Ancora un giorno, di Raúl de la Fuente e Damian Nenow

Dalla penna del reporter polacco Ryszard Kapuściński, la storia di un’avventura vissuta sul campo di guerra nell’Angola durante la Guerra Fredda, rievocata in tecnica mista tra animazione e interviste

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Fai in modo che non ci dimentichino.” Questo è uno dei motivi per cui Another day of life è venuto alla luce. Dalla penna del reporter polacco Ryszard Kapuściński viene fuori la storia di un’avventura vissuta sul campo di guerra nell’Angola durante la Guerra Fredda. Ma il libro non era scritto con l’intenzione di raccontare gli accadimenti bellici, ma con l’intento di parlare della sensazione di sentirsi persi, della paura che proviamo verso ciò che non conosciamo e verso l’incertezza del destino per ognuno di noi. Ancora un giorno, il film tratto dal libro del reporter, riesce, tramite la commistione tra animazione e documentario a rintracciare quali sono gli intenti dello scrittore.

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Il film si apre in Angola e noi spettatori al fianco di Kapuściński seguiamo il suo viaggio che lo porterà nel profondo sud della zona, ai confini con il fronte di battaglia. In un racconto frazionato e avvincente vediamo svolgere davanti a i tragici accadimenti di una guerra che non ha regole morali, in cui tutti, perfino i bambini, sono nel mirino del nemico. Le due potenze mondiali si scontrano, prendendo questa terra come ring di combattimento, facendo così migliaia di morti il cui unico intento è lasciare una traccia del loro passaggio. Così come ci viene raccontato da Kapuściński, tutti, anche in punto di morte, desiderano essere fotografati dal quello strano uomo bianco. I loro volti disperati e sofferenti rimangono impressi nella mente del reporter, che alla fine della sua permanenza in Angola, si domanda quale sia il vero lavoro del giornalista imparziale, colui che riesce a raccontare atrocità mantenendo un distacco incolmabile. Per lui che aveva conosciuto quella gente, che aveva parlato con loro e aveva profondamente assaporato l’amore della patria che stavano difendendo, questo iniziava a diventare insostenibile. Il suo primo libro, Another day of life, è scritto quindi con questo intento, raccontare i visi della gente che aveva incontrato. Parlare di Carlota e della vittoria che avrebbe finalmente portato quella ragazza di vent’anni ad avere una vita normale, una famiglia e dei figli. Quella donna che in tutto quel continuo massacro pensava di guarire il nemico poiché capace di andare oltre ad una diversa divisa. E poi Farrusco, l’uomo che Kapuściński cerca fin dall’inizio del film. I volti si susseguono sullo schermo con armonia e sollievo, quando le parti documentaristiche sopraggiungono per far parlare i veri protagonisti della storia, ormai anziani, ma con una vividissima memoria per quegli anni.

Il connubio tra le due tecniche ne esce vincitore, dando ai registi, Raúl de la Fuente e Damian Nenow, la possibilità di far provare visivamente le sensazioni che hanno accompagnato il reporter durante il suo lungo e sanguinoso viaggio verso il Sud. Allo stesso tempo i live action che riprendono i veri volti dell’accaduto ci fanno tornare con i piedi per terra e ricordare di quanto vera e atroce sia questa storia. Le fotografie di Ryszard Kapuściński ci mostrano infine i veri volti dei protagonisti, permettendo a coloro che hanno perso la vita in quello scontro di vivere ancora un altro giorno.

Titolo originale: Another Day of Life
Regia: Raúl de la Fuente, Damian Nenow
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 80′
Origine: Polonia, Spagna, Germania, Belgio, Ungheria, 2018

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