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Rivista Sentieriselvaggi21st
Scuola di Cinema
Un colpo di fortuna. Coup de chance, di Woody Allen
Ritorno a Parigi con un thriller mascherato da commedia che ha bisogno dell'aria degli esterni e della luce per respirare e che conferma lo stato di grazia del regista.
Archivio tag: melvil poupaud
18ª Festa del Cinema di Roma: le giurie
Gael Garcìa Bernal presiederà il Concorso Progressive Cinema, Paolo Virzì consegnerà il premio alla Miglior opera prima e Philippine Leroy-Beaulieu il Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commed
Coup de chance, di Woody Allen
Ritorno a Parigi con un thriller mascherato da commedia che ha bisogno dell'aria degli esterni e della luce per respirare e che conferma lo stato di grazia del regista. VENEZIA80. Fuori Concorso.
Jeanne du Barry. La favorita del Re, di Maïwenn
Il tentativo di legittimazione autoriale della cineasta: il risultato gira però a vuoto tra le stanze di una Versailles illustrativa, spaesato come Johnny Depp.
Fratello e sorella, di Arnaud Desplechin
Si avverte una fatica insolita. Una specie di aggrovigliarsi della narrazione, all’inseguimento di una velocità che mina l'armonia e fa smarrire il punto, la posizione.
L’amour et les forêts, di Valerie Donzelli
Dopo una buona partenza, diventa monocorde e prevedibile e la recitazione è troppo caricata a cominciare da quella di Melvil Poupaud. Cannes Première
Jeanne du Barry di Maïwenn aprirà il 76° Festival di Cannes
Sarà Jeanne du Barry ad aprire il 76° Festival di Cannes. Il nuovo film diretto e interpretato da Maïwenn, che ha tra i protagonisti anche Johnny Depp, Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Ric
Un bel mattino, di Mia Hansen-Løve
La cineasta francese affronta la malattia come sfasamento tra corpo e pensiero, razionalità e sentimento. E ancora una volta il vero veicolo delle emozioni sono i libri sulle nostre mensole.
I giovani amanti, di Carine Tardieu
Da un’idea di Solveigh Anspach, un film inquieto sull’impossibilità della felicità a tratti troppo spiegato ma con momenti intensi grazie anche alle interpretazioni di Fanny Ardant e Melvil Poup
Frère et soeur, di Arnaud Desplechin
Si avverte una fatica insolita. Una specie di aggrovigliarsi della narrazione, all’inseguimento di una velocità che mina l'armonia e fa smarrire il punto, la posizione. In concorso a #Cannes2022
Un beau matin, di Mia Hansen-Løve
Alla Quinzaine, Hansen-Løve affronta la malattia come sfasamento tra corpo e pensiero, razionalità e sentimento. E ancora una volta il vero veicolo delle emozioni sono i libri sulle nostre mensole
Les jeunes amants, di Carine Tardieu
Da un'idea di Solveigh Anspach, un film inquieto sull'impossibilità della felicità a tratti troppo spiegato ma con momenti intensi grazie anche alle interpretazioni di Fanny Ardant e Melvil Poupaud
Estate ’85, di François Ozon
Dal romanzo La danse du coucou di Aidan Chambers, un film passionale e struggente, intenso e disperato. Protagonisti azzeccatissimi. Ozon non sbaglia niente ma non calcola niente.
L’ufficiale e la spia, di Roman Polanski
Partendo dall'affaire Dreyfus Roman Polanski firma un personale e lucidissimo viaggio nella memoria del Novecento. Tra Bresson e Rossellini. Gran Premio della Giuria al 76° Festival di Venezia
Grazie a Dio, di François Ozon
Il cineasta francese si sforza di mantenere un’obiettiva chiarezza nella ricostruzione della vicende. Fino a un'eccesso di linearità. Orso d'argento alla 69° Berlinale
Tutti gli Uomini di Victoria, di Justine Triet
La regista francese porta in superficie tic e nevrosi della donna moderna e della società contemporanea in una commedia che frulla insieme Hawks, Cukor, Allen, Truffaut e Moretti. Favolosa la Efira
SPECIALE STAND BY ME – Racconto d’estate, di Eric Rohmer
Un titolo che era come una promessa. Una folgorazione estiva che segna l'incontro con l'universo rohmeriano, divenuto molti anni dopo un viaggio alla ricerca di quei luoghi e di quelle stesse immagini
L’esistenzialismo simulato: By the Sea, di Angelina Jolie
Quasi una punizione per la regista-attrice e Brad Pitt. Con un campionario di cinema francese esistenzialista che confonde poi Sautet, Polanski e Lelouch. Così brutto che potrebbe diventare un cult
