"Cambia la tua vita con un click", di Frank Coraci

Ad impressionare maggiormente in "Cambia la tua vita con un click" è l'impianto visivo. A supportare una sublime perizia, soprattutto nelle fasi fotografiche, scenografiche e del trucco, uno stile piano e alieno che maschera i falsi détour spazio-temporali in una gabbia amniotica di spaesamento prima di tuffarsi nel rimpianto definitivo e ripararatore.

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Riprende la collaborazione tra Frank Coraci e Adam Sandler ad otto anni di distanza dagli exploit di Prima o poi me lo sposo e Waterboy. Scorrendo la filmografia dell'attore, è evidente come sia capace nel guadagnare e dare fiducia, non solo ai registi, ma ad un team convalidato chiamato di volta in volta a ritrovarsi ed a perfezionarsi. Non a caso è sempre più impegnato con la Happy Madison, che coproduce il film. Ma c'è anche un filo rosso che si lega ad un altro regista/complice, quel Peter Segal, alle prese col comico americano anche per L'altra sporca ultima meta e Terapia d'urto, regista della commedia sentimentale 50 volte il primo bacio che a sua volta si ricollegava fortemente al Ramis di Ricomincio da capo, già forte debitore di Accadde domani, il classico di René Clair. Si continua quindi a giocare col tempo e i suoi livelli, un tempo sfidato, subito, talvolta annullato. Se sia in Groundhog Day che in 50 first dates c'è la coazione a ripetere, ora sconfinante nel tragicomico ora nella libera e in/consapevole costruzione di un amore, e in It happened tomorrow (di tutti il più assimilabile a Click, almeno a livello drammaturgico) invece l'incubo della conoscenza, nel film diretto da Frank Coraci (reduce da Il giro del mondo in 80 giorni) li ritroviamo non citati ma assimilati, come in un compendio multimediale. E non poteva essere altrimenti viste le premesse. L'idea di partenza è di quelle semplici e geniali allo stesso tempo: un telecomando capace di manipolare la propria vita semplice con il click di un pulsante. La nostra vita come un dvd con i suoi extra, dove possiamo scegliere i capitoli da gustare, abbassare il volume di voci o latrati indesiderati, skippare in avanti nel mezzo di una discussione, stoppare il dirimpettaio di turno o accelerare una situazione che intralcia con il nostro lavoro, anche se si tratta di fare sesso con la propria moglie. Il tutto mantenendo il controllo (almeno inizialmente), rimanendo perfino spettatori di sé stessi in episodi passati o futuri che ci hanno visto o ci vedranno protagonisti (e a sostenere le retromarce non giungono casuali alcune hits degli eighties o le presenze delle icone David Hasselhoff/Supercar ed  Henry Winkler/Happy days).

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Il magnifico oggetto capita tra le mani dell'architetto Michael Newman (Adam Sandler), che stanco dei ritmi stressanti di lavoro che non gli consentono di dedicarsi alla moglie Donna (Kate Beckinsale) e ai suoi due bambini Samantha e Ben come necessario, invoca uno strumento capace di governare, oltre che le sue svariate apparecchiature elettroniche, la sua vita apparentemente ingovernabile. A fornirgli il telecomando, che non sarà possibile restituire in alcun modo, è l'eccentrico Morty (un Christopher Walken alle prese con un'ennesima e perfezionista esibizione di talento che quasi comincia a creare distacco emotivo nello spettatore), impiegato conosciuto nel retro di un negozio della catena Bed, Bath & Beyond. L'impianto dickensiano/capriano del film porta il protagonista (l'uomo nuovo, Newman?) ad un percorso parossistico trascinato fino alle estreme conseguenze. Se infatti il signore dei click sceglierà sempre più spesso la modalità fast-forward al fine di raggiungere i suoi obiettivi ambiziosi nella professione, saltando le parti più dure e in certo senso d'intralcio ovvero il sacrificio, le liti in famiglia, gli scambi di affetti e premure coi propri cari, il risultato sarà quello di seminare il vuoto per ritrovarsi, dopo una vita all'insegna del cinismo e della freddezza (di cui sarà possibile sempre ripercorrere a posteriori le fasi salienti), soli e grassi in un esilio dorato. Il mestiere di Sandler col suo candore misto a sprezzo del sofisticato ci porterà a vivere questa favola nera in salsa hi-tech come fosse tutta al presente e, grazie ad un'interpretazione spontanea e poco costruita, a sostenerne i salti con grande partecipazione emotiva. Il climax si raggiungerà nella scena della fuga dall'ospedale, dove ormai vecchio e morente, implora sussurrando al figlio, che ha preso in mano le redini dell'azienda, di dare la priorità alla famiglia perché è la cosa più importante. Un momento che rasenta quasi accenti conservativi di reazione ma che invece assume nella dinamica del film un cotè quasi rivoluzionario per i nostri tempi. Ma ad impressionare maggiormente in Cambia la tua vita con un click è l'impianto visivo. A supportare una sublime perizia, soprattutto nelle fasi fotografiche, scenografiche e del trucco (ma con Rick Baker era quasi scontato), uno stile piano e alieno che maschera i falsi détour spazio-temporali in una gabbia amniotica di spaesamento prima di tuffarsi nel rimpianto definitivo e ripararatore. Restano negli occhi molte scene, dall'ingresso di Michael nel corridoio buio antistante il laboratorio di Marty al risveglio e la scoperta dell'obesità fino alla sovracitata sequenza ospedaliera. Per chi non saprà apprezzarle tant'è, son come le vicende giudiziarie ne Il Caimano di Moretti. Chi vuole può farsene un'idea. Libera.   


Titolo originale: Click
Regia: Frank Coraci
Interpreti: Adam Sandler, Kate Beckinsale, Christopher Walken, Henry Winkler, David Hasselhoff, Julie Kavner, Sean Astin
Distribuzione: Sony Pictures
Durata: 110'
Origine: Usa, 2006

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