Bagnini & Bagnanti, di Fabio Paleari

Ci vuole un pattino per varcare il sottile confine tra il sogno, il gioco e la realtà. Fabio Paleari viaggia tra stereotipi e luoghi comuni dell’immaginario collettivo che indossa una canotta rossa

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Dalla maglietta rossa cilena di Panatta e Bertolucci, alla canotta rossa balneare dei play boys nostrani che, dagli anni ’60 ad oggi, ritrovi sempre lungo tutto il litorale. Opera prima presentata al Biografilm Festival 2017, arriva nei cinema il 26 e 27 giugno, e in tour nelle arene estive a luglio. 12 bagnini di ieri e di oggi si raccontano e raccontano le spiagge italiane, quelle che i Vanzina e Parenti hanno filmato attraverso i tormentoni dell’estate. Da nord a sud, le storie si ripetono, per ogni ragazza una tacca, non si contano più, e la legge dei grandi numeri ha fatto vittime sotto il sole cocente, nelle pinete alle spalle degli ombrelloni, nelle cabine con spioncino, sulle sdraio sotto le stelle, nelle latrine mal odoranti. Il bagnino è un sacerdote dell’arenile o magari un ortolano che cura il suo orticello; dal lunedì al venerdì è festa, sabato e domenica arrivano i mariti e la passerella lungo la spiaggia giunge all’altare senza confessionale, al suo posto una torretta di controllo.

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bagnini e bagnantiLe immagini di repertorio e un’abbozzata analisi di costume, presto lasciano il passo alla goliardica confessione di peccati, che prende totalmente il sopravvento sul documentario. Si va da Alassio a Fregene e Ostia, passando per Rimini, Riccione, Cattolica, Milano Marittima e ancora Viareggio e Forte dei Marmi. Giovani e vecchi bagnini si raccontano: il lavoro, il mare, il sesso…in un panorama che, dal boom vacanziero degli anni Sessanta a oggi, muta con il mutare del rapporto con le donne, italiane e straniere. Ma questi bagnini sono davvero tutti degli sciupafemmine? Tante avventure e nemmeno una cicatrice? Ci vuole un pattino per varcare il sottile confine tra il sogno, il gioco e la realtà. Dalla torretta di salvataggio, il fotografo milanese Fabio Paleari, segue uno sguardo quasi malinconico, viaggiando per circa due anni tra stereotipi e luoghi comuni dell’immaginario collettivo.

BAGNINI-E-BAGNANTISpiega l’autore: “Sono un po’ come i clown del circo, figure tristi che cercano di farti ridere. Abbiamo analizzato un archetipo del maschio italiano che ora, forse, non esiste più. Anche il bagnino oggi è lo specchio della società in cui viviamo. I giovani bagnini preferiscono andare su Tinder per cuccare. Una professione nata proprio in Romagna negli anni del fascismo, quando molti contadini dei campi vicini al mare scendevano in spiaggia per tutelare i bimbi delle colonie, il bagnino è passato di moda con il mutare parallelo della società e delle città sul lungomare. Non c’è il glamour di quegli anni sulle coste italiane, sono rimasti solo una sfilza di negozietti tutti uguali che vendono tutti le stesse cose a prezzi ridicoli. Il day after non lo si vive solo in Romagna ma anche in Liguria, zona che conosco meglio. I ragazzi ‘broccolano’ le ragazze coi social ma anche in assoluto con meno sentimento rispetto a quell’epoca un po’ romantica che ho rievocato nel film”.


Regia: Fabio Paleari
Distribuzione: 102 Distribution
Durata: 75’
Origine: Italia, 2017

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