martin Butler verrà proiettato alla settimana della critica, e, in Concorso, Looking for Grace di Sue Brooks. E’ la prima volta che ci sarà almeno un film australiano per categoria, e sono quindici anni che una regista australiana non partecipava al concorso (l’ultima fu Clara Laws che nel 2000 gareggiò con La dea del ’67).  Il film della Brooks parla di Grace, una quindicenne che fugge con il suo miglior amico, portando i genitori a chiamare in aiuto un detective privato. Così partono alla ricerca della figlia, una ricerca che li metterà di fronte a bugie, segreti, dolore e amore.

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Finanziato dalla Screen West, Screen Australia, Film Victoria, The Melbourne International Film Festival Fund e Fulcrum Media Finance, il film della Brooks, che si dichiara “entusiasta e incredula riguardo la partecipazione a Venezia”, è stato prodotto dalle Gecko Films, Taylor Media e Unicorn Films.

looking for grace 2Del cast, quasi totalmente australiano, fanno parte Richard Roxburgh (Mission Impossible II, Moulin Rouge) e Radha Mitchell (Olympus Has Fallen, Silent Hill) che vestiranno i panni dei genitori, mentre Odessa Young (presente al Lido anche in The Daughter di Simon Stone) sarà Grace e Terry Norris (Paper Planes) il detective.

Dopo il successo di critica e pubblico di Japanese Story del 2003 (vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes) e dopo Subdivision (2009), la regista australiana torna con una pellicola descritta come un “dramma dai risvolti comici”: “Looking for Grace è la storia di una famiglia ordinaria” afferma la produttrice Lizette Atkins “che va incontro a situazioni straordinarie, tutte connotate dall’ironia e dal pathos, caratteristiche di Sue, insieme all’imprevedibilità degli eventi che lei stessa ha sceneggiato“.

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