Bortone, Willwoosh e Salemme – Il cinema ai tempi del web

Un folto gruppo di ragazzini affolla la sala del cinema Barberini dove ha luogo l'anteprima di 10 regole per farla innamorare. L'attesa è alta, aspettano tutti, soprattutto le ragazze, Guglielmo Scilla, meglio noto come Willwoosh al popolo di internet. Le aspettative non vengono deluse. A presentare il film, il regista Cristiano Bortone, Scilla stesso, un Salemme di corsa tra un treno e una tournée teatrale e il resto del giovane cast al completo.

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Guglielmo ScillaUn folto gruppo di ragazzini affolla la sala del cinema Barberini dove ha luogo l'anteprima di 10 regole per farla innamorare, affiancando con il loro entusiasmo la stampa. L'attesa è alta, aspettano tutti, soprattutto le ragazze, Guglielmo Scilla, meglio noto come Willwoosh al popolo di internet. Le aspettative non vengono deluse. A presentare il film, il regista Cristiano Bortone, Scilla stesso, un Salemme di corsa tra un treno e una tournée teatrale e il resto del giovane cast al completo. Riflettori puntati sui protagonisti, che parlano tanto di arte e di web.

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Com'è nata l'idea del film?

Bortone: Spesso i film nascono un po' per caso. Con il mio amico Brizzi mi ritrovo spesso a discutere dei film che escono, quelli americani e non solo, analizzandoli, cercando di capire come funzionano e poi sono stato sempre affascinato da quei libri di auto-aiuto, tipo “Come innamorarsi etc.”. Da lì è nato lo spunto per una commedia. E poi in questi tempi di estrema cupezza ci piaceva fare un film più leggero su un argomento come l'amore, sempre universale.

Come ha scelto gli attori?

Bortone: Per quanto riguarda il cast, spesso ci si ritrova a fare quelle commedie “impacchettate”, con vari personaggi famosi tutti insieme. Io, invece, ho voluto rischiare, mettendo insieme un cast innanzitutto divertente. Di Salemme sono sempre stato un grande fan e ero convinto che, oltre la commedia, ci fossero altre corde che si sarebbero potute tirare fuori, più drammatiche, come nelle scene più intime con il figlio. Per il protagonista, invece, ho trovato più difficoltà visto che manca un vero e proprio ricambio tra gli attori. Ci sono stati tanti provini, ho visto tanti video e poi mi hanno proposto Guglielmo e ho pensato “Ma che c'entra, deve fare l'attore non altro” e poi s'è presentato con una delle sue magliette spiritose, la borsa con Mickey Mouse, ha fatto il provino. Ma questo è fantastico! Era perfetto per il ruolo. Intorno, gli ho voluto mettere un cast molto fresco, di ragazzi giovani e belli. E si è creato un legame speciale tra il padre e i ragazzi, che è l'anima della commedia. Sul set si è creata una vera amicizia, ci si divertiva.

Scilla: In realtà, l'incontro è andato diversamente. Cercava uno “sfigato”, m'ha visto ed è rimasto colpito.

Mi sembra che nel rapporto padre-figlio, ci sia da parte del padre una voglia di riconquistare certi valori.

Salemme: C'è una contraddizione tra l'essere piacione del padre e questo tentativo di recuperare i valori di una volta. Io, purtroppo, non ho figli, ma credo proprio che molti problemi nella nostra società siano il risultato del rapporto tra padri e figli, specialmente quella generazione di padri anni '70, poco presenti per i figli.

Scilla: Per me era una situazione che conoscevo, visto che i miei genitori hanno divorziato quando ero piccolo, mio padre vive in Sicilia e ho pochi contatti con lui. Mi sono trovato a costruire un rapporto difficile, anche perché ero in soggezione rispetto a Salemme. Però è stato bello riuscire a costruire qualcosa di simile sullo schermo e fuori.

Bortone: Questa è una cosa che non vi ho mai detto, ma quando vi ho incontrati, ho percepito queste cose di cui parlate, Vincenzo che non ha figli e Guglielmo che ha un rapporto difficile con il padre e io ho cercato di tirare fuori tutto questo. Ha aiutato a portare realismo alla storia.

Cristiano BortoneGuglielmo, tu sei diventato famoso grazie a YouTube. Ora fai film, scrivi libri. L'impatto rispetto al pubblico ti fa paura? Ti sta cambiando in qualche modo?

Scilla: Il web non ti protegge affatto. Ho letto spesso commenti sgradevoli, anche cattivi, ma ho letto pure cose belle. Da un certo punto di vista, il web ti fa stare più attento a quello che fai, ti porta a creare degli scudi attorno a te. Ieri ero alla Feltrinelli a Napoli per presentare il mio libro. A un certo punto, mi sono dovuto mettere in piedi sul tavolo, manco fossi stato Lady Gaga durante un concerto. Tutte quelle persone potrebbero intimidire, ma sai che la gente viene apposta per te, quindi è un'altra cosa… Non vedo, però, questo come un nuovo inizio. Sarebbe da illusi. Alla fine poi puoi sempre tornare a YouTube che non ti tradisce, anche quando sarò grasso come Jack Black e nessuno mi vorrà più.

È nato prima il libro o il film?

Scilla: Il libro nasce dopo, grazie a Cristiano e a Feltrinelli che me l'hanno proposto. Però non volevo fare un libro sul film, l'idea è personale, diversa, altrimenti l'avrebbe scritto Brizzi. L'ho scritto con una mia amica perché mi serviva un punto di vista femminile, anche se poi lei a volte i ruoli si sono scambiati. E poi il libro è più cattivo del film.

Molti cantanti sono diventati dei fenomeni su YouTube e sono diventati dei divi. Più raro è trovare lo stesso percorso per un attore o un personaggio.

Scilla: Conosco Lily Allen che è nata su MySpace che ti permetteva di ascoltare musica di sottofondo mentre visitavi la pagina. Invece quattro anni fa, quando ho iniziato, YouTube non era niente. Lo stesso su Twitter. Ora ce l'hanno tutti, ma prima non era così. Io la vivo, boh, magari va. Sono altre le cose che rimangono per sempre.

Salemme, come vede lei, che ha studiato con De Filippo, il successo attraverso i social network?

Salemme: I social network sono un modo di comunicare, che fanno parte della nostra epoca. Quando mi hanno detto che Guglielmo sarebbe stato il protagonista, ho badato più a quello che dovevamo fare, non al suo personaggio su internet. Sono due cose diverse. Dovevamo recitare. Ma alla fine perché no? Fosse capitata a me un'occasione del genere!
 
Bortone: Chi oggi fa YouTube o dei video è pazzesco. Questi ragazzi scrivono, girano, montano, sanno fare tutto, pure la promozione. Hanno talento per fare dei film loro. A confronto, mi sento anacronistico.
 
Salemme: Poi, alla fine, quella che conta è la persona, l'anima che rimane. Il web è così veloce e popolare.

C'è il rischio che questi giovani si brucino con la stessa velocità senza una scuola vera alle spalle.

Salemme: Quando ero ragazzo io, facevamo le stesse cose, sarebbe potuto accadere lo stesso. Io ho iniziato a lavorare con Eduardo a 19 anni, 19! Non mi sono perduto, ma conosco tanta gente della mia generazione che si perduta per la strada. Questi ragazzi, invece, sono tutti molto più innocenti di noi.

Scilla: Conosco molti attori giovani, davvero bravi, mica come me, ma al giorno d'oggi manca la possibilità. Non dico tanto per un posto fisso, pure da precari e io proprio non me lo riesco a spiegare. Molti di questi ragazzi stanno sul web perché quella è l'unica strada.

Bortone: L'importante è il contenuto. Cambia la scatola, la modalità con cui si usa, ma l'essenza è la stessa. Sin dalla Preistoria, l'uomo ha sentito la necessità di radunarsi attorno al fuoco e raccontare qualcosa, una storia, sulla vita, l'amore soprattutto, la crescita e l'avventura, che sono temi rimasti fino a noi.

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