BERLINALE 62 – Berlinale Special 2012, da Guy Maddin a Werner Herzog. Video e foto

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 BERLINALE SPECIAL 2012 - da Keyhole di Guy Maddin a Death Row di Werner Herzog

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Sono stati annunciati alcuni titoli della sezione Berlinale Special, destinata alle proiezioni straordinarie che vedremo alla prossimo Festival di Berlino, giunto alla 62° edizione (9 – 19 febbraio).

BERLINALE SPECIAL - Werner Herzog in Death Row: Documentary series in four partIniziamo dal grande Werner Herzog, che presenta in anteprima mondiale Death Row: Documentary Series in Four Parts. Un progetto in collaborazione con Channel4 che indaga sui temi della criminalità e del sistema di giustizia penale degli Stati Uniti: come l'ultimo film Into the Abyss (recensione da Torino 29, trailer, tre clip e foto).

Piuttosto che mettere in discussione colpa e innocenza, Herzog ha esplorato motivazioni, atteggiamenti e sentimenti dei condannati a morte e delle loro famiglie. Ecco un video della BBC che racconta il progetto sulla pena di morte e ne mostra diverse immagini.

"Sono sempre stato affascinato dal fatto che non sappiamo quando e come moriremo, ma alcuni, come le persone nel braccio della morte, conoscono esattamente ogni singolo passo della procedura, il giorno e il minuto in cui moriranno" ha detto Herzog al 36° Toronto Film Festival (dove Into The Abyss è stato presentato a settembre).

Qui di seguito, il Q&A di Werner Herzog con il pubblico del TIFF.
 

 

Nel frattempo, Herzog sarà impegnato con un'installazione artistica come ospite della Whitney Biennial 2012.
 

Proseguiamo con l'anteprima europea di Keyhole (info, trailer, clip e foto) una sorta di Odissea in chiave noir secondo il visionario Guy Maddin, un oggetto prezioso in bianco e nero girato in una quindicina di giorni, con Jason Patric, Louis Negin, Udo Kier e la Musa di Maddin, Isabella Rossellini: "è una divinità ibrida, sia mediterranea che scandinava, senza tempo, giovanissima e antica. Non teme di apparire nuda o poco glamour. Crede in me." Così la definisce il regista canadese.

"Berlino 62 - Isabella Rossellini in Keyhole di Guy MaddinSono solo un fantasma, ma un fantasma non è niente".

Maddin descrive il suo film come "un'Odissea domestica, che passa attraverso piani, tappeti e mattonelle invece che per mare; uno studio sulla complessa importanza emotiva della casa, dove ogni angolo e fessura contiene i ricordi della nostra infanzia. Keyhole è una sorta di autobiografia di una casa". Potremmo riferirci a un genere 'gangster & case stregate', piuttosto raro, ma non impossibile da trovare, continua Maddin, citando i Bowery Boys di Spooks Run Wild [film del '41 con Bela Lugosi].

 

Tra le sue fonti di ispirazione, Maddin indica La poetica dello spazio del fenomenologo francese Gaston Bachelard (1958): "L'autore indaga, nei dettagli più squisitamente deliziosi, significati e sensazioni prodotti dai vari angoli e anfratti di una casa, come un soggiorno, una sala da pranzo stanza, un armadio, un piano lavanderia. Leggerlo mi ha entusiasmato. Inizialmente avrei voluto realizzare un film da questo libro, ma presto ho scoperto che sarebbe stato impossibile, un po' come trarre un film da un dizionario".

Berlino 62 - Keyhole di Guy MaddinAltre suggestioni prese in considerazione sono state la battaglia tra Troiani e Amazzoni nella Penthesilea (la tragedia del 1808 di Heinrich von Kleist) – ma, dice Maddin, là lo spazio era troppo poco intimo e domestico – e naturalmente l'Odissea Omerica, in una lettura per cui Ulisse è una sorta di perdigiorno, e al tempo stesso una figura modernissima, quasi un precursore di Amleto.

Infine tra i suoi preferiti Maddin cita Vampyr, uno dei capolavori di Dreyer, e il lavoro sperimentale di found footage del filmaker viennese Martin Arnold, in particolare sulle immagini di Mickey Rooney e Gregory Peck.

Qui una videointervista realizzata a Maddin durante l'anteprima di Keyhole al 36° Toronto Film Festival. Nel filmato qui di seguito, realizzata da The Seventh Art, Maddin parla delle riprese, realizzate con una reflex digitale (la Canon 5D Mark II).

 

 

BERLINO 62 - Álex de la Iglesia con LA CHISPA DE LA VIDATorna Álex de la Iglesia (Acción mutante, El día de la bestia, Crimen Perfecto, Perdita Durango, La Comunidad, Películas para no dormir, Oxford Murders) con La chispa de la vida: basato su uno script in lingua inglese di Randy Feldman (Tango & Cash) è la storia del pubblicista disoccupato Roberto Gómez (José Mota, comico celebre in Spagna) che vive una terribile disavventura, ma decide di trasformare l'incidente nel suo riscatto economico ed esistenziale, sfruttando la voracità e il cinismo dei mass media.

Nel cast Salma Hayek (Aiuto vampiro) la veterana Blanca Portillo (presenza fissa nei film di Pedro Almodóvar) Santiago Segura, Carolina Bang e Javier Botet (tutti e tre già diretti da De la Iglesia nel suo ultimo Balada triste de trompeta, premiato con il Leone d'Argento a Venezia 68). Compare inoltre, come attore, il regista Nacho Vigalondo (Los cronocrímenes).

Il trailer di La Chispa de la Vida:

 

Visibile anche qui

Veniamo alla curiosa scelta di un action movie indiano, ma ambientato tra Malesia e Germania, e in parte girato in Francia: Don – The King Is Back (che segue al primo film del 2006) diretto da Farhan Akhtar e interpretato dalla star di Bollywood Shah Rukh Khan, nei panni di un criminale che dopo aver dominato incontrastato la malavita asiatica, decide che è il momento di occuparsi dell'Europa. Ecco il trailer di Don 2:

Infine, Kevin Macdonald (La morte sospesa, The Eagle, State of Play, l'esperimento su scala globale Life in a Day) presenta in anteprima mondiale il suo documentario dedicato all'icona della musica Bob Marley.

BERLINO 62 - MARLEY di Kevin MacDonaldIl regista scozzese, questa primavera al  Marché di Cannes per vendere il suo film (allora ancora incompleto) raccontava al Guardian che aveva in mente Marley ((un progetto che ha interessato anche Martin Scorsese e Jonathan Demme) fin dalla fine delle riprese di L'ultimo re di Scozia, in Uganda, nel 2005:

"Se fai un giro a Kampala, negli slums, vedi in giro centinaia di rasta, tutti con bandiere, striscioni, immagini di Marley. Solo allora mi sono reso conto di quanto la sua fosse diventata una figura internazionale, un simbolo potente per tutti i diseredati, un eroe".

Questa tesi, riporta il Telegraph, è stata confermata durante una visita in Tunisia, sulla scia dei recenti rivolgimenti politici, per girare un breve tratto del film: "I dissidenti ci ha cantato canzoni di Bob Marley" dice MacDonald "e c'erano sui muri le parole di una sua canzone: Get Up, Stand Up / Stand up for your rights" (un meraviglioso video d'epoca con Bob Marley intento in una versione acustica di Redemption Song).

Qui di seguito, MacDonald parla dell'uomo che considera "il musicista più influente del 20° secolo":
 

Tutte le foto dei film citati sono nella nostra gallery.
 

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