Maze Runner – La Fuga, di Wes Ball

Il mix tra fantascienza e horror dona un pizzico di fascino in più a questa avventura, che alla fine conferma però limiti di ritmo ed emozione piuttosto sorprendenti per una simile operazione

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Si entra nella Fase Due: dal Labirinto alla Zona Bruciata. Non c’è pace per il gruppo di ragazzi capitanato da Thomas e ideato dalla penna fortunata di James Dashner, autore della trilogia editoriale che ha ispirato il progetto cinematografico di Maze Runner. Dopo il fortunatissimo e modesto primo capitolo, La Fuga aumenta le sue ambizioni produttive e di durata (si superano i 120′), ma mantiene in cabina di regia il giovane Wes Ball, ancora acerbo ma con qualche freccia in più sul suo arco. Con i campi lunghi delle distese desertiche sembra infatti essere più a suo agio rispetto all’ambientazione esotica che aveva contraddistinto Il labirinto. I problemi di (sovra)struttura narrativa continuano però a palesarsi e a inchiodare la serie dentro una pesante zavorra emotiva. La Zona Bruciata è una landa desolata a metà strada tra quella del Pianeta delle scimmie (l’originale del 1968) e Terminator, da cui Ball recupera anche le dominanti blu e nere nella prima parte, molto claustrofobica e notturna. Stavolta i giovani fuggitivi devono cercare di sopravvivere alla terra contaminata dalla radiazioni e infestata da umani infetti che sembrano gli zombie di World War Z con l’obiettivo di trovare informazioni sull’organizzazione WCKD, coordinata dalla misteriosa Ava Paige (Patricia Clarkson).

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Il mix tra fantascienza e horror dona un pizzico di fascino in più a questa avventura, che alla fine conferma limiti di ritmo ed emozione piuttosto sorprendenti per una simile operazione. Insomma nonostante qualche miglioramento rispetto all’episodio precedente, la ricetta di questo blockbuster per giovani continua a sembrarci macchinosa e prevedibile. Manca una scintilla che riesca a far vibrare questa metafora “sociale” attuale, cinica ma interessante: i giovani come cavie su cui sperimentare un nuovo modello di resistenza e selezione naturale, su cui costruire un domani che non conosciamo. Qualcosa di sottilmente reazionario e sadico che avrebbe meritato un’elaborazione “politica” e visionaria più consapevole e matura.

Titolo originale: Maze Runner: the Scorch Trials

Regia: Wes Ball

Interpreti: Dylan O’Brien, Thomas Sangster, Kaya Scodelario, Aidan Gillen, Giancarlo Esposito, Patricia Clarkson, Barry Pepper, Lili Taylor

Distribuzione: 20th Century Fox

Durata: 131′

Origine: Usa 2015

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