BERLINALE 60 – Dai lastroni di ghiaccio, tre iceberg: Herzog, Scorsese, Polanski…

Sessantesima edizione in uno degli inverni più freddi che la capitale tedesca abbia conosciuto negli ultimi anni. Werner Herzog è il presidente di Giuria e ci sono due nomi che rendono ancora più speciale la manifestazione: Martin Scorsese e Roman Polanski in Concorso. Nessun italiano concorre per l'Orso d'Oro, ma nelle sezioni collaterali da segnalare due registi nostrani importanti: Ferzan Ozpetek e Silvio Soldini. Una cosa sembra evidente: sulla carta potrebbe essere tra le edizioni più belle degli ultimi anni. Dall'11 al 21 febbraio

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Dall'11 al 21 febbraio si festeggiano le sessanta edizioni del festival e presidente della giuria sarà un tedesco, della Baviera, uno dei più devastanti registi in circolazione: Werner Herzog. Berlino si appresta a vivere una tappa storica, in uno degli inverni più freddi degli ultimi decenni, con la temperatura ben al di sotto dello zero. Ma sarà sicuramente l'organizzazione impeccabile (di solito superiore a Cannes e Venezia) e la logistica all'avanguardia (tranne qualche sala forse un po' troppo distante dal centro della manifestazione) a riscaldare gli animi dei festivalieri e degli addetti ai lavori, che potranno quest'anno anche godersi un programma sulla carta di tutto rispetto, ben al di sopra degli standard consolatori delle ultime edizioni. 392 titoli (123 registi donne, 18 anteprime mondiali), provenienti da 58 Paesi; massiccia la presenza tedesca con ben 84 film. Si parte con la proiezione di Metropolis di Fritz Lang, copia restaurata e integrata con i 25 minuti in 16mm recuperati a Buenos Aires. Non mancherà ovviamente l'omaggio al compianto Eric Rohmer, con la proiezione di Pauline alla spiaggia, Orso d'Argento nel 1983. A proposito, di Orso, questa edizione dedica la consueta Retrospettiva ai film vincitori negli ultimi anni del primo e secondo premio, tra lungometraggi e corti. Non mancheranno filmati d'epoca che ritraevano Berlino tra cumuli di macerie e le star del cinema a farsi largo nella folla in delirio. Oltre ovviamente alle varie sezioni collaterali che il Festival propone, una su tutte “In the Food for Love”, sul rapporto cinema e cibo, quattro sono soprattutto i cartelloni principali: Concorso, Fuori Concorso, Panorama e Forum. In Concorso 20 registi si contenderanno la vittoria, provenienti da 18 Paesi. Tra i nomi di spicco: il maestro giapponese Koji Wakamatsu con Caterpillar,, il newyorchese Noah Baumbach (co-sceneggiatore di Le avventure acquatiche di Steve Zissou e Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson), con Greenberg, il danese Thomas Vinterberg con Submarino, il maestro cinese Zhang Yimou con The First Gun, l'inglese Michael Winterbottom con The Killer Inside Me e Roman Polanski con The Ghost Writer, e Martin Scorsese con l'attesissimo Shutter Island. Il regista statunitense verrà a presentare il suo film, accompagnato dal protagonista, Leonardo Di Caprio. Tra gli ospiti sono attesi anche Ewan McGregor e Pierce Brosnan, interpreti del film di Polanski. Fuori Concorso il giapponese Yogji Yamada con Otouto.
Nel calderone Forum trovi di tutto, magnifica centrifuga di immagini inclassificabili, debordanti. Di solito la sezione è predominata dall'estremo oriente, ma quast'anno va segnalato un regista su tutti: il lituano Sarunas Bartas con Indigène d'Eurasie. Per completare il quadro generale dell'evento, da sottolineare nessuna presenza italiana in Concorso e Cristina Comencini come membro della giuria. Nella sezione Panorama troviamo due titoli italiani:
Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek e Due vite per Caso dell'esordiente Alessandro Aronadio, nella sezione Forum La bocca del lupo (vincitore del Torino Film Festival 2009) di Pietro Marcello. Gli altri film nostrani presenti a Berlino sono: Cosa voglio di più di Silvio Soldini nella sezione Berlinale Special, Io sono l'amore di Luca Guadagnino e Come si deve (corto) di Davide Minella, entrambi nella sezione Culinary Cinema.

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