Bergamo Film Meeting 32 – Incontro con Jessica Hausner

Jessica Hausner

La regista austriaca Jessica Hausner, protagonista della sezione Europa: femminile, singolare insieme ad Antonietta De Lillo e Sólveig Anspach, ha incontrato il pubblico della 32esima edizione del Bergamo Film Meeting. I suoi film Lovely Rita e Hotel sono stati presentati al Festival di Cannes, mentre Lourdes al Festival di Venezia. 

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Jessica HausnerLa regista austriaca Jessica Hausner, protagonista della sezione Europa: femminile, singolare insieme ad Antonietta De Lillo e Sólveig Anspach, ha incontrato il pubblico della 32esima edizione del Bergamo Film Meeting. I suoi film Lovely Rita e Hotel sono stati presentati al Festival di Cannes, mentre Lourdes al Festival di Venezia.

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Rispetto a tanti registi giovani, scegli sempre storie molto diverse, hai uno stile molto riconoscibile. Come le scegli queste storie?

Ogni volta che comincio un progetto parto da idee molto corte: una frase sola o magari tre parole. Poi inizio a fare delle ricerche, cerco storie, interviste e soprattutto un contesto dove collocarle. A volte faccio molte ricerche. Per Lourdes la prima idea era un miracolo, tutto è iniziato dalla parola "miracolo". Allora ho iniziato a raccogliere varie storie sul tema, articoli di giornali e libri poi sono andata a Lourdes. La prima volta mi è sembrata terribile quindi ho detto “no!”. Poi ho studiato, sono andata di nuovo lì durante un pellegrinaggio e ho trovato quello che mi interessava. Ho iniziato a scrivere qualche pagina. Io comincio, parto da piccoli punti, poi mi allontano per collocarli in un diverso contesto: il senso è capire un po' di più cosa volesse dire il punto iniziale.

 

 

Lovely ritaHai studiato psicologia (e sei anche viennese..). C'è l’influenza della psicologia e della psicoanalisi nel tuo cinema?

Ho studiato psicologia soltanto due anni, poi ho lasciato perchè sono rimasta delusa, mi sembrava stupido voler etichettare tutte le emozioni umane, l'ho trovato infantile. Più andavo in direzione scientifica e più mi sembrava folle, quindi volevo studiare le emozioni nella vita vera. Voglio che nei miei film i personaggi non siano completamente spiegabili.

 

 

Quanto sei influenzata dal cinema austriaco degli ultimi anni?

Quando ho iniziato a interessarmi al cinema amavo Buñuel, Bergman, Dreyer, Kurosawa.. in accademia nessun austriaco era considerato interessante, e neanche per me. Poi un giorno ho visto Il settimo continente di Michael Haneke e l’ho trovato incredibile, lui ha un linguaggio unico. Michael Haneke e Ulrich Seidl erano odiati in Austria. Ma loro sono gli unici nel nostro paese che fanno film interessanti. Ci sono campagne sui giornali che dicono che i loro film sono una perdita di soldi pubblici. A distanza di anni loro sono riconosciuti a livello internazionale, e anche in Austria hanno iniziato ad apprezzarli ma ci è voluto tanto. Io li apprezzo molto perché hanno un loro stile personale, una loro visione sulla quale sono molto rigidi. Anche io voglio essere molto rigida e attenta sulle mie idee.

 

 

lourdesIl tuo cinema viene definito come un cinema che resiste a un significato ben preciso. Al Festival di Venezia Lourdes ha avuto il premio sia degli atei sia dei cattolici. Hai conciliato tanto opposti punti di vista, cosa ne pensi?

Questa è la ragione per cui voglio fare film. Quando parlo con persone che credono a dio dico “come fate se tutto è così terribile, niente ha senso nella vita.. nasci e muori?”. Ognuno dà risposte diverse, quindi ci sono tanti “dio” quanti sono i credenti. Ognuno ha il suo dio singolare. E questo è un paradosso ed è anche quello che mi interessa di più: luogo dove le cose sono nere e bianche, vere e false nello stesso tempo.

Quando ho parlato con un prete a proposito delle persone anziane che hanno fede nelle immagini di Maria, lui diceva che quella non è la vera fede, a differenza della sua che invece era autentica. Io penso che anche quella sia vera fede. Quello del prete è solo un altro punto di vista, anche se intellettuale.

 

 

lourdesParli spesso della società attraverso la religione. E' un tema molto importante?

Per questo amo tanto Buñuel, che descrive in modo unico tanto la religione quanto la società e il loro rapporto. In Austria la religione è molto forte. Ciò ha a che fare col desiderio degli uomini di trovare assoluzione e sollievo, sperare che forse la morte non è reale, non è la vera fine. È un istinto basilare. Nella società la religione ha un grosso potere seduttivo. La decisione è se si vuole aprire gli occhi ed essere consapevoli del fatto che non c'è nulla, che siamo granelli di sabbia, o che invece  siamo parte di qualcosa. Ma comprendo che ci sia gente che voglia credere.

 

 

Hai appena finito di girare il tuo prossimo film, Amor fou. Puoi anticiparci qualcosa?

Dopo l’ambiguità della fede, ho scelto di trattare l’ambiguità dell'amore, con un’ambientazione storica. Ho voluto far vedere gli elementi positivi ma anche la brutalità dell’incontro tra due persone. L'ambiguità di due persone che si avvicinano tra di loro. Quindi un palcoscenico storico, un contenuto antico, una società chiusa molto diversa da oggi.

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