#Venezia72 – Kalo Pothi (The Black Hen), di Min Bahadur Bham

Un tortuoso percorso che si insinua nella Storia recente per far emergere le contraddizioni di una terra, e di un popolo, inaspriti dal conflitto armato. Alla Settimana della Critica

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Kalo Pothi (La gallina nera), presentato nella Settimana della Critica, annovera almeno tre primati. Oltre a essere l’opera prima del giovane Min Bahadur Bham, si tratta del primo lungometraggio nepalese proiettato alla mostra e, notizia ancora più importante, del primo lungometraggio girato in Nepal, repubblica in cui vige una doppia censura, quella imposta dal governo e quella di matrice maoista. In tempi di inni alla libertà d’espressione per il cinema e la cultura in generale, il film di Bham acquista allora un sapore particolare soprattutto in virtù del fatto che affronta la difficile situazione politica del paese.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Durante la guerra civile che ha colpito il Nepal tra il 1996 e il 2006, il giovane Prakash, insieme al suo inseparabile amico Kiran, si mette alla ricerca di una gallina che gli è stata rubata e che avrebbe permesso a sua sorella di pagarsi gli studi. I due ragazzi, di origini diverse ma uniti da un profondo legame, dovranno superare una serie di ostacoli e pericoli per recuperare il prezioso animale.

Ampliando i temi e la materia del suo cortometraggio Bansulli (The flaute), che si ispirava in parte a ricordi d’infanzia, il regista prosegue un tortuoso percorso che si insinua nella Storia recente per far emergere le contraddizioni di una terra, e di un popolo, inaspriti dal conflitto armato. La scelta di un punto di vista neutrale e interno agli eventi – lo sguardo trasognato del protagonista – colloca la vicenda su un piano quasi favolistico che impiega le convenzioni del genere per veicolare un messaggio semplice e universale: la proverbiale gallina dalle uova d’oro diventa una miniera di speranze in grado, forse, di cambiare il futuro di chi le sta intorno. Il film, però, non si perde in un racconto moraleggiante e unicamente adolescenziale; richiama anzi su di sé un forte senso alla realtà che si esprime nella volontà di mostrare le tradizioni religiose, i costumi e i tabù di una società divisa in caste e infinite sottocaste, al margine delle quali sono collocati gli intoccabili, cioè gli esclusi. Nonostante alcune incertezze di scrittura, che a volte distraggono lo spettatore, Kalo Pothi è un esordio con buone potenzialità, specchio di un passato ingombrante e difficile da superare.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array