Africa. Raccontare un mondo: la selezione di film che accompagnerà la mostra di Milano
Una ricca rassegna cinematografica accompagna l’esposizione nell’esplorare e comprendere il territorio artistico africano. Il programma
L’esposizione Africa. Raccontare un mondo. che si tiene a Milano fino all’11 settembre tra il PAC e lo Spazio Oberdan darà ampio spazio ad una vasta scelta cinematografica africana, tra conclamati classici e nuovi orizzonti contemporanei.
Un catalogo di 16 (dieci lungometraggi e sei cortometraggi) film presentati dalla COEmedia e Cineteca di Milano daranno risalto alle tematiche della mostra nell’esplorare e comprendere l’universalità della scena artistica a sud del Sahara. Un percorso che si declina su quattro fondamentali fronti: dopo l’indipendenza, l’introspezione identitaria, la generazione Africa e il corpo e le politiche della distanza.
Dopo l’anticipo del 6 e 7 luglio con Le Franc e La petite vendeuse de soleil del maestro Djibril Diop Mambéty, proiettati sotto le stelle con un Cinemobile Fiat 618 del 1936, nel giardino del PAC, la programmazione continuerà fino al 6 agosto allo Spazio Oberdan. Tra i classici della storia del cinema le opere più significative di Idris sa Ouédraogo (Samba Traoré, La Colère des Dieux), Sémbène Ousmane (Faat-Kiné, Mooladé), Souleymane Cissé (Baara), Yusuf Chahine (La memoria), Désiré Écaré (Visages des Femmes) e Djibril Diop Mambéty (Le Franc, La petite vendeuse de soleil, Hyènes). Spazio anche agli autori contemporanei tra cui il candidato premio Oscar Abdherramane Sissako, Abdellatif Kechiche, Mahamat-Saleh Haroun, Raja Amari e il vincitore dell’Orso d’Argento all’ultima Berlinale, Alain Gomis, ospite in occasione dell’edizione 2017 del FCAAAL, dove ha presentato Félicité che verrà riproposto lunedì 24 luglio, h. 21.15 allo Spazio Oberdan. Insieme ai grandi registi africani contemporanei anche 6 cortometraggi da Mali, Ruanda, Mauritius, Marocco, Lesotho e Etiopia.
QUI le proiezioni allo spazio Oberdan
Iniziativa interessante, che passa attraverso la diffusione culturale. Abbiamo adottato, con mio marito, un bimbo a distanza con amref, anche colpiti dall’attenzione che amref dà all’istruzione. Chissà se qualcuno di questi bimbi sogna un giorno di diventare regista 😀