#Animaphix2017 – Piotr Dumala, queer animation e i vincitori del concorso

La retrospettiva dedicata al grande artista polacco Piotr Dumala è stata con quella su Schwitzgebel uno dei grandi eventi del festival di Bagheria. Spazio per animazione LGBT e premi del concorso

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Continua il nostro viaggio nel mondo del cinema d’animazione e approdiamo nel porto franco della Queer Animation guidati da Tatiana Lo Iacono e Giorgio Lisciandrello. La sezione dei cortometraggi stabilisce un ponte fondamentale per il confronto di diversi linguaggi e per l’affermazione delle tematiche LGBT anche all’interno di una manifestazione come Animaphix.
Tra le opere proposte, segnaliamo il piccolo gioiello I Love Hooligans (2013) di Jan-Dirk Bouw che racconta la storia di un hooligan gay costretto a condurre una doppia vita, nascosto nei machismi e nella intolleranza della massa.

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Per quanto riguarda il concorso siamo rimasti favorevolmente impressionati da The Crossing (Australia, 2016) di Marieka Walsh, animazione in stop motion creata con sale e sabbia, che racconta la storia di un capitano di mare travolto dalle onde del senso di colpa per avere rischiato le vite dei suoi uomini per un moto di orgoglio ferito. Altro

gif critica 2cortometraggio da segnalare è Mr Sand (Danimarca, Belgio 2016) di Soetkin Verstegen che partendo dagli esordi della invenzione della macchina cinematografica ne svela sia il lato ludico visionario che la pericolosità del sognare troppo forte ad occhi aperti.

La retrospettiva dedicata al grande artista Piotr Dumala (Varsavia, classe 1956) è stata, insieme a quella dedicata a Georges Schwitzgebel, uno dei grandi eventi di questo festival. Gran parte dei cortometraggi del regista polacco prende ispirazione dalla letteratura, dalla pittura, dalla fotografia e dal cinema muto. Franz Kafka (1992) riproduce nei personaggi principali le fotografie di famiglia del grande scrittore praghese mentre gli interni sono ripresi dai dipinti di Vermeeer e Durer. Lo stile di Dumala nasce in maniera artigianale dalla scarificazione, in un perenne contrasto tra bianco e nero, luce e ombra che richiama i grandi maestri dell’espressionismo tedesco. Non è un caso che Murnau e Wiene siano stati citati tra gli autori cinematografici di riferimento. Il contrasto chiaro/scuro e la tecnica di raschiamento creano un’atmosfera perturbante in cui le paure sembrano materializzarsi in figure fantasmatiche e salti spazio-temporali. La notte è il rifugio poco sicuro di un io frantumato e disperso.

Delitto e Castigo (2000) sempre in bianco e nero, conferma questa tendenza ad una ambientazione notturna gravida di incubi e segreti. La musica di Sostacovich amplifica la sensazione di pericolo e l’effetto ansiogeno alternando la presenza di oggetti e animali con gesti repentini dei personaggi (aprire una porta, voltarsi di scatto, colpire con un’ascia). Le immagini devono molto alla pittura di Edvard Munch e alle nature morte dei pittori olandesi e, pur tradendo la narrazione dell’originale romanzo di Dostoevskij, ne riportano intatto il forte impianto psicologico sul senso di colpa e sui pensieri di morte. L’intento di Dumala è quello di infondere vita in figure e nature morte con la consapevolezza che ogni pittura, ogni fotogramma ha la sua storia nascosta. Basta grattare un po’ e se ne svela la sottotrama.

Ancora la musica, quella del grande Alexander Balanescu, guida il ritmo e la cadenza delle stupende immagini a colori di Fight, Love and Work (2009), in una struttura compressa da due bande nere sulla parte superiore e inferiore. Da un giallo campo di grano emergono uomini, donne, bambini, cani in scene di combattimento, di amore, di lavoro: il ciclo della vita si ripete con una danza musicale dall’effetto ipnotico. Dumala fa riemergere in conclusione una singola figura femminile, madre, amante, lavoratrice, il motore immobile di azioni e sentimenti. E infine il campo di grano abbandonato, il prima e il dopo della nostra esistenza.

E siamo giunti alla serata finale. A riscuotere grande successo è la proiezione di Confino (2016) di Nico Bonomolo che ha ricevuto i meritati applausi del pubblico di casa. Il cortometraggio è sostenuto da una ispirazione molto forte e da un perfetto equilibrio tra struttura narrativa e significato profondo delle animazioni. Il cinema spezza le catene del confino e regala uno sguardo libero verso le stelle.
Dopo avere elargito i premi alla carriera a Giannalberto Bendazzi, Georges Schwitzgebel e Piotr Dumala si è arrivati ai risultati finali della Short Film Competition.
La giuria composta da Piotr Dumala, Giannalberto Bendazzi e Matilda Tavelli ha decretato come vincitore il corto Kaputt- Broken, The Women’s Prison at Hoheneck (Germania, 2016) di Volker Schlechte e Alexander Lahl, che si sofferma sulla storia di Gabriele Stötzer e Birgit Willschütz, prigioniere politiche a Hoheneck Castle, la più famosa prigione femminile nella Germania Est.
Menzione speciale della giuria per The Empty- La Chambre Vide (Francia 2016) di Dahee Jeong in cui l’animazione, in maniera surreale, dà forma a pensieri e ricordi per un’assenza che diventa più forte presenza.
Il premio del pubblico è andato a Once upon a line (USA 2016) di Alicja Jasina che attraverso loop spaziali e temporali propone il ciclico destino di una storia d’amore.

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