Arcipelago 15 : Ivano De Matteo

Presentati i lavori di Ivano De Matteo, un regista che attraverso un uso istintivo della videocamera riesce a cogliere, da dentro, aspetti e comportamenti di una “cultura” altra, popolare o sportiva, fatta di vita ma anche piena di contraddizioni.

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Ivano De Matteo è un regista di documentari (a parte un lungometraggio, Ultimo stadio) che opera soprattutto all’interno dell’ambiente popolare romano. Ha quindi la capacità di mostrare questa realtà “da dentro” riuscendo a coglierne aspetti e comportamenti che forse, per chi non è di Roma, non sono subito facilmente comprensibili. La regia di De Matteo appare molto intuitiva, quasi istintuale, la sua videocamera (gira in Betacam) si attacca ai volti di chi intervista, è attenta prima di tutto all’umanità che attraversa strade e piazze di Roma, come quelle di Trastevere o del Pigneto, luoghi che occupano lo spazio di alcuni suoi titoli come Barricata San Callisto e Fermata Pigneto.
In Barricata San Callisto Ivano de Matteo, ricostruendo una giornata passata al Bar San Callisto (dall’apertura alla chiusura), riesce a rintracciare ed afferrare gli ultimi esempi genuini di romanità, quelli tanto cari a Pasolini e che anche Carlo Verdone, nei suoi primi film, era riuscito a cogliere in maniera egregia. Ancor prima che nel cinema la romanità divenisse una maschera, c’era gente che quest’anima popolare la viveva tutti i giorni nei teatri all’aperto che sono le piazze del centro storico di Roma. E quindi tutta una serie di persone che hanno nella capacità di parlare il valore della loro tradizione culturale e nella battuta sempre pronta il loro personale modo di criticare il mondo. Il documentario ricostruisce la storia di tutti i cambiamenti che sono avvenuti intorno a Piazza Santa Maria in Trastevere. Il periodo degli hippy, l’arrivo dell’eroina, l’invasione di chi si è comprato mezza Trastevere sbattendo fuori i vecchi proprietari, la trasformazione dei negozi e soprattutto delle persone. De Matteo partecipa attraverso il suo punto di vista all'umanità che mostra, non trovando però mai il coraggio di criticarla (forse perché non vuole farlo) e per questo ponendola sempre in una luce benevola. Il suo documentario è una celebrazione e allo stesso tempo un ricordo di un mondo che sta scomparendo. Dove la memoria fa apparire le cose del passato più belle e vive e quelle del presente inevitabilmente peggiori e meno interessanti. Barricata San Callisto è comunque un documento pieno d’affetto e d’amore, strutturato attraverso un attento lavoro fatto sul montaggio (da Fulvio Molena), che cerca di riunire frammenti di vita ed esistenze ormai quasi scomparse.
Altro lavoro interessante è Prigionieri di una fede in cui si entra in contatto con il mondo degli Ultras Laziali. De Matteo adotta un punto di visto neutro attraverso il quale lascia parlare gli Ultras stessi del loro mondo e delle loro idee. Esce fuori un quadro agghiacciante sul funzionamento di uno spicchio della nostra società. Dove tra degrado culturale e assenza completa di valori, che non siano quelli della fede laziale, si ritrova un’umanità che cerca la propria realizzazione negli scontri e nei danni che si possono recare alla tifoseria avversaria. Vengono portati avanti ideali come l’onore, il coraggio, la fede, la violenza. In tutto questo lo sport rimane marginale, lo stadio è il luogo adibito per gli scontri con altre tifoserie, il viaggio in trasferta è l'occasione per fare quanti più danni possibili, la polizia è un nemico ancora più prestigioso perché armato e quindi una prova di coraggio ancora maggiore da affrontare.
De Matteo non si capisce se rispetti questo mondo, lo difenda o lo critichi, però il documento che lascia è sicuramente molto esplicativo di questo ambiente e fa capire in maniera precisa la mentalità che alimenta gli atteggiamenti di chi vi appartiene.
I lavori di questo regista esprimono prima di tutto la voglia di raccontare attraverso le immagini spaccati della nostra realtà. Anche se la tecnica a volte passa in secondo piano, sensazioni, sentimenti, modi di dire e fare, emozioni, arrivano dirette allo spettatore. La scelta di indignarsi, ridere, divertirsi o commuoversi spetta poi solo a lui. De Matteo si limita a filmare il mondo che gli passa davanti e lo fa sempre con grande sincerità.

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    Un commento

    • ….Ivano l'ho visto ieri al San Callisto….sta proprio all'ultimo stadio….gliè rimasto solo un CIAK…..