#Cannes2017 VS Netflix: lo scontro passa per la giuria

Durante la prima conferenza stampa della giuria Pedro Almodovar e Will Smith hanno espresso le loro due posizioni contrastanti sulla polemica di questa edizione

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L’avvio oggi della 70esima edizione del Festival di Cannes non ha placato le polemiche degli scorsi giorni tra la manifestazione francese e Netflix. Ad alimentare le diatribe per i due film in concorso prodotti dalla piattaforma streaming (Okja di Bong Joon Ho e The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach) e per cui, come ricordiamo, non è previsto un passaggio in sala, ci ha pensato la giuria presieduta dal regista Pedro Almodóvar e di cui fanno parte Paolo Sorrentino, Jessica Chastain, Will Smith, Gabriel Yared, Park Chan Wook, Maren Ade, Fang Bingbing e Agnès Jaoui. Lo spagnolo aveva evidentemente previsto di essere chiamato in causa sulla questione e si è trovato pronto a rispondere in difesa del festival ospitante: “Le nuove forme digitali non devono sostituirsi a quelle già esistenti, come vedere un film al cinema. Non bisogna alterare le abitudini degli spettatori, ed è proprio questo il cuore del dibattito. L’unica soluzione possibile è quella che le nuove piattaforme rispettino le regole già esistenti”. E’ arrivata poi l’inaspettata sentenza per i film che dovrà giudicare: “Per me sarebbe un paradosso che il film che vince la Palma d’oro o qualsiasi altro premio di questo festival di Cannes non venga visto in sala.”. Pare dunque che i due film sopracitati non abbiano speranza di essere presi in considerazione per un eventuale palmares, anche se in chiusura Almodóvar cerca di moderare il tono severo di questo suo intervento: “Questo non vuol dire che non rispetto il lavoro e le novità che questa tecnologia ha generato, assolutamente no. Ma finché vivrò combatterò per una cosa che ho paura che le nuove generazioni non conoscano mai, ovvero quella capacità di ipnosi che solo i film visti sul grande schermo sanno generare. Credo fermamente che la prima volta che si vede un film sia importante per qualsiasi spettatore che la dimensione dello schermo non debba essere più piccola della sedia o della poltrona in cui lo si vede. Le immagini devono essere in grado di colpirti.”.

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Pur non essendo chiamato in causa, è Will Smith a spezzare una lancia in favore di Netflix, su cui prossimamente sarà protagonista con il prodotto originale Bright: “I miei figli vanno al cinema due volte a settimana, poi guardano anche i film su Netflix. C’è una linea di divisione precisa tra le due cose. A casa mia Netflix non ha assolutamente nessun effetto negativo sul fatto che i miei figli vedano i film al cinema. Sono due forme diverse di intrattenimento. Anzi Netflix ha aperto molte possibilità per loro di vedere film da tutto il resto del mondo che non avrebbero mai potuto vedere altrimenti. Hanno scoperto tanti artisti underground rimasti nascosti, si è generata una sorta di connettività.”. Queste parole giungono alquanto inaspettate per una conferenza stampa di apertura che inizialmente sembrava essere già impostata per seguire le linee guida dettate dalla direzione conservativa di questa edizione. A quanto pare però l’attore statunitense ha tutte le intenzioni di confermarsi vero e proprio outsider di questa giuria i cui i lavori prenderanno avvio domani insieme al concorso.

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