CANNES 62 – "Samson and Delilah", di Warwick Thornton (Un certain regard)

samson and delilah di warwick thornton

Il cuore e l'emarginazione non hanno latitudini. Le ingenuita' che possono accompagnare le opere prime sembrano qui sfocare nella rocciosa onesta' dello sguardo del regista e nella sua riflessione creativa sui contrasti di colore e sulla fusione tra essere umano e natura

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samson and delilah di warwick thorntonIl cuore e l’emarginazione non hanno latitudini. La disumanita’, lo sfruttamento senza vergogna e la derisione nei confronti delle popolazioni indie non cambia con i continenti. In the middle of nowhere, in un agglomerato aborigeno di poche baracche e un ospedale di fortuna, vivono Samson e Delilah, quindicenni, australiani e padroni di niente, meno che mai della loro stessa terra. Samson si nutre di benzina da respirare, si sveglia con la musica che i suoi vicini suonano dal vivo, tenta inutilmente di entrare nel gruppo, e guarda Delilah. Che si sveglia, si prende cura della sua anzianissima nonna, dipinge con lei tessuti che qualcuno vende per migliaia di dollari in gallerie d’arte private con il cartello « native affairs ». Delilah guarda Samson solo perche’ guardata. Si prendono a sassate. Non si parleranno mai. E il giorno dopo e’ lo stesso, in un ciclo senza fine. Fino a una fuga verso condizioni di vita ancora piu’ crudeli: la comunita’ bandisce i due ragazzi con accuse infondate e bastonate, cui fanno seguito giornate sotto un ponte condivise con un barbone. E la benzina. E il gallerista con la foto della nonna di Delilah in vetrina, disinteressato al tessuto che la ragazza cerca di vendergli. Delilah dovra’ passare attraverso ulteriori cerchi di fuoco, come una serie concentrica di morti, ma il suo cuore non ne uscira’ che fortificato, al di la’ di ogni possibile immaginazione. Samson and Delilah e’ il primo lungometraggio dell’australiano Thornton, accolto con scrosci di applausi alla proiezione in sala Debussy. Le ingenuita’ che possono accompagnare le opere prime sembrano qui sfocare nella rocciosa onesta’ dello sguardo del regista, innamorato dei suoi protagonisti, dei contrasti fortissimi tra i colori del cielo notturno e quelli della terra e del fuoco e della pelle, e della fusione tra essere umano e natura veicolata da istantanee penetranti, come quella dei ciocche di capelli di Delilah che cadono a forbiciate sul terreno dopo la morte della nonna. Uno sguardo diretto, al di sopra di ogni sospetto, che allo stesso tempo riflette creativamente, con buoni risultati visivi, sull’amore adolescenziale e sulla ghettizzazione delle popolazioni native. Tutto questo facendo leva su una rarefazione narrativa pressoche’ totale. Se questa e’ la strada imboccata, Thornton probabilmente fara’ ancora parlare di se’.

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    Un commento

    • il trailer è molto interessante, ancora di più leggendo la recensione. sarebbe bello recuperarlo! leggo che da ottobre esce finalmente in USA