L’umanesimo di Gaudino: Per amor vostro

Spiazzante, bellissimo ed eccedente. E profondamente legato alla tradizione, quasi fosse un lavoro di catalogazione, di cui non scorgiamo per intero l’urgenza. Con una splendida Valeria Golino

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Eccolo qua, atteso come un evento, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, ritorno al cinema di finzione (come se poi voglia dir qualcosa…), dopo il primo, folgorante Giro di lune tra terra e mare. Quasi venti anni attesa, appena mitigati da una serie di documentari, firmati in buona parte insieme a Isabella Sandri. E, senza voler rimandare oltre, va detto che il ritorno è in grande stile.

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La storia di Anna, una donna dura e sognatrice, attenta e miope al tempo stesso. Una donna pronta a cogliere le opportunità di un nuovo lavoro, come suggeritrice e gobbo per le produzioni TV, ma incapace di accorgersi della reale natura del marito, brutale e senza scrupoli. Almeno sino all’evidenza e alla necessità di una scelta morale. Per ritrovar se stessa. E i propri figli.

valeria golino in per amor vostroEcco, la scelta. L’umanesimo di Gaudino, alla fine, viene fuori con forza. In versione femminile. Anna è il punto di vista e il metro di tutte le cose. E la splendida Valeria Golino, coppa Volpi al Festival di Venezia come miglior attrice, è il centro e il vettore della nostra visione. E Per amor vostro è un racconto tutto in soggettiva, che piega il mondo intero allo sguardo di una donna al bivio, una donna forte, ma ormai allo stremo delle forze. È Anna a prestarci gli occhi e il cuore con cui seguire la storia, la sua storia, come se dettasse da sé le linee della narrazione, in assoluta autonomia rispetto alle istanze e ai voleri del director. E persino di Dio. Ogni cosa, luogo e vicenda, gli stessi colori si trasformano sotto la pressione di un’immaginazione fervida, straripante, che modifica la norma, i contorni definiti del reale e delle storie. Il bianco e nero del quotidiano, i colori dei ricordi, delle epifanie più vivide, del mare, i bagliori e i controluce dei sogni di amore, le profonde oscurità dei rapporti di violenza. È cinema immediatamente percettivo ed emotivo quello che Gaudino mette in campo, un cinema rovesciato (o forse più reale del reale…), in cui l’interiore ingloba l’esteriore, fino a domarlo e cambiarlo. Una specie di espressionismo partenopeo che assume le forme del fastoso e dell’eccedente, ai limiti del rococò.

valeria golino in per amor vostroMa quella di Gaudino è anche una forma che affonda le radici nella sua/nostra terra. E Napoli sembra in ogni istante una città materiale che si sfalda in pure apparenze, di energie che salgono dalle profondità del sottosuolo come vapori di solfatare. Città di bolle e campi flegrei, di cavità nascoste sotto il livello di un mare mobile, vivente, magnifico e terribile, di bradisismi che slittano il profondo e sfaldano la superficie. La Napoli di Gaudino sembra quasi inafferrabile nella sua consistenza architettonica, urbanistica, geografica. Quasi fosse velata dal fumo e dalla luce di traverso. Eppure, nella sua visione, si leggono chiari tutti segni di un’iconografia ben riconoscibile, alimentata da un immaginario arcano e al tempo stesso popolare. Popolato da culti di morti e santi, San Gennaro e San Gaudioso, misteri dolorosi di madonne bianche e nere, catacombe sotterranee che si aprono al caos ingestibile della strada, presepi viventi e corpi ridotti a figura, un sovraccarico di uomini e sensi, di suoni, musiche, tammorre che sembrano fuochi d’artificio e colpi di pistola, povertà e crimine, violenza e indifferenza, passione e illusione. Lo stesso plot, ridotto all’osso, ci riporta a un canovaccio essenziale, alla magnifica struttura della sceneggiata classica, richiamata soprattutto dall’esplosiva recitazione di uno straordinario Massimiliano Gallo (figlio del grande Nunzio). La tradizione riaffiora ovunque. E allora viene da chiedersi se quello che appare come un film innovativo, quasi “avanguardista” non sia, più verosimilmente, uno studio rivolto al passato, una specie di lavoro di archivio e catalogazione, di scavo nelle ere di una mentalità e di un popolo.

valeria golino in per amor vostro Tutto ciò non toglie nulla all’originalità e all’inventiva dello stile e, soprattutto, della narrazione di Gaudino, che si discosta persino dal più controllato Giro di lune tra terra e mare. Ma ci viene voglia di paragonarlo al Mood Indigo di Gondry, altra storia vissuta in soggettiva, di umori e sentimenti che modificano le cose e lo spazio. Lì c’è ancora l’effetto artigianale, la sfida della pratica al set e la disperazione per un cinema ormai impossibile. C’è insomma l’urgenza di un discorso personale che si fa gesto d’amore. Ecco, in Per amor vostro c’è bellezza, coraggio, ma non riusciamo a scorgere tutta l’urgenza. Al punto che la Napoli leopardiana di Martone sembra ancora la visione più potente della città odierna. È solo una lieve ombra sul quadro, ma è ciò che misura la residua distanza tra il nostro cuore e il film. Lo diciamo sottovoce, con rispetto.

 

Regia: Giuseppe M. Gaudino
Interpreti: Valeria Golino, Massimiliano Gallo, Adriano Giannini, Salvatore Cantalupo
Distribuzione: Officine UBU
Durata: 110′
Origine: Italia 2015

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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