We Are Your Friends, di Max Joseph

Perfetto controcampo americano dell’Eden di Mia Hansen-Løve, We Are Your Friends è la cinemelografia 2.0, con immagini scolpite da una colonna sonora che è la vera sceneggiatura dell’opera

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“…Io dico la musica che parla a tutti senza parole. La musica che s’esprime coi suoni e di essa, la cinematografia, potrà essere il linguaggio visivo. Ecco: pura musica e pura visione. I due sensi estetici per eccellenza, l’occhio e l’udito, uniti in un godimento unico (…) sommovendo il subcosciente che è in tutti, immagini mutevoli come nei sogni, in vertiginosa successione, blande o riposanti, col movimento stesso del ritmo musicale. Cinemelografia, ecco il nome della vera rivoluzione: il linguaggio visibile della musica.”

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Luigi Pirandello, “I Quaderni di Serafino Gubbio Operatore”

 

Definito dal ritmo assillante dei suoi bassi, We Are Your Friends pare davvero il risultato di una cinemelografia 2.0, insistentemente ricercata da un certo cinema contemporaneo. Perfetto controcampo americano dell’Eden di Mia Hansen-Løve,  l’esordio di Max Joseph è uno stupefacente esempio di come il ruolo subalterno, di accompagnamento, della musica sia ormai rovesciato e sia l’immagine a seguire il sound che muove storia e personaggi, rimpallando continuamente tra  i loro movimenti e quelli suscitati in maniera subliminale nel pubblico.

La sua è la Sinfonia di una città, ma anche di un’intera generazione, colta nel fondamentale scarto tra collettivo e privato – e ancora una volta bisogna tornare a Gondry, che aveva già capito tutto in The We and The I, titolo sempre più fondativo degli anni Duemila – e “tra l’euforia e la malinconia” ricercate dai protagonisti della Hansen-Løve. Di questa duplice, contraddittoria ma coesistente condizione il d.j. è il nuovo apostolo, chiuso nella solitudine della sua stanza a produrre suoni sintetici che muoveranno intere folle.

We-Are-Your-Friends-posterBasta pensare alla scena-chiave del film, con Zac Efron che viene sfidato da quell’incredibile corpo erogeno che è Emily Ratajkowski a “far partire la festa”: e il giovane Cole tira fuori un trattato di cardiofitness applicato alla musica, con i bassi che fanno pulsare le vene e i cuori, trasformando i singoli individui in una marea oscillante e incontenibile.

Max Joseph è il primo ad abbandonarsi a questa marea, lasciando che le sue immagini vengano scolpite da una colonna sonora che è di fatto la prima sceneggiatura dell’opera e, circondato dai suoi montatori, dà corpo a questo lungo, sincopatissimo videoclip, senza per questo rinunciare al romanzo di formazione.

zac-efronPerché seppur frammentato in inquadrature che nell’incipit adrenalinico non si fermano davanti agli occhi per più di un secondo, con tutto un apparato visivo di cartelli, didascalie a richiamare, ancora, il cinema delle origini, We are your friends è anche un puntuale coming of age, che dietro una confezione figlia di Mtv – fondamentale l’esperienza di Joseph nel reality Catfishritrae quel magico e drammatico superamento della propria linea d’ombra, coi suoi riti di passaggio.
Ecco allora gli amici di sempre, il gruppo-branco per cui il cambiamento è sempre un po’ un tradimento; il mentore che ispira e delude, la donna che ti spinge a essere migliore di quello che credi; i dilemmi etici del confronto col mondo reale e infine, le passioni, i sogni e la paura del fallimento, perché la domanda, pronta a trasformarsi in inno generazionale, è “Saremo mai meglio di così?”.

Progetto ispiratissimo, che trova nei volti e nei corpi del terzetto Efron-Ratajkowski-Bentley l’indispensabile superficie estetica, We Are Your Friends è animato dagli stessi principi della musica che Cole impara a comporre (nella realtà quella del giovane talento francese Pyramid): generata da un computer ma necessariamente vibrante di suoni personali, intimi, reali.

 

 

Titolo originale: id.
Regia: Max Joseph
Interpreti: Zac Efron, Emily Ratajkowski, Jonny Weston, Wes Bentley, Diana Prince, Shiloh Fernandez, Jon Bernthal
Distribuzione: Notorius
Durata: 100’
Origine: Usa 2015

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