Amori elementari, di Sergio Basso

amori elementari

Ci sono tutti i difetti di quel cinema italiano che vuol far vedere di andare più in profondità degli altri quando affronta certi temi. Bastava un po' di Karate Kid con la struggente esibizione del saggio dell'amica di Jennifer Beals in Flashdance sulle note di Gloria nella versione inglese di Laura Branigan. Ma qui non si sogna né ad occhi aperti né ad occhi chiusi.

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amori elementariTra le Dolomiti (Alleghe, provincia di Belluno) e Mosca. Lo sguardo da documentarista di Sergio Basso (Viaggio di Gesù, Giallo a Milano) non mette in simbiosi i luoghi con i personaggi (come era accaduto anche a Io sono Li di Andrea Segre) e la finzione appare un elemento parallelo agli spazi in cui è ambientato. Un gruppo di bambini frequenta la stessa polisportiva dove si pratica pattinaggio artistico e hockey su ghiaccio. Matilde vuole che Tobia si accorga di lei ma il ragazzino è affascinato dalla nuova arrivata Agata. Katerina e Aleksey, entrambi provenienti dalla Russia, sono molto legati tra loro. E ad accorgersi di Matilde c'è invece Karim, un ragazzino di origine bengalesi. Intanto il gruppo è invitato in Russia per partecipare a un torneo.

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Amori elementari, una coproduzione Italia-Russia, ha tutti i difetti di quel cinema italiano che vuol far vedere di andare più in profondità degli altri quando affronta certi temi. Ed è così che gli incroci sentimentali di questo gruppo tra i 10 e gli 11 anni è un gioco di sguardi spesso forzati, dialoghi spesso troppo poco spontanei ("Pettiniamoli" si dice prima della sfida) con l'impressione che molti di loro vogliano occupare la scena anche oltre il loro copione. Ci sono le infatuazioni dei piccoli e gli amori dei grandi. Troppa poesia esibita per una favola che vuol far girare la testa come nel finale con in più anche frammenti d'animazione, una ragazzina un po' diversa che sembra essere uscita da un manga e improbabili amici immaginari dove il doppio è solo stratagemma di scrittura ma non se ne vede mai l'ombra come avveniva invece in L'estate di mio fratello di Pietro Reggiani.

I conflitti sono spesso assottigliati. Cristiana Capotondi è la versione 'fatina' di Pinocchio a cui stona l'improbabile accento. E soprattutto ad apparire deboli sono le scene sportive, prive di tensione durante le gare o nelle esibizioni di pattinaggio dove non c'è il rischio di una possibile caduta. Bastava un po' di Karate Kid con la struggente esibizione del saggio dell'amica di Jennifer Beals in Flashdance sulle note di Gloria nella versione inglese di Laura Branigan. Ma si sa, certi temi vano affrontati con un cinema più profondo e poetico. Peccato che non si sogna né ad occhi aperti né ad occhi chiusi.

 

Regia: Sergio Basso

Interpreti: Cristiana Capotondi, Andrey Chernyshov, Rachele Cremona, Andrea Pittorino, Laura Gaia Piacentile, Bonny Mappilamatel, Anya Potebnya, Maxim Bychkov

Distribuzione: Academy Two

Durata: 98'

Origine: Italia/Russia 2013

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