Chi è Dayani Cristal?, di Marc Silver
Per questo Gael Garcia Bernal, che figura anche come produttore di Chi è Dayani Cristal, si mette in cammino, per raccontare una delle tante storie di quell’inarrestabile flusso migratorio che tutte misure restrittive adottate dal governo statunitense non hanno affatto fermato, ma solo messo ancor più a rischio. Dall’Honduras fino alla frontiera con gli Stati Uniti, dopo aver attraversato il Messico a cavallo della “Bestia”, il treno che ogni anno trasporta sulla cima dei suoi vagoni centinaia di migliaia di migranti dal sud al nord del paese, con la speranza a scompigliare i capelli e nel cuore la paura di addormentarsi, finendo come tanti sotto le ruote, o di esser derubati, rapiti o uccisi da una delle gang che attendono l’arrivo del treno. Attorno al viaggio, Marc Silver apre altre due tracce narrative e mentre Gael Garcia Bernal avanza condividendo le storie e i sogni di chi è stato già espulso più volte dagli Stati Uniti, ma continua a provare, e di chi si è messo cammino per la prima volta, Chi è Dayani Cristal torna indietro, in Honduras, dove tutto è iniziato, cercando di restituire un volto e un’identità al corpo con Dayani Cristal tatuato sul petto, attraverso le voci e i racconti di chi è rimasto a casa ad attenderlo, la sua famiglia e i suoi amici. Ma perché la storia di Yohan possa esser raccontata, questo è il nome dell’uomo ritrovato nel deserto di Sonora, i suoi resti devono prima trovare un’identità. Per Yohan c’è almeno un tatuaggio da cui partire, in molti casi rimangono solo ossa o corpi in avanzato stato di decomposizione. E’ il complicato lavoro di chi al di qua della frontiera, cerca di ridare umanità e un nome “alle persone che sono invisibili in vita e continuano ad essere invisibili anche da morte”, mentre s’interroga su quante morti dovranno ancora esserci per dire basta.