"Alfie", di Charles Shyer

Remake del film di Gilbert del 1966 con Jude Law nel ruolo che fu di Michael Caine; questa versione però, rispetto all'originale appare troppo smorzata e possiede solo un apparente sfrontatezza esibite dagli sguardi e dalle entrate/uscite di campo del protagonista

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Femminismo, aids, donne in carriera… nel 1966 quando il professional britannico Lewis Gilbert girò il provocatorio Alfie, tratto da un dramma teatrale di Bill Naughton, l'impareggiabile e omonimo dongiovanni calzato come un guanto dall'eleganza cockney di sir Michael Caine non aveva mai sentito queste parole. Ora questi sono gli spettri occulti ma onnipresenti coi quali deve "fare i conti" il suo remake, che trasla questo "englishman in New York", come titola una raffinata canzone di Sting. L'aggiornamento poteva anche fornire spunti interessanti ma se ad una limonata smorzi la sua connaturata asprezza zuccherandola un pò troppo ottieni un ibrido del quale non sai bene cosa fartene come accade a questo remake della celebre acid-comedy. E se Law risplende della sua bellezza efebica a mollo nell'oleografia più cool immaginabile, questa raffinatezza visiva, scenografica e costumistica che l'ammanta inverte i segni così sfacciatamente proletari che rendevano così gustoso l'originale senza trovare percorsi personali di rinnovate suggestioni. Pare ben poca cosa che il lato oscuro del vacuo rubacuori glamour contemporaneo, oltre a mal affiorare nel finale, sia banalmente visualizzato mediante un "raffreddamento" della fotografia, come sembra proprio un pò pochino che la più grande sfrontatezza in campo (e "fuori-campo") che il film di Shyer esprima siano i continui sguardi e discorsi verso la mdp che spingono Law ad entrare ed uscire continuamente dal personaggio, anche se è curioso notare che ritroviamo quasi così densamente l'uso di questa provocazione linguistica figlia della Nouvelle Vague (con Godard in testa, naturalmente) nel tutt'altro che patinato Whore di Ken Russell: tutto sommato non è lo sfrontato cacciatore Alfie un raffinato "prostituto" (di sé stesso)? Niente da dire sulla parata di splendide donne, surclassate d'imperio dalla classe di una splendida quasi sessantenne Susan Sarandon, ma molto da ridire su quella fastidiosa sensazione che spesso il cinema di buona fattura di Shyer non aveva provocato in passato (vedi Baby boom, Il padre della sposa e il sottovalutato Inviati molto speciali) ovvero la certezza che si tratti del classico film che sai già che non rivedrai mai una seconda volta.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 


Titolo originale: id.
Regia: Charles Shyer
Interpreti: Jude Law, Susan Sarandon, Marisa Tomei, Omar Epps, Nia Long, Sienna Miller
Distribuzione: U.i.p.
Durata: 103'
Origine: Gb/Usa, 2004


 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array