Bif&st 2016 – Paolo Taviani e l’esperienza con Mastroianni in Allonsanfàn

“Tuttobene Vittoriopaolo?” diceva Mastroianni ai due registi sul set del film quando dirigevano separatamente le inquadrature del film. Ospite con uno dei due registi anche Lina Nerli Taviani

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All’interno della restrospettiva d’onore che il Bif&st 2016 dedica a Marcello Mastroianni, il regista Paolo Taviani e la costumista Lina Nerli Taviani incontrano il grande pubblico, subito dopo la proiezione del film Allonsanfàn del 1974.  Paolo Taviani risale alla duplice genesi del film, la stesura del 1965, poi effettivamente messa in scena ed una antecedente in cui il protagonista, interpretato proprio da Mastroianni, tornava a seppellire i morti, anziché tradire i propri compagni. Un finale alternativo che definisce “prometeico”, in linea con lo spirito del tempo storico narrato.  Tuttavia, in seguito, i registi, Paolo e Vittorio, insieme, ripensarono il personaggio quanto più vicino a loro ed ecco che persuasi dalla suggestione di voler narrare una più intima “restaurazione di sé”, approdarono all’idea del traditore.

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Il regista rivela come in alternativa avessero pensato a Gianmaria Volonté, tornando a ricredersi però, in quanto solo Mastroianni avrebbe saputo trasmettere con estrema spontaneità la rara, dolce poesia del ritorno a casa, quella malinconia dei personaggi cechoviani, che Marcello conosceva bene.

taviani bif&stLina Nerli Taviani, ripensando al lavoro svolto sui costumi del film, in piena libertà e senza pretese di fedeltà filologica, ricorda che Mastroianni mostrò sin da subito molta fiducia riguardo agli abiti che avrebbe indossato e confida come, con molta premura, evidenziò quello che credeva fosse un suo punto debole ai fini della resa fisica degli abiti d’epoca, ovvero i suoi esili polpacci, tanto da azzardare egli stesso la realizzazione di protesi che alla fine non vennero mai utilizzati in scena. Invece, molta più ammirazione gli venne espressa da tutta la troupe sul set, quando nonostante il clima gelido volle recitare, come da sceneggiatura, indossando solo la camicia rossa, al contrario delle numerose comparse di contadini che sotto la camicia indossavano almeno due maglioni.

marcello mastroianni allonsanfanI Taviani hanno usato spesso una contestualizzazione storica passata, per poter in realtà indagare il presente e alla domanda su quale tempo andato recupererebbero per parlare della nostra attualità, Paolo risponde: “Stiamo già attraversando la fine di un’epoca e forse ne sorgerà un’altra. Mi sento molto toccato dall’immenso fenomeno migratorio che addolora e trasfigura l’Europa e da come Gianfranco Rosi abbia saputo tesserne la narrazione. Per raccontare la realtà occorre sempre partire da una intuizione, un barlume di idea che sia vitale, un faro guida per tutta la lavorazione di un film, poi come si riesca ad armonizzare la creatività di due fratelli, che lavorano sullo stesso progetto resta un mistero, per quanto valga per ogni sodalizio artistico”.

Interviene, dunque, Lina, affermando da moglie e collega, quanto gli screzi tra Paolo e Vittorio nascano solo da divergenze caratteriali, perché sul lavoro vige sempre una netta separazione dei compiti, persino la direzione alternata inquadratura per inquadratura.

A tal proposito, Paolo ripensa a come questa loro voluta distinzione di responsabilità lasciasse molto perplesso proprio lo stesso Mastroianni, che spiritosamente soleva chiamarli con un nome unico, esclamando sul set “Tutto bene Vittoriopaolo?”. Il rito festivaliero vuole che gli ospiti dichiarino quale film, a loro parere, ha meglio valorizzato il talento di Marcello Mastroianni. Paolo Taviani cita Una giornata particolare di Ettore scola estendendo l’affettuoso ricordo anche al Maestro recentemente scomparso, lui che proprio del Bifest è stato il Presidente.

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