CADORE DOC FILM FESTIVAL

Seconda edizione a Pieve di Cadore (Belluno), dal 2 al 6 agosto 2006.

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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rassegne cinematografiche

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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e incontri sull'arte e il paesaggio


 


II edizione


Pieve di Cadore (Belluno)


2-6 agosto 2006


 


 


Magnifico Comune di Pieve di Cadore


Provincia di Belluno


 


 


con la partecipazione di


Magnifica Comunità di Cadore


Arcidiaconato del Cadore


Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore


 


con la collaborazione di


Università degli Studi di Udine


Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali


Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali, Pordenone


Laurea specialistica in Linguaggi e Tecnologie dei Nuovi Media, Pordenone


CEPO Centro Polifunzionale di Pordenone


Regione Siciliana


Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione


Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali ed Ambientali (CRICD)


Servizio Documentazione – Filmoteca Regionale Siciliana


 


e di


RAI – Radiotelevisione Italiana


RAI Teche


Fondazione Cineteca Italiana, Milano


Bozzetto Film (Milano), Christian Frei Filmproduktionen (Zürich), Fandango (Roma), Folco Quilici Produzioni (Roma), Heino


Deckert Film (Leipzig), Istituto Luce (Roma), Mikado (Milano-Roma), Stefilm (Torino), T.P.F. Telemaco (Roma), Videa (Roma),


Zeta Film (Budva, Montenegro)


Il Contato del Canavese/Teatro Giacosa di Ivrea


ARPAV Azienda Regionale per l'Ambiente del Veneto


 


con il contributo di


Regione del Veneto, Assessorato alla Cultura


Provincia di Belluno


Cinecittà Holding


Associazione Culturale "Gli Iconauti", Pordenone


Fondazione Fratelli Alinari, Firenze


e di


Federbim


Viking


Bellitalia – Arredo Urbano


Biscottificio "I Sartorelli"


Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina d'Ampezzo e delle Dolomiti


OPEL, Officina Cadore snc


RadioCortina


SAI – Zandonella Assicurazioni


Soligo Spumanti


 


si ringraziano


Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani (Bologna), Francesca Cadin, Annalisa Ciampi, Sandra Eichberg (RAI Teche, Roma), Enrico Nosei (Fondazione Cineteca Italiana, Milano), Livio Jacob (Cineteca del Friuli, Gemona), Andrea Crozzoli (Cinemazero), Antonio Costa (Università di Venezia-IUAV), Angela Felice (Teatro Club, Udine), Paolo Piquereddu (ISRE, Nuoro), Elena Filippini (Stefilm, Torino), Salvo Cuccia (Palermo), Gianfranco Pannone (Roma), Laura Tenti (Varese), Elisa Zanino (Il Contato del Canavese/Teatro Giacosa di Ivrea), Marcello Alajmo (Filmoteca Regionale Siciliana, Palermo), Andrea Drago e Paola Salmaso (ARPAV, Padova), Cinzia Th Torrini e Ralph Palka (Roma)


 


Cadore Doc Film Festival è socio di


Veneto Film Festival


 



 


progetto e direzione artistica


Marco Rossitti


 


sezione "incontri"


Nino Criscenti


 


organizzazione


Magnifico Comune di Pieve di Cadore


Associazione Culturale "Gli Iconauti", Pordenone


 


ufficio stampa e redazione "Cadore Doc News"


Municipio, Sala Consiliare


Stefano Campolo (AGO-Agenzia Giornalistica Obiettivo)


Giovanni Di Vincenzo


Manuela Morana


Sonia Soldera


 


ospitalità e promozione


Sonia Soldera


 


movimentazione film


Manuela Morana


 


proiezioni e assistenza tecnica


L'Image, Padova


 


service teatrale


Paolo Piuzzi Spettacoli-Servizi, Cordenons (PN)


 


mostre fotografiche


"Giorgio Lotti: Firenze 1966. L'Arno non gonfia d'acqua chiara" (Pieve di Cadore – Tai)


allestimento


Edoardo Faggiani


organizzazione


Raffaella Bassi, Edoardo Faggiani


 


"Firenze 1966. L'alluvione attraverso le fotografie dell'Archivio Alinari" (Belluno)


ricerca iconografica


Francesca De Palma


organizzazione


Francesca De Palma


Paola De Polo


 


progetto grafico


Ettore Concetti


 


stampa


Poligrafiche San Marco, Cormòns (GO)


 


sito internet


Matteo Fregolent


 


www.iconauti.it/cadoredoc


cadoredocfestival@libero.it


 


 


segreteria organizzativa


Flavia Tabacchi Borin


Elena Quartarella


Sara Quartarella


Municipio, Sala Consiliare


tel. 0435 500372/500257


fax 0435 500380


commercio.pieve@cmcs.it


www.pievedicadore.org


 


 


 


 


 


 


 


 


 


partecipano al Festival, in qualità di stagisti, gli studenti universitari


Marijana Brajkoviæ, Simone Cancian, Gabriella Coccolo,


Claudia Degano, Nevio De Conti, Chiara Del Fabbro,


Sara Di Maio, Paolo Pegorari, Andrea Penisto, Michele Vettorel


Mercoledì 2 agosto


 


 


 


ore 11.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Presentazione del programma di "Cadore Doc Film Festival"


intervengono


Roberto Granzotto, sindaco di Pieve di Cadore


Maria Teresa De Gregorio, dirigente dell'Unità di Progetto Attività Culturali e Spettacolo della Regione del Veneto


Maria Giovanna Coletti, assessore alla cultura del Comune di Pieve di Cadore


Marco Rossitti, direttore artistico di "Cadore Doc Film Festival"


Nino Criscenti, curatore della sezione "Incontri"


 


 


 


ore 15.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezioni


 


"Holidayscape. I paesaggi dell'Homo turisticus"


 


The Pilgrimage/Hodoèašæe (Serbia-Montenegro 1996, 15') di Vladimir Peroviæ


Nel buio della notte, molto prima dell'alba, quattro donne, con muli, asini e cavalli sovraccarichi, percorrono un sentiero molto stretto attraverso un paesaggio roccioso, portando con sé i loro prodotti agricoli. Raggiungono l'affollato mercato di una città del Mediterraneo dopo un viaggio di tre ore. Umili turiste provenienti dalla montagna, una volta sulla costa incontrano un altro genere di turisti, si trovano faccia a faccia con un altro stile di vita: acquirenti esagerati e pignoli, con strani vestiti, bagnanti oziosi e viziati che nuotano nell'acqua azzurra o giacciono sulla spiaggia… Due mondi diversi, vicini ma non simili, si incontrano, si sfiorano, condividono lo stesso luogo per poche ore e poi si separano… Lasciando questo luogo, dove la vita è facile, le nostre donne riprendono lo stesso sentiero, sotto il caldissimo sole di un mezzogiorno di luglio, sulle rocce roventi, e fanno ritorno alla loro dura vita, al loro remoto villaggio situato da qualche parte lassù, nel cuore del monte Oryen…


 


Bibione Bye Bye One (Italia 1999, 75') di Alessandro Rossetto


alla presenza dell'autore


"Ogni film di Alessandro Rossetto è eredità della storia del cinema", è stato scritto. La cronaca di un'ideale giornata estiva nella piccola cittadina balneare veneta di Bibione diventa per il cineasta padovano, oggi riconosciuto come uno dei massimi documentaristi contemporanei a livello europeo, lo spunto per comporre "una ballata più amara che dolce" che tempera i modi del reportage sul melting pot turistico, con un'ispirazione poetica debitrice di Tati, Fellini e Antonioni. Dove i segni della provincia italiana del Nord-Est subiscono un processo di astrazione e di ricomposizione "in una dimensione quasi metafisica, dove le immagini si idealizzano, diventano ideogrammi".


 


 


 


ore 18.00


Sala "Giovanni Coletti", Tai


 


Inaugurazione della mostra fotografica


Giorgio Lotti


Firenze 1966. L'Arno non gonfia d'acqua chiara


alla presenza del fotogiornalista


introducono Nino Criscenti e Marco Rossitti


 


 


 


ore 20.45


Piazza Tiziano (*)


 


Proiezioni


 


"Holidayscape. I paesaggi dell'Homo turisticus"


 


Il signor Rossi al camping (Italia 1970, 12') di Bruno Bozzetto


Il signor Rossi al safari fotografico (Italia 1971, 10') di Bruno Bozzetto


Il signor Rossi a Venezia (Italia 1974, 10') di Bruno Bozzetto


Copie provenienti dalla Fondazione Cineteca Italiana, Milano


 


Il signor Rossi in vacanza. L'Homo turisticus secondo Bruno Bozzetto


Autore di cartoni animati da quasi cinquant'anni, inventore di personaggi memorabili, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali (tra cui l'Orso d'Oro a Berlino per Mister Tao e la nomination all'Oscar per Cavallette), autore di classici assoluti dell'animazione come West & Soda, Vip mio fratello superuomo e Allegro non troppo, Bruno Bozzetto è uno dei più originali e prolifici autori del cinema d'animazione internazionale e continua tutt'oggi a lavorare a cortometraggi, serie televisive, curioso di sperimentare nuovi percorsi e di misurarsi con le tecniche d'animazione più avanzate. Il ciclo di cortometraggi sul signor Rossi, epitome dell'italiano medio alle prese con i vizi e le idiosincrasie caratteristiche dell'Homo italicus, rimane in assoluto una tra le sue intuizioni più felici e ispirate, e il breve ciclo-omaggio di Cadore Doc riunisce quei film che mostrano il celebre ometto esasperato da snervanti quanto tipiche situazioni "vacanziere". Mentre ne Il signor Rossi al camping (Italia 1970, 12') egli soccombe alla lusinghiera prospettiva di un ritorno alla natura lontano dalle nevrosi della metropoli, ne Il signor Rossi al safari fotografico (Italia 1971, 10'), sedotto dal miraggio di una vita primitiva e selvaggia, parte addirittura alla conquista dell'Africa, dove s'imbatte nella più burocratizzata e standardizzata situazione da "villaggio vacanze"; infine, ne Il signor Rossi a Venezia (Italia 1974, 10') le sue disavventure si snodano sullo sfondo sempre più inquinato di una laguna stravolta, tra costruzioni incerte e traballanti, a bordo di vaporetti stracarichi e pericolanti, dove la Venezia delle cartoline è solo un lontano ricordo. Suggella questo breve omaggio al Bozzetto del signor Rossi l'ultima animazione in Flash del grande disegnatore, Viaggiatori! e Viaggiatori? (Italia 2005, 5'), un cortometraggio sul turismo sostenibile realizzato per l'ARPA del Veneto (in programma venerdì alle 18.00). Si tratta di undici simpatiche provocazioni sulle situazioni tipiche del viaggiare: la preparazione, l'abbigliamento, l'itinerario, i contatti umani, il pranzo, gli spostamenti, le risorse, le vacanze alternative, il comportamento, la montagna e il rientro a casa. Ogni situazione confronta i comportamenti e il consumo di risorse di due tipologie di turisti: il turista curioso che viaggia in punta di piedi e il turista che brucia le tappe, distratto e un po' annoiato, attratto dalle mete esotiche e dalla diversità, dalle quali al contempo rifugge, perché bisognoso di essere rassicurato nelle sue abitudini.


 


 


"Lo spettacolo della realtà"


 


Il Grande Nord/Le Dernier trappeur (Francia-Canada-Svizzera-Germania-Italia 2003, 94') di Nicolas Vanier


Il regista Nicolas Vanier è un artista avventuriero che sembra uscito dalle pagine di Jack London. Ha scritto diversi libri e ha girato altrettanti documentari. Infine, ha incontrato Norman Winther, forse l'ultimo di un'antica stirpe di cacciatori di pelli, che vive nel cuore delle Montagne Rocciose insiema a Nebaska, un'indiana Nahanni, e ai suoi sette cani da slitta. Lontano dalle "necessità" indotte dalla società moderna, Norman si nutre dei prodotti della natura, della caccia e della pesca. Una volta all'anno effettua un viaggio fino in città, per barattare le sue pelli con il poco di cui ha bisogno: farina, fiammiferi, candele, pile. Ogni giorno fa fronte alle esigenze della sopravvivenza, fra lunghi e avventurosi spostamenti e attacchi di orsi e di lupi. Raccontandoci la straordinaria quotidianità di quest'uomo, Vanier ci conduce alla scoperta di un mondo ritmato dal respiro delle stagioni e ci emoziona con il racconto di una vita avventurosa immersa in scenari di una bellezza inimmaginabile.


 


 


(*) in caso di maltempo la proiezione si terrà alla Sala Oasi

Giovedì 3 agosto


 


 


 


 


ore 10.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Atelier


 


Alessandro Rossetto


La poetica del quotidiano


Nato a Padova nel 1963, Alessandro Rossetto è considerato uno dei maggiori documentaristi europei della giovane generazione. Hanno scritto di lui: "Il suo sguardo cinematografico è prezioso, fatto di curiosità e sensibilità. Nei suoi film sa farci incontrare situazioni e personaggi avvincenti, dei quali mette in risalto l'immaginario, la loro visione del mondo così come la loro vita quotidiana, messa in scena con rigore e poesia". Il suo originale approccio documentaristico deriva dalla profonda consapevolezza della valenza estetica e evocativa dell'immagine filmica, unita ad una spiccata capacità di raccontare le storie del reale; il risultato è un'efficace rappresentazione dell'intimità dei personaggi, accolti da uno sguardo poetico e di grande sensibilità. Le sue competenze cinematografiche a tutto tondo (è regista, produttore, direttore della fotografia, operatore alla macchina con esperienza sia in Italia che all'estero) portano un contributo autorevole e qualificato alla comprensione delle possibilità del documentario contemporaneo.


 


 


 


ore 15.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezioni


 


"Omaggio a Firenze". A quarant'anni dall'alluvione


 


Firenze violata (Italia 1993, 4') di Cinzia Th Torrini


Autrice di numerosi film a soggetto (Giocare d'azzardo, 1982, Hotel Colonial, 1986 e Ombre, 1999) e fiction televisive di grande successo (Elisa di Rivombrosa, 2003), nel 1993 la regista fiorentina Cinzia Th Torrini realizzò questo spot di denuncia sui tre drammi di Firenze: la guerra, l'alluvione del 1966, la bomba del 1993 all'Accademia dei Georgofili. Prodotto dalla città di Firenze e da RAI Uno.


 


Firenze 1000 giorni (Italia 1967-1970) di Folco Quilici


1a puntata: La città ferita (45')


Maestro della fotografia subacquea, scrittore (giornalista ma anche romanziere e saggista) e finissimo documentarista, indissolubilmente legato allo studio del rapporto tra uomo e mare, narratore di volti e luoghi dalle latitudini più remote, Folco Quilici è un'istituzione della divulgazione scientifica, non soltanto italiana. Questa produzione televisiva in tre puntate, realizzata per la RAI a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, racconta il salvataggio e la ricostruzione del patrimonio artistico di Firenze durante e dopo l'alluvione del 1966, concentrandosi in particolare sull'emozionante lezione di volontariato giovanile intrapresa dai cosiddetti "angeli del fango". Ricevette il Premio Mifed nel 1971 e nel 1990 ne venne approntata una sintesi di mezz'ora intitolata Firenze Odissea.


 


 


"Paesaggi perduti"


Retrospettiva Vittorio De Seta


 


Nato a Palermo il 15 ottobre 1923 da una famiglia nobile di origine calabrese, Vittorio De Seta si è affermato come uno dei testimoni più attenti del violento sviluppo industriale che ha stravolto l'Italia nella seconda metà del XX secolo. All'argomento, il regista palermitano ha dedicato – tra il 1954 e il 1959 – dieci cortometraggi sul mondo arcaico del Sud d'Italia, a tutt'oggi considerati pietre miliari nella storia del documentario, nella cui tradizione, non solo italiana, operarono una vera e propria cesura. Non solo perché con quei film De Seta individuava già negli anni Cinquanta il fenomeno che l'illustre geografo e storico del paesaggio Eugenio Turri definì "la grande trasformazione"; ma anche per ragioni strettamente tecnico-stilistiche: l'uso del colore, l'adozione del formato panoramico e il rifiuto del commento fuori campo, sostituito da voci e suoni in presa diretta, costituirono traguardi imprescindibili per la definizione del documentarismo moderno. Se n'è accorto, tra gli altri, anche Martin Scorsese, che nel 2005, nell'ambito del Tribeca Film Festival di New York, ha dedicato a De Seta un'ampia retrospettiva, avviando un programma di diffusione internazionale dei suoi cortometraggi. "Con Ermanno Olmi e Pier Paolo Pasolini, De Seta è un autentico poeta del reale… i suoi film forzano i confini tra fiction e realtà, attingendo ai temi arcaici della cultura europea… I toni epici di queste opere registrano la voce collettiva di un mondo che si sta perdendo proprio mentre viene filmato…" (Deborah Young, dal catalogo del Tribeca Film Festival 2005).


 


Lu tempu di li pisci spata (Italia 1954, 11')


Tra aprile e agosto il pesce spada va a deporre le uova nelle tiepide acque che separano la Sicilia dalla Calabria. Lungo questo itinerario l'uomo lo attende per ucciderlo: un attesa lunga ed estenuante, il silenzio ritmato dallo sciabordio delle onde. E poi, finalmente, l'avvistamento, l'inseguimento e la cattura. E il ritorno trionfale, al tramonto, dove sulla spiaggia una folla di donne e bambini festanti si accalca per accogliere i pescatori con le loro prede.


 


Isole di fuoco (Italia 1954, 11')


Un potente ritratto di Stromboli e dell'umanità che vi abita, pescatori e pastori che convivono con una natura aspra, tumultuosa e irrequieta. Le onde del mare che sferzano con violenza le rocce di un paesaggio lunare, i lampi e i tuoni di un temporale. E, su tutto, il fragore del vulcano che soverchia ogni cosa, il cratere che erutta fiamme e lava liquida contro il cielo.


 


Surfarara (Italia 1955, 10')


Le miniere di zolfo sono disseminate nella vasta landa contadina della Sicilia centrale. Poche strutture testimoniano all'esterno dell'oscura lotta e, talvolta, dell'invisibile tragedia che ha luogo ogni giorno nelle viscere della terra.


 


Pasqua in Sicilia (Italia 1955, 11')


Tre paesini siciliani – Fratello, Delia e Aidone – commemorano la Pasqua con celebrazioni che rappresentano una manifestazione genuina e spontanea del folklore sacro e popolare isolano.


 


Contadini del mare (Italia 1955, 10')


Tonnara di Granitola, Sicilia. Cronaca di una giornata tra i pescatori di tonno. Dalle prime luci dell'alba, con le imbarcazioni che avanzano mentre canti sommessi ritmano il battito dei remi che fendono le acque, fino al tramonto, quando gli uomini, allineati in piedi sulle barche, levano il cappello e intonano un ringraziamento collettivo. In mezzo, la disposizione delle reti, l'attesa silenziosa e, infine, il grido di avvistamento e la lotta: volti tesi squadrati da primi piani concitati, schiene inarcate, fragore di voci, ritmo ossessivo di canti, gesti, incitamenti.


 


Copie provenienti dalla Filmoteca Regionale Siciliana, Palermo


 


 


 


ore 18.00


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Incontri


 


La lezione di Firenze


Acqua e fango, seicentomila metri cubi di fango, trenta morti: un evento tragico l'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. Un disastro per il patrimonio culturale. Con un'icona: il Crocifisso di Cimabue della Basilica di Santa Croce, sommerso, salvato e in parte perduto. E con immagini consegnate alla storia: migliaia di giovani, volontari da tutto il mondo, che raccolgono dal fango dipinti, manoscritti, libri. Per la prima volta, dopo la guerra, in quel novembre di quarant'anni fa l'Italia si è trovata di fronte al problema della difesa del patrimonio. Abbiamo imparato la lezione di allora? Oggi siamo attrezzati almeno per limitare i danni ? Che cosa abbiamo fatto per prevenire?


intervengono


Enrico Castelnuovo, storico dell'arte, Scuola Normale Superiore di Pisa


Bruno Santi, soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Firenze, Pistoia e Prato


Bruno Zanardi, restauratore, Università Carlo Bo di Urbino


conduce Nino Criscenti


 


 


 


ore 20.45


Piazza Tiziano (*)


 


Proiezioni


 


"Holidayscape. I paesaggi dell'Homo turisticus"


 


Le mie Tre Cime/Meine Drei Zinnen (Italia-Francia-Austria-Finlandia 2005, 40') di Andreas Pichler


Da teatro dei cruenti scontri tra italiani e austro-ungarici durante la Prima Guerra Mondiale a "mecca" dell'alpinismo "automobilistico" dal dopoguerra ad oggi, le Tre Cime di Lavaredo rappresentano per il cineasta bolzanese Pichler un affascinante crogiuolo di segni storici e culturali. Filmini di famiglia in super 8, cartoline e fotografie diventano gli originalissimi materiali di un'indagine volta a capire come e perché la più bizzarra scultura geologica delle Dolomiti, praticamente sconosciuta fino a poco più di un secolo fa, sia diventata un'icona del paesaggio celebre in tutto il mondo.


 


 


"Paesaggi perduti"


 


I Budda giganti/The Giant Buddhas (Svizzera 2005, 95') di Christian Frei


Nel febbraio 2001, sei mesi prima dell'attacco alle Torri Gemelle, i Talebani emisero un decreto che chiedeva la distruzione di tutte le statue non islamiche situate in Afghanistan. Così, nonostante l'indignazione della comunità internazionale, l'umanità perse due meravigliose opere d'arte, una coppia di enormi Budda in pietra scavati nel fianco di una montagna nella Valle di Bamyian più di 1600 anni fa. Dopo la nomination all'Oscar ricevuta per War Photographer, Frei si conferma come uno dei massimi esponenti della gloriosa tradizione documentaristica svizzera con questo luminoso arazzo cinematografico ottenuto dall'intreccio di diversi fili narrativi. Basato su una complessa e approfondita ricerca, il film coniuga un evento di rilevanza internazionale con le vicende personali di coloro che ne furono coinvolti. Così, quello che inizia come un reportage sconvolgente sulla perdita di un patrimonio mondiale, si trasforma in un capolavoro artistico che stimola una riflessione sulla perdita della storia culturale e sul ruolo dei media.


 


 


(*) in caso di maltempo la proiezione si terrà nel Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


 


 


 


 



 


Venerdì 4 agosto


 


 


 


 


ore 10.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Atelier


 


Giorgio Lotti


Fotogiornalismo e ricerca


Giorgio Lotti (Milano, 1937) è uno dei grandi protagonisti del fotogiornalismo internazionale. Esordisce come free lance appena diciassettenne, e dal 1964 collabora stabilmente con il settimanale Epoca. I suoi reportage hanno consegnato alla memoria visiva collettiva pagine di storia tra le più memorabili del dopoguerra: le Olimpiadi di Tokyo, i funerali di Churchill a Londra, i viaggi del Papa nel mondo, la tragedia del Vajont, il terremoto di Sicilia, l'alluvione di Firenze… Nel 1968 denuncia per primo, con un libro fotografico, l'inquinamento in Italia. Nel 1973 realizza un formidabile reportage sulla Cina che gli frutta l'assegnazione del "World Understanding Award". Il suo ritratto ufficiale di Zhou en Lai vanta il primato della foto più stampata – oltre cento milioni di copie – della storia della fotografia e, per la stessa ragione, nel 1982 i cinesi lo citano nel loro "Dizionario degli uomini contemporanei più famosi del mondo". Il suo reportage sull'alluvione fiorentina del 1966 (in mostra alla Sala "Giovanni Coletti" di Pieve di Cadore-Tai fino al 27 agosto) rimane una delle manifestazioni più limpide del suo lavoro, sempre in equilibrio tra ricerca estetica e documentazione storica.


 


 


 


ore 15.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezioni


 


"Omaggio a Firenze". A quarant'anni dall'alluvione


 


Firenze 1000 giorni (Italia 1967-1970) di Folco Quilici


2a puntata: L'odissea del restauro (46')


 


Natale a Firenze con gli angeli del fango (Italia 1967, 10')


interviste di Nino Criscenti, regia di Vincenzo Gamna


(dalla trasmissione Giovani, puntata n. 1 del 5 gennaio 1967)


Quando volontariato e protezione civile non erano parole correnti. I volti, le voci, le ragioni dei giovani volontari accorsi a Firenze


subito dopo l'alluvione del 4 novembre 1966, in un servizio televisivo girato un mese dopo la tragedia.


introduce Nino Criscenti


 


 


"Paesaggi perduti"


Retrospettiva Vittorio De Seta


 


Parabola d'oro (Italia 1955, 10')


Il lavoro dei contadini siciliani somiglia a un rituale primitivo. Gli uomini caricano i covoni di grano sui muli, li trasportano nelle aie e li dispongono per la trebbiatura. A questo punto, un uomo si dispone al centro dell'aia facendo correre intorno i muli che calpestano le spighe con gli zoccoli e, per incitare l'animale, canta dei versetti nei quali evoca il sole, il vento e le divinità.


 


Pescherecci (Italia 1955, 10')


Ultimo film sulla pesca in Sicilia, inizia significativamente a bordo di un peschereccio a motore, il cui rumore costituisce un continuum sonoro, che si confonde a momenti con brevi frasi degli uomini e con i cigolii meccanici dello scafo. La giornata di lavoro trascorre tra la raccolta, la scelta e la divisione del pesce, le pause, la minaccia del temporale, il pasto, il riposo.


 


Pastori di Orgosolo (Italia 1958, 11')


Sul Sopramonte di Orgosolo, in Sardegna, un tempo rifugio di latitanti e banditi, la macchina da presa di De Seta segue gli spostamenti dei pastori. Figure solitarie, schiacciate in un paesaggio aspro e immenso spazzato dai venti, costoro contendono al freddo e alla fame la sopravvivenza delle proprie greggi. Mungono le pecore, lavorano il latte per trasformarlo in formaggio, fanno il fuoco, procurano al bestiame le fronde da brucare, consumano il loro frugale pasto in una grotta, dove passeranno anche la notte. Tutto, nei loro gesti, ribadisce il profondo rapporto che lega la loro esistenza alla durezza della natura.


 


Un giorno in Barbagia (Italia 1958, 10')


La Barbagia è quella vasta regione della Sardegna abitata dai pastori. Mentre gli uomini vivono lontani la maggior parte dell'anno con le loro greggi, le case e i bambini rimangono affidati alle donne, che tagliano la legna, lavorano i campi e preparano il pane "carasau". Il film racconta questa quotidianità semplice e laboriosa, dall'animazione di prima mattina fino alla sera, quando gli uomini fanno ritorno in paese e la famiglia si ricostituisce presso l'intimità del focolare domestico.


 


I dimenticati (Italia 1959, 20')


Alessandria del Carretto, Calabria, 1959. Questo "mucchio di vecchie case, 1600 uomini e donne, un mondo arcaico, spento, dimenticato", si accende ogni anno, dopo il lungo letargo invernale, in occasione della festa della Primavera.


 


Copie provenienti dalla Filmoteca Regionale Siciliana, Palermo


 



 


ore 18.00


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezioni


 


"Holidayscape. I paesaggi dell'Homo turisticus"


 


Viaggiatori! e Viaggiatori? (Italia 2006, 5') di Bruno Bozzetto


con la collaborazione dell'ARPAV – Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto


Autore di cartoni animati da quasi cinquant'anni, inventore di personaggi memorabili (il signor Rossi, epitome dell'italiano medio, tra tutti), vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali (tra cui l'Orso d'Oro a Berlino per Mister Tao e la nomination all'Oscar per Cavallette), autore di classici dell'animazione come West & Soda, Vip mio fratello superuomo e Allegro non troppo, Bruno Bozzetto è uno dei più originali e prolifici autori del cinema d'animazione internazionale. Curioso sperimentatore di nuovi percorsi e delle tecniche d'animazione più avanzate, da qualche tempo Bozzetto realizza cortometraggi in Flash. È il caso di Viaggiatori! e Viaggiatori?, sul turismo sostenibile, realizzato per conto dell'ARPA del Veneto, che ci presenta undici simpatiche provocazioni sulle situazioni tipiche del viaggiare: la preparazione, l'abbigliamento, l'itinerario, i contatti umani, il pranzo, gli spostamenti, le risorse, le vacanze alternative, il comportamento, la montagna e il rientro a casa. Vengono confrontati i comportamenti e il consumo di risorse di due tipologie di turisti: il turista curioso, che viaggia in punta di piedi, e il turista che brucia le tappe, distratto e un po' annoiato, attratto dalle mete esotiche e dalla diversità, dalle quali al contempo rifugge, in quanto bisognoso di essere rassicurato nelle sue abitudini.


 


Ferie. Gli italiani e le vacanze (Italia 2000, 26') di Gianfranco Pannone


Uno tra i più autorevoli giovani documentaristi italiani si cimenta con il tema degli italiani in vacanza. Realizzato sulla scorta di cinegiornali Luce e servizi telegiornalistici dagli anni Trenta ai giorni nostri, è un efficace ritratto dell'Homo turisticus.


 


Broadway. Black Sea/Brodwey. Chernoye Morye (Germania-Russia-Repubblica Ceca 2002, 78') di Vitalij Manskij


Un viaggio all'interno della variegata umanità che affolla ogni estate la spiaggia di Broadway, rinomata quanto improbabile località di villeggiatura sul Mar Nero. Il documentario antropologico di Manskij è una sfilata di volti e situazioni ritratte con un occhio tra il cinico e il grottesco, dove reduci di guerra, saltimbanchi alcolizzati, giostrai e massaggiatori, partorienti e cammelli, nudisti e semplici villeggianti compongono il caleidoscopico mosaico di una comunità effimera. Una riflessione sulla difficile condizione esistenziale di un paese in via di cambiamento.


 


 


 


ore 21.15


Piazza Tiziano (*)


 


Il Contato del Canadese


Teatro Giacosa di Ivrea


presentano


 


Atlante. Geografie di corpi, sentimenti, terre


uno spettacolo con Lucilla Giagnoni


testi di Lucilla Giagnoni e Bruno Macaro


musiche di Paolo Pizzimenti


regia di Bruno Macaro


introduce Angela Felice, direttore artistico del Teatro Club di Udine


Dopo la formazione alla Bottega teatrale di Vittorio Gassman, dal 1984 Lucilla Giagnoni lavora come attrice ed entra a far parte della compagnia Laboratorio Teatro Settimo, partecipando agli spettacoli più significativi del gruppo, tra i quali Esercizi sulla tavola di Mendeleev (1984), La Storia di Romeo e Giulietta (1990), Villeggiatura. Smanie, avventure e ritorno (1993). Ha lavorato inoltre con Paola Borboni, Luigi Squarzina e, con Alessandro Baricco e Gabriele Vacis, ha realizzato nel 1998 Totem. È autrice di trasmissioni radiofoniche RAI e dal 1996 scrive testi teatrali che interpreta sola in scena nel segno del teatro di narrazione: In risaia (1996), Nudo su paesaggio (1998) e Atlante (2000). L'ultimo suo lavoro è Chimera (2003).


Realizzato da Bruno Macaro e Lucilla Giagnoni, Atlante è uno spettacolo che nasce dall'integrazione di suggestioni letterarie preesistenti (Calvino, Augè, Pasolini, Michelucci, Chatwin, Fellini, Borges) con l'intenzione di rispondere a una particolare esigenza, un'intuizione: esplorare la "corrispondenza" tra la mappa dei territori, delle terre, e le mappe del corpo, o meglio del tempo che plasma e modella i corpi (e così facendo disegna una mappa fatta di pieghe, di rughe, ma anche di gesti, di attitudini). La memoria come mappa, dunque. È un lavoro che può essere definito anche come un attraversamento dell'idea di paesaggio indicata da Claudio Magris.


 


 


(*) in caso di maltempo lo spettacolo si terrà nel Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore

Sabato 5 agosto


 


 


ore 10.30


Palazzo Magnifica Comunità di Cadore


 


Atelier


 


Duccio Canestrini


Holidayscape. I paesaggi dell'Homo turisticus


Antropologo del turismo, Canestrini insegna al Master of Tourism Management (Trento School of Management) e al Corso di laurea in Scienze del turismo al Campus di Lucca. È membro dell'Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche (Roma) e dell'International Scientific Council for Island Development (Parigi). È saggista e consulente nel campo dell'antropologia della contemporaneità e del turismo sostenibile. Centrale, nella sua riflessione, la figura dell'Homo turisticus, con cui egli designa quella tipologia umana che per prima ha attuato il principio della democratizzazione del viaggio. Emerso già alla fine dell'Ottocento, l'Homo turisticus ha usurpato la scena al modello – aristocratico e sprezzante paradigma di privilegio sociale – del Viaggiatore con la V maiuscola, colto e danaroso. Oltre che con numerose pubblicazioni (Non sparate sul turista. Dal turismo blindato al viaggio permeabile; Andare a quel paese. Vademecum del turista responsabile; Trofei di viaggio. Per un'antropologia dei souvenir), Canestrini ha sviluppato e approfondito il tema attraverso l'originale formula delle conferenze-spettacolo, nelle quali, servendosi di un insieme di materiali visivi e sonori montati ad hoc, costruisce un affascinante continuum all'insegna della multimedialità: dalle stampe antiche e dai quadri alle vignette umoristiche e alle immagini pubblicitarie, fino a spezzoni di filmati, videoclip, passi letterari registrati, brani di canzoni, ecc.


 


 


ore 15.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezioni


 


"Omaggio a Firenze". A quarant'anni dall'alluvione


 


Firenze 1000 giorni (1967-1970) di Folco Quilici


3a puntata: I muri e le carte (41')


 


"Lo spettacolo della realtà"


 


L'esplosione (Italia 2003, 75') di Giovanni Piperno


Esplosivista è chi butta giù palazzi abusivi, fabbriche in disuso, costruzioni non autorizzate, vecchi e nuovi edifici ingombranti o illegali. Come nel caso – eclatante – del villaggio turistico Coppola-Pinetamare, un'enorme costruzione abusiva a Castelvolturno (Caserta) nata negli anni Settanta, su iniziativa della potentissima famiglia Coppola, a immagine, solo teorica, di Miami. Soltanto nel 2001 si arriverà alla decisione di abbattere una delle sue otto immense torri, divenute simbolo dello scempio, della corruzione e della latitanza dello Stato. E qui entra in azione Danilo Coppe, pedinato dalla telecamera di Giovanni Piperno. Da una parte l'intrigante lavoro di Coppe, che porta l'esplosivista su e giù per l'Italia alla ricerca di vecchi "ecomostri" da mandare in pensione. Dall'altra il Villaggio Coppola, le torri e i suoi ultimi abitanti, testimonianza della vita che fu. L'occhio della telecamera esplora in silenzio le centinaia di appartamenti abbandonati, segue la quotidianità di due pensionati che ancora occupano le torri, si unisce alle videocamere degli ambientalisti che cercano di filmare i soprusi. Alle immagini di oggi si alternano i filmati promozionali d'epoca, che celebravano la neonata località balneare come luogo ideale e alternativo al caos cittadino.


 


 


ore 18.00


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Incontri


 


I contesti perduti. Opere e musei

conversazione con Bruno Toscano

storico dell'arte, Università di Roma III


introduce Nino Criscenti


 


"Questo non è un dipinto per una galleria" dice nel 1787 Philip Hackert a Ferdinando IV di Napoli che aveva fatto trasportare dalla Certosa di San Martino a Capodimonte la Deposizione di Ribera. "Il pittore lo ha studiato per quell'altare di quella cappella. Se il quadro non si trova al posto giusto non farà mai un buon effetto. E poi mi sembra ingiusto che la certosa perda un capolavoro della sua chiesa". Come ha risposto il re di Napoli? E noi come rispondiamo? Vogliamo interrogarci sull'istituzione Museo?


 


 


 


ore 20.45


Piazza Tiziano (*)


 


Proiezioni


 


"Lo spettacolo della realtà"


 


Il diamante bianco/The White Diamond (Gran Bretagna-Germania 2004, 90') di Werner Herzog


"C'è il cinema, c'è il film narrativo, c'è il documentario. E poi c'è Werner Herzog". Dapprima il cineasta bavarese ci racconta il cielo sopra la foresta pluviale. Poi, ribaltando lo sguardo in una sorta di controcampo, ci racconta la foresta pluviale vista dal cielo. E lo fa inseguendo il sogno di Graham Dorrington, ingegnere aerospaziale londinese e ideatore di un aerostato ad elio. Il lungometraggio è soltanto l'ultimo tassello di un'opera cinematografica immensa che rivela, per il tramite delle mille possibili espressioni dell'eterna lotta dell'uomo contro la Necessità, il conflitto altrettanto sacro e titanico dell'artista teso a catturare l'intero universo in un'immagine. Un cinema che, da sempre, trova la sua grandezza nella capacità di produrre un senso spirituale a partire da una realtà tangibile, sensoriale. Molto più che un semplice documentario, Il diamante bianco ha piuttosto il respiro, le modulazioni, il carattere di un grande film hollywoodiano. Puro cinema.


 


 


(*) in caso di maltempo la proiezione si terrà nel Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


 


 


 


 



 


Domenica 6 agosto


 


 


 


ore 10.30


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Proiezione


 


"Paesaggi perduti"


 


C'era una volta Bam (Italia 2003, 26') di Franco Fracassi, regia di Claudia Panero


Giornalista, fotografo e documentarista, Franco Fracassi ha coperto alcuni dei più importanti eventi internazionali degli ultimi anni. È un profondo conoscitore del Medio Oriente e con C'era una volta Bam ha raccontato la scomparsa dell'antichissima cittadella di argilla rossa, fango essiccato, sassi, tronchi di palma e paglia dove, nel 1975, Valerio Zurlini ambientò la Fortezza Bastioni per Il deserto dei tartari. Capolavoro architettonico riconosciuto come "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco, Bam è stata distrutta da un violento terremoto nel 2003.


 


 


 


ore 11.00


Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore


 


Atelier


 


Luciano Tovoli


La luce di Bam


Luciano Tovoli è uno dei più grandi direttori della fotografia del cinema mondiale. Ha lavorato, tra gli altri, con Vittorio De Seta (Banditi a Orgosolo), Michelangelo Antonioni (Professione: reporter, Il mistero di Oberwald), Marco Ferreri (L'ultima donna, Ciao maschio), Nanni Moretti (Bianca), Dario Argento (Tenebre, Suspiria), Ettore Scola (Il viaggio di Capitan Fracassa, Splendor, Che ora è?), Barbet Schroeder (Il mistero von Bülow, Inserzione pericolosa).


Nel 1975, Valerio Zurlini lo vuole sul set prescelto per ambientare la trasposizione de Il deserto dei tartari, il più popolare romanzo dello scrittore bellunese Dino Buzzati. Si tratta dell' antichissima città-fortezza di Arg-e-Bam, nell'Iran sud-orientale. La città, gioiello architettonico interamente costruito in mattoni di fango e argilla citato anche ne Il Milione di Marco Polo (fu fondata nel II secolo a.C.) e dichiarata "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco, è stata quasi completamente distrutta dal terremoto catastrofico che colpì l'Iran nel dicembre del 2003, causando più di 40.000 vittime. Dalla voce di Tovoli, il ricordo di uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti del mondo.


 


 


 


 


 


 


 



 


Mostre fotografiche:


 


 


 


Comune di Pieve di Cadore


Cadore Doc Film Festival


Associazione Culturale "Gli Iconauti", Pordenone


 


Giorgio Lotti


Firenze 1966. L'Arno non gonfia d'acqua chiara

 


Pieve di Cadore


Tai – Sala "Giovanni Coletti"


3-27 agosto 2006


 


inaugurazione: 2 agosto, ore 18.00


 


orari


tutti i giorni: 10.30-12.30 / 17.00-19.00


 


 


 


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Provincia di Belluno


Comune di Pieve di Cadore


Cadore Doc Film Festival


Fondazione Fratelli Alinari, Firenze


 


Firenze 1966

L'alluvione attraverso le fotografie dell'Archivio Alinari

 


Belluno


Palazzo Piloni, Sala della Presidenza


1 agosto-10 settembre 2006


 


inaugurazione: 31 luglio, ore 18.00


 


orari


da lunedì a giovedì: 8.30-12.30 / 14.30-17.30


venerdì e sabato: 8.30-12.30


domenica: chiuso

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