Buon compleanno Mr. Grape, di Lasse Hallström

Senza perdersi in eccessi, Hallström affronta il tema della diversità in un racconto di formazione che necessariamente passa attraverso la consapevolezza della perdita.

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Buon compleanno Mr. Grape è un film d’altri tempi, una di quelle commedie venate d’amarezza che ti fanno rimpiangere certe storie contemporanee dove sembra dominare la formula dell’over – neanche fossero melodrammi! Invece nel primo lavoro da sceneggiatore di Peter Hedges – che è poi anche autore dell’omonimo romanzo da cui il film è tratto – si può scorgere una robusta rete narrativa che porta a galla, senza bruschi movimenti, il malessere del protagonista mettendolo in relazione con i personaggi che fanno parte della sua vita. Già perché come suggerisce il titolo originale – What’s Eating Gilbert Grape, un’espressione che indica qualcosa che dà preoccupazioni o crea guai – si tratta proprio di un’insoddisfazione radicata nel profondo: il giovane Gilbert (Johnny Depp), in seguito al suicidio del padre, è l’unico a prendersi cura del fratellino quasi diciottenne (un Leonardo DiCaprio a tratti irriconoscibile) che è mentalmente ritardato; la madre infatti non si è più ripresa dal tragico evento ed è diventata una donna obesa che passa le giornate sul divano, mentre le figlie badano a lei e alle faccende domestiche. In un quadro familiare già di per sé destabilizzante – come le fondamenta della casa che stanno per cedere – si inserisce, sullo sfondo, l’immagine della piccola città in lenta trasformazione, dove iniziano ad affacciarsi le prime promesse di una “allettante” globalizzazione: l’immenso Foodland, con offerte personalizzate per i clienti, o la nuova catena di fast food che giunge trasportata da un camion insieme al suo imbonitore, preconfezionata e pronta al consumo (“Nel milkshake c’è latte vero”, però!).

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Il desiderio di Gilbert di mollare tutto – compreso un lavoro poco appagante – e di partire si viene a scontrare con la responsabilità nei confronti del fratello, che continua ad arrampicarsi sulla cisterna d’acqua della città inconsapevole dei ripetuti avvertimenti della polizia. Il loro è un rapporto di affetto e scherzosa complicità ma anche di sofferenza silenziosa e partecipata: il giovanissimo DiCaprio lavora a fondo sul s

buon compleanno mr. grapeuo personaggio si verbalmente sia fisicamente dando un’interpretazione davvero convincente che avrebbe meritato l’Oscar (ricevette una nomination, inaugurando una consuetudine futura). A poco a poco Gilbert, grazie all’arrivo fortuito di una ragazza (Juliette Lewis), matura concretamente l’idea di poter cambiar vita, di lasciare la provincia per girare il mondo, rompendo l’immobilismo a cui era destinato: Buon compleanno Mr. Grape diventa allora un percorso di formazione e crescita, che necessariamente passa attraverso la consapevolezza della perdita. Dal canto suo, Hallström tiene insieme questi elementi – in particolare la diversità e la sua accettazione – senza perdersi negli eccessi: la disabilità così come l’obesità sono trattate con rispetto e inevitabilmente conducono a un coinvolgimento; si passa sopra ad alcune sbavature della sceneggiatura – il gesto finale del protagonista, in linea comunque con il discorso narrativo portato avanti fino a quel momento – le quali non sporcano un’opera che ci sembra moralmente autentica.

 

Titolo originale: What’s Eating Gilbert Grape
Regia: Lasse Hallström
Interpreti: Johnny Depp, Leonardo DiCaprio, Juliette Lewis, Mary Steenburgen, Darlene Cates
Durata: 118’
Origine: USA 1993

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
Sending
Il voto dei lettori
3 (5 voti)
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