Cannes 2020: interviene Frémaux

Frémaux, dopo Barbera, boccia categoricamente l’ipotesi di festival digitale nelle dichiarazioni fatte a Variety

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Mentre si continua a lavorare per organizzare la 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, come annunciato da Alberto Barbera – ospite speciale della quarta puntata di ARIRANG, consueto appuntamento in diretta sulla pagina fb di Sentieri Selvaggi, in programma per giovedì 9 aprile alle h 18 – arrivano alcune dichiarazioni anche da Cannes. Il delegato generale del festival francese Thierry Frémaux annuncia in un’intervista su «Variety» che se la kermesse non dovesse svolgersi regolarmente essa non si trasformerà in un evento online, ma nella peggiore delle ipotesi verrà rimandata direttamente all’anno successivo. «Per quanto riguarda Cannes, per la sua anima, la sua storia, la sua efficienza, è un modello che non funzionerebbe», afferma Frémaux, convinto delle problematiche legate ai diritti d’autore e agli inconvenienti di una distribuzione dei film in concorso direttamente sul mini-schermo del proprio cellulare, nella prospettiva di una competizione digitale. E aggiunge: «Se tutti i festival venissero cancellati, dobbiamo pensare a un modo di mostrare i film e non sprecare l’annata, ma non credo che una precaria e improvvisata edizione alternativa di Cannes o Venezia possa essere la soluzione».

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Per ora il sito ufficiale del festival francese mostra un avviso di posticipo da maggio (dal 12 al 23 le date previste) a fine giugno-inizio luglio, ma per ulteriori aggiornamenti bisognerà aspettare che si evolva la situazione. Intanto il periodo di iscrizione delle opere è stato esteso, nell’ottimistica speranza che l’evento possa svolgersi comunque, seppur in ritardo.

Anche Barbera – rifiutando categoricamente la possibilità di un festival digitale come quello canadese di Toronto – aveva espresso una visione positiva nei confronti di un futuro in cui la sala cinematografica non dovrà essere abbandonata: «Non è detto che per le sale vada così male se si torna però a una cosiddetta normalità e si supera la diffidenza e la paura della gente sempre più abituata a vedere film in streaming. Ma potrebbe anche tornare la voglia della gente di condividere gli eventi in prima persona nonostante l’accelerazione del mercato sempre più diviso tra distribuzione in sala e streaming. La storia ci insegna che dopo periodi tragici, cataclismi mondiali si sviluppano molte inaspettate energie».

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