Anche senza di te, di Francesco Bonelli

Troppa materia per un film solo in quest’esordio, elementi che lo rendono sovraccarico. La deriva fantastica sarebbe potuta essere la traccia più curiosa. Ma alla fine non incide

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L’acqua del mare in apertura. Quasi i frammenti di una commedia fantastica in Anche senza di te che però vengono ben presto tralasciati per seguire le forme di una commedia sentimentale orientata verso il dramma.

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Sara (Myriam Catania) sta per sposare Andrea (Matteo Branciamore), un medico che pensa soprattutto a fare carriera nel lavoro. La ragazza poi è ultimamente soggetta a degli attacchi di panico. A un passo dalle nozze viene però lasciata. E nella scuola dove insegna non è mai seguita dai suoi alunni. Finché con il collega Nicola (Nicolas Vaporidis), un vedovo che vive con il padre della moglie defunta, riesce a trovare dei nuovi stimoli attraverso un metodo che sprigiona l’emotività dei bambini.

anche senza di te myriam catania nicolas vaporidisForse c’è troppa materia per un solo film. Forse più sceneggiature condensate in una sola. Dal film pedagogico-scolastico ispirato a Loris Malaguzzi che ha rivoluzionato l’approccio all’infanzia per attraversare attacchi di panico, meritocrazia sul lavoro, coppie di fatto. In quest’opera prima di Francesco Bonelli (aveva interpretato il bambino protagonista in Voltati Eugenio di Luigi Comencini nel 1980) si rintracciano i molti limiti della commedia attuale che vuole essere lo specchio del paese di oggi senza però incidere. Certo, non si guarda alla deformazione di quella all’italiana. Anzi, per certi aspetti è anche molto pulita, capace di far salire il livello di tensione essenzialmente a livello di sceneggiatura (lo scontro tra Sara e Nicola con i genitori dei bambini contrari ai nuovi metodi). Ma forse proprio perché è troppo scritta, che i personaggi non sembrano uscire dalla loro caratterizzazione. A cominciare da Myriam Catania, che si porta dietro già un personaggio sovraccarico in un film multitematico dove però raramente emerge il disagio e il male di vivere della protagonista. Che non si libera del tutto all’urlo “Io ho fallito”. E che talvolta sfocia in dei fellinismi come nell’immagine del babbo della moglie di Nicola che sembra richiamare Ciccio Ingrassia in Amarcord e soprattutto nella parte iniziale, in quell’alternanza bianco e nero/colore. Eppure la deriva fantastica poteva essere la traccia più curiosa. Ma probabilmente sarebbe stato rischioso percorrerla.

Regia: Francesco Bonelli

Interpreti: Myriam Catania, Nicolas Vaporidis, Matteo Branciamore, Alessio Sakara, Pietro de Silva

Distribuzione: Sun Film Group

Durata: 104′

Origine: Italia 2018

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