American Assassin, di Michael Cuesta

Il film con Dylan O’Brien, Taylor Kitsch e Michael Keaton è un action dal respiro classico con qualche deviazione in generi meno consueti come il disaster movie e il torture porn, senza sorprese

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Lo studente universitario Mitch Rapp rimane coinvolto, con la sua ragazza, in un attacco terroristico e quest’ultima ne rimane vittima. Mitch, accecato dalla rabbia, inizia un intenso programma di addestramento della CIA per vendicarsi. Assoldato dall’agenzia di sicurezza nazionale, viene notato dal veterano della Guerra Fredda Stan Hurley che lo addestra ulteriormente e lo porta con se per un’operazione antiterrorismo, volta a sventare un attacco nucleare previsto in Europa.

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American Assassin è un film americano action dal respiro classico, basato su una storia di vendetta e assestato su binari solidi che non deviano quasi mai in altri percorsi. O almeno questo è quello che si intuisce andando avanti con la visione di questa nuova opera del regista Michael Cuesta. L’incipit del film stupisce per realizzazione tecnica ed emotiva, un lungo piano sequenza che immerge lo spettatore nelle terribili atmosfere di un attentato islamico durante una giornata serena. Il protagonista Mitch, interpretato da un Dylan O’Brien che si impegna tanto ma convince poco, si muove tra i criminali seguito dalla cinepresa fino ad assistere con i suoi occhi all’esecuzione della sua amata. Ma dopo il primo interessante atto volto alla formazione del protagonista assieme al severo Stan, del quale il sempre eccezionale Michael Keaton veste i panni, American Assassin lascia da parte la sua ambizione formativa-politica a favore della più classica impronta spy-action.

Il regista statunitense Michael Cuesta ripone in Taylor Kitsch l’arduo compito di interpretare un antagonista fuori di testa, con un passato collegato a quello di Hurley, intenzionato a far esplodere una bomba atomica, da lui costruita a Roma, per uccidere migliaia di persone. Ciò che purtroppo manca all’attore, protagonista della seconda celebre stagione di True Detective, è una presenza scenica che gli permetta di straripare di carisma, e questo si riversa anche sul film che manca di mordente quando si tratta di far agire il cattivo e concedergli qualche anarchico monologo. Le cose vanno sicuramente meglio nella lunga sequenza finale, che si concede anche un inaspettato e gradevole momento da disaster movie e una cruda e coraggiosa sessione di tortura degna del miglior Eli Roth.

Apprezzabile e riuscito il fatto che più generi vengano affrontati durante il viaggio che i personaggi intraprendono all’interno della pellicola, ma questo non basta ad elevare American Assassin a “sorpresa dell’ultima ora” visto l’alone di già visto che lo assale per buona parte dello sviluppo centrale. Perchè essere classico può essere sia un elogio che un problema, dipende tutto da come si decide di dosare i fattori. Avremmo potuto avere tra le mani un’inaspettata perla del 2017, ma ci ritroviamo con un prodotto piacevole da dimenticare nel giro di qualche giorno.

Titolo originale: id:
Regia: Michael Cuesta
Interpreti: Dylan O’Brien, Michael Keaton, Sanaa Lathan, Shiva Negar, Taylor Kitsch, David Suchet, Navid Negahban, Scott Adkins
Distribuzione: 01
Durata: 112′
Origine: USA, 2017

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