#Cannes2016 – Cristian Mungiu e i dilemmi morali in Bacalaureat

A quattro anni di distanza da Oltre le colline, torna Cristian Mungiu, gia’ vincitore della palma d’oro nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni. In concorso con Bacalaureat

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A quattro anni di distanza da Oltre le colline, torna Cristian Mungiu, già vincitore della palma d’oro nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni. Per il cinema rumeno si è trattato di un’edizione importante, vista la presenza anche di Sieranevada di Puiu nel concorso e di Dogs in Un certain regard. Quest’anno Mungiu presenta Bacalaureat, spaccato etico di un medico padre di famiglia che cerca in tutti i modi di permettere alla figlia diciottenne di studiare all’estero, anche al costo di andare contro ai stessi principi.

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“Il cinema rumeno non è in una bella situazione” precisa subito Mungiu. “Qui ci sono molti film di giovani cineasti miei connazionali e questo è un buon segno, ma credo che vada messo a punto un sistema finaziario che permetta di realizzare piu’ opere a basso budget”.

E’ un film che racconta una storia rumena in un contesto universale? “In molti mi hanno fatto questa domanda, ma io non credo di aver fatto un film sulla Romania” ha detto Mungiu. Ho cercato di fare un film sulla natura umana e sui dilemmi morali che le persone devono affrontare in determinanti punti della loro vita. Quelli della mia generazione si sono trovati ad affrontare questo tipo di problema nel mio Paese, ovvero decidere qual sia la soluzione migliore per i nostri figli: restare o andar via? Noi siamo nati in una Romania comunista, abbiamo lottato per cambiare le cose ma la gente pensa: quante altre generazioni dovranno sacrificarsi per avere un Paese migliore?”

Parla anche il protagonista del film, Adrian Titieni: “Io ho due figli, di 17 e 16 anni e in molte situazioni mi capita di prendere decisioni importanti per la mia vita e per la loro e quindi posso capire bene i dubbi e le difficoltà di questo personaggio”.

“C’è correlazione tra il tuo film e la corruzione in Romania?” chiede una giornalista rumena al cineasta. “Spero di no. Non ho capito di che tipo di corruzione tu stia parlando, ma credo che il mio film parli di compromessi su vari livelli. Il mio film parla della Romania, questo è certo, ma parla anche di molte altre cose rispetto a questo”.

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