#Berlinale2016 – Mia Hansen-Løve e Isabelle Huppert. Il cinema come avvenire

La cineasta e l’attrice francese hanno presentato questa mattina in concorso L’avenir, opera piena di rimandi autobiografici che guarda anche al cinema di Eric Rohmer

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Per la prima volta insieme. Mia Hansen-Løve e Isabella Huppert hanno presentato questa mattina in concorso alla Berlinale L’avenir dove l’attrice interpreta Nathalie, una professoressa di un liceo parigino che, in seguito a laceranti separazioni nella sua sfera familiare, deve reinventarsi l’esistenza.

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Il film, come spiega la stessa regista, è pieno di rimandi autobiografici: “Ho aspettato dieci anni prima di fare questo film che è il primo ambientato nel mondo dove sono cresciuta; i miei genitori infatti sono entrambi professori di filosofia”. E ha aggiunto: “Quando ho scritto L’avenir mi sono immedesimata in tutti i personaggi, sia quelli maschili che femminili”. E a proposito di immedesimazione, la Huppert ha voluto mettere in chiaro: “Non c’è bisogno di vivere delle situazioni nella vita per interpretare dei personaggi. La protagonista ha a che fare con dei fallimenti e dei dolori ma riesce comunque a trovare delle risorse interiori”. E sulla collaborazione con la regista: “Lavorando con Mia, ho trovato delle risposte a delle domande che mi ero posta. Ha fatto il ritratto di una donna intellettuale in maniera sensuale e leggera”. Sul personaggio interpretato dall’attrice, Mia Hansen-Løve ha aggiunto: “Nathalie è l’incarnazione dell’emancipazione femminile. Ha una forza che la fa sopravvivere alle separazioni. Spero che questa sua libertà si possa rintracciare nel cuore del mio film”. Poi la regista ha palato sulla scelta della Huppert: “Si è imposta sin da subito nel processo di scrittura. Avevo bisogno di una certa leggerezza per scrivere un film piuttosto duro e Isabelle era l’unica che poteva interpretare Nathalie. E’ lei che mi ha dato il coraggio per scrivere L’avenir“.

isabelle huppert in l'avenirSi è notata l’influenza di Eric Rohmer, soprattutto di Il raggio verde. E la cineasta non l’ha nascosto: “Per me è un regista che conta molto. E tra i suoi film che mi hanno infuenzato non c’è soltanto Il raggio verde ma anche La mia notte con Maud“.

Anche Edith Scob, nei panni della madre di Nathalie, parla del suo personaggio: “E’ un ruolo che mi ha molto toccata. C’era comunque una piccola distanza che mi ha permesso di non essere sommersa dai suoi umori”.

Infine, un’ultima annotazione: il gatto: “Sono cresciuta in mezzo ai gatti e i libri. E qui per Nathalie rappresenta il fantasma di sua madre”.

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