Addio al 'tempo delle mele'. Ci lascia Claude Pinoteau

una scena di il tempo delle mele, il grande successo di claude pinoteau

E' morto l'altro ieri a 87 anni il regista che ha lanciato Sophie Marceau e che è stato il film-chiave di una generazione. Aveva anche scoperto Isabelle Adjani e instaurato una proficua collaborazione con Lino Ventura, che lo ha diretto in quattro film 

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il tempo delle melePer molti di "Sentieri Selvaggi", Il tempo delle mele è stato un passaggio imprenscindibile, come testimonia lo speciale realizzato da questa rivista nel 2006 in occasione dei 25 anni dalla sua uscita. Ed è forse il titolo a cui è maggiormente legato il nome di Claude Pinoteau, morto l'altro ieri a 87 anni, forse l'esempio di quei grandi artigiani di un cinema passato che ha frequentato i set per quasi 30 anni prima di dirigere il suo primo film come regista a quasi 50 anni, lo spionistico L'uomo che non seppe tacere (1973) con Lino Ventura, attore con cui crea un felice sodalizio artistico e che dirigerà successivamente anche in Lo schiaffo (1974) – che lancia una giovanissima Isabelle Adjani – Labirinto (1979) e Le 7ème cible (1984). Ma il successo planetario lo raggiungerà proprio con Il tempo delle mele (1980), 15 milioni di spettatori in tutta Europa, nelle sale francesi per ben 35 settimane, tappa decisiva per molti spettatori nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza con cui si afferma il volto di Sophie Marceau che sarà protagonista anche del fortunato sequel, Il tempo delle mele 2 (1982) – che sbanca anche questo al botteghino – e Il tempo delle mele 3 (1988), titolo ingannatore della distribuzione italiana di un film che in realtà non ha nulla a vedere con i primi due; il titolo originale infatti non è più Le boum ma L'étudiante e la protagonista non si chiama più Vic ma Valentine, protagonista di una commedia sentimentale in cui è una maestra elementare che ha un tormentato rapporto con un musicista di una band interpretato da Vincent Lindon.

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Giù in famiglia si respirava cinema. Il padre è stato ispettore di produzione, il fratello Jacques anche lui regista. Attivo sin dalla metà anni '40, i era fatto le ossa come aiuto-regista collaborando con Jean Cocteau (Orfeo, 1950), Max Ophuls (Lola Montes, 1955), Jean-Pierre Melville (I ragazzi terribili, 1950), Claude Lelouch (L'avventura è l'avventura, 1972), Philippe de Broca (L''uomo di Hong Kong, 1965) ed Henri Verneuil (diversi film tra cui La 25° ora, 1967).

Tra i film da lui diretti – è stato anche sceneggiatore di tutte le pellicole firmate come regista – ci sono anche la commedia Il genio (1976) con Yves Montand e Agostina Belli e, negli anni '90, La neige et le feu (1991) e Cache cash (1994). Il suo ultimo film è stato Les Palmes de M. Schultz, sospeso tra commedia e dramma con Philippe Noiret, Charles Berling ed Isabelle Huppert nei panni di Marie Curie. Per la tv aveva firmato nel 2005 il documentario Un abbé nommé Pierre, une vie pour les autres.

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