#Cannes2017 – The Day After. Incontro con Hong Sangsoo, Kim Min-hee e il cast

Il regista Hong Sangsoo insieme al cast di The Day After hanno incontrato i giornalisti a Cannes e discusso del processo di lavorazione del film. In concorso

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Il regista coreano Hong Sangsoo e insieme al cast di The Day After (Geu-Hu nella versione originale), ha incontrato la stampa di Cannes non tanto per parlare del film e delle motivazioni della sua trama, ma soprattutto del modo in cui concepisce la nascita e la realizzazione di un’opera. The Day After racconta la storia di Aureum e del suo primo giorno di lavoro in una casa editrice. Il titolare Bongwan ha avuto una relazione con la ragazza che lavorava lì precedentemente. La moglie di Bogwan scopre una lettera dell’amante e furiosa corre in ufficio credendo che la ragazza che cerca sia Aureum.

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Il film è girato interamente bianco e nero. A questo proposito, il regista  spiega che nulla di ciò che fa è facile da spiegare a parole, non c’è mai un motivo prestabilito: “Io mi metto in linea con ciò che sento in quel momento. Ho sentito che la scelta giusta per questo film era il bianco e nero e allora l’ho scelto. Io vivo nel processo, per me è impossibile sapere tutto dall’inizio. Quello che faccio è scegliere qualche location e qualche attore, due materiali che cerco di far convergere. Questo perché io penso fondamentalmente che ogni persona ha dentro di sé un’infinità che gli permette di connettersi con le altre persone. Quindi non c’è bisogno di una preparazione. Lavoro molto attraverso i dialoghi e spero che durante il processo questa connessione arrivi.

geu-huNon c’è mai reticenza da parte del cineasta nel dare risposte. Semplicemente ci tiene a spiegare che stabilire qualcosa prima per lui non è possibile, anche perché dare risposte a delle domande presuppone un’idea di verità che lui non conosce. Si può solo danzare con ciò che ci è stato concesso. Il medium attraverso il quale prende ogni decisione sono i sentimenti del personaggio che escono fuori solo mentre l’attore agisce. Muoversi con un’idea già prestabilita sarebbe rendere il personaggio stereotipato. “Io lavoro così. Pochi giorni prima di iniziare le riprese ho camminato cercando le location. Volevo un cafè situato vicino a un posto naturale e l’ho trovato, e poi ho scovato anche il ristorante cinese del film. L’ho amato subito, è piccolo e riparato. In più il cibo è molto buono.

Il fatto è questo“, continua il regista. “L’uomo vive di pensieri e di conseguenza anche di ansie. I pensieri sono sempre molto veloci. Quello che l’uomo deve fare è prendersi il tempo di capire. I sentimenti sono un grande strumento per questo,  bisogna solo capire come usarli.

Tutto per Hong Sangsoo si riduce all’ultimo momento. Questo è anche in accordo con la sua visione del tempo, tema ricorrente nelle sue opere. Per il regista il rapporto dell’uomo col tempo è sbagliato se preso in un certo modo: “Crediamo di poterlo controllare e di poterlo cambiare. Di conseguenza ci formiamo una precisa idea della vita. invece bisogna lasciar andare il tempo e in un certo senso abbandonarsi ad esso.

Anche agli attori sono concesse pochissime informazioni. Haehyo Kwon, nei panni di Bogwan, racconta che si trova benissimo con questo metodo e ammira il modo di girare del regista: “Non voglio fare niente per preparare il personaggio prima. Hong Sangsoo ha una forte personalità da cui è bello e semplice lasciarsi trasportare. Tutto ciò che ho fatto è stato metterci la mia esperienza di attore. Perché questo sono, un attore.

Io non ho avuto tempo di realizzare“, continua Saebyuk Kim, nei panni dell’amante di Bogwan. “Sono arrivata sul set il primo giorno e ho capito la mia parte. Non ho davvero avuto tempo di preparare il mio personaggio o di scoprire il rapporto con gli altri personaggi. Recitando ho cercato il mio carattere e alla fine mi sono detta: il mio è un personaggio che deve essere coraggioso.

the day afterInfine Yunhee Cho, moglie di Bogwan, dopo aver ringraziato il regista, ribadisce il concetto riprendendo il discorso relativo ai sentimenti: “Hong Sangsoo è davvero unico. Non abbiamo avuto tempo di analizzare nulla. Tramite piccole domande che ci siamo fatti sulla vita e piccole indicazioni del personaggio abbiamo dato delle risposte che sono entrate nel modo di recitare. Ecco tutto

Le piccole indicazioni, i piccoli aspetti dell’essere umano, sono il risultato che emerge dai sentimenti come medium. “Gli attori sono persone e qualcosa nel momento in cui iniziamo a girare deve succedere fra me e loro. Quando questo succede cerco di far emergere il più possibile, non costruisco il personaggio, prendo qualcosa di lui come persona.”

Da questa connessione fra regista e attori deriva il fatto che Hong Sangsoo ama lavorare con attori che conosce, per questo sceglie attori che hanno lavorato più volte con lui.Quando decido di girare con un attore non lo decido perché l’ho visto in molti film. Se un attore mi ha ispirato una volta ho voglia di tirare fuori da lui sempre più materiale. E allora meglio qualcuno che conosci rispetto a qualcuno da cui magari non riesci a tirare fuori nulla.” E infatti nei panni di Aureum c’è Kim Min-hee presente anche in La Caméra de Claire, altro film del regista fuori concorso: “Amo il modo di lavorare Hong Sangsoo, spero di continuare a collaborarci sempre

Il regista stesso pone una domanda al direttore della fotografia, Kim Hyungkoo: “Com’è stato lavorare con me?” chiede ridendo. E lui racconta la sua esperienza con Hong: “Ho lavorato in molti altri film di altri registi. C’è sempre una preparazione prima. Ma con lui non c’è, non ci è concessa nessuna informazione. Insieme a lui si scopre il film, è una vera e propria avventura. Lui mi chiama, io arrivo e non so cosa succederà. Ed è molto divertente

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