#Cannes2017 – Before we vanish, di Kiyoshi Kurosawa

Kurosawa stavolta si dà alla fantascienza con un film strano, apocalittico, in cui c’è ancora spazio per la bellezza e per i sentimenti. Un Certain Regard

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Arrivano gli alieni sulla Terra. Come gli ultracorpi di Don Siegel, entrano nelle persone comuni e ne assumono le sembianze. Sono nel pianeta in avanscoperta, preparano il terreno per l’invasione imminente che distruggerà il genere umano e assorbono le informazioni svuotando l’anima delle vittime che incontrano. Ma questi visitatori sono più amorali che crudeli, perché in primo luogo hanno bisogno di imparare chi siamo. Uno di questi extraterrestri si impossessa di Shinji, marito infedele che improvvisamente diventa fragile, desideroso di apprendere le cose della vita e di recuperare il matrimonio con Narumi. Ogni alieno per comprendere il nostro mondo ha bisogno di una guida e per lui sarà Narumi. Poi ci sono due adolescenti candidi e violenti, che per imparare gli usi e costumi dei terrestri finiscono con ucciderne troppe di persone. Loro incontreranno un giornalista di cronaca nera in cerca di scoop e quest’ultimo diventerà l’altra guida. E queste due storie scorrono parallele, sviluppandosi come un doppio road movie che parla di amicizia e di amore, mentre il resto dell’umanità cade nel panico.

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Inizia come un incubo splatter di Takashi Miike, prosegue come uno scifi degli anni 50 e si chiude nel prefinale con una pirotecnica sequenza alla Intrigo Internazionale. Ormai Kurosawa avendo sempre in testa il Cinema, compone i suoi film come fossero delle suite musicali con tanti spartiti diversi: c’è l’horror, il melò, l’action. Stavolta l’autore di Pulse si dà alla fantascienza anche se non si vede neppure un’astronave. Alterna i suoi consueti momenti di transizione sospesa con improvvise accelerazioni con uso di effetti speciali, proprio lui che in passato ha quasi sempre lavorato su ritocchi digitali oscuri, quasi invisibili. Ovviamente come sempre avviene nel suo cinema, utilizza il genere per raccontare la contemporaneità e l’ossessione per la solitudine. L’apocalisse è dietro l’angolo e la sua attesa è ben raccontata da questi personaggi che vivono costantemente sotto ipnosi, in attesa di una fine o, forse, di un nuovo inizio, di un azzeramento.  Il punto è che tutti abbiamo bisogno di una guida. Before we vanish parla proprio di questo: quanto è importante non rimanere soli all’approssimarsi della fine del nostro, piccolo, mondo. È un film strano, apocalittico, ma meno cupo di altri precedenti del regista. “È iniziata l’invasione?” chiede Narumi al cospetto di un cielo rossastro e meravigliosamente “tragico”. “No. Solo un tramonto” risponde l’alieno. C’è sempre spazio per la bellezza e per i sentimenti nel cinema di Kurosawa.

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